Il professore rossonero
In linea coi tifosi
Ciao Picone... Ciao
01/06/2010 13:29
Probabilmente chi leggerà si chiederà: ma non è un po' tardivo
un articolo su Picone? Ebbene, non ci crederete ma ho cominciato a
scriverlo cinque o sei volte e non sono mai riuscito a portarlo a
termine. Le lacrime impedivano uno scorrere fluido dei tasti e dei
pensieri.
Sapete, Picone era uno di casa, era uno che anche se non giocava la
Lucchese ti chiamava, ti telefonava, prendeva parte ai riti che
scandivano la mia e la sua vita: il matrimonio, i battesimi, le
malattie, i lutti e in tutti questi momenti, la sua originalità e la
sua fantasia spiccavano in modo meraviglioso.
Nicola era uno dei
pochissimi che aveva la capacità di trasformare una visione onirica, un
sogno, in qualcosa di reale e di concreto, era uno dei pochi che aveva
capito che il calcio doveva esser vissuto in un certo modo, non
certamente attraverso il modello televisivo che tanto fanno per
imporci, ma piuttosto quello a dimensione umana, fatto con le persone
per le persone.
Di aneddoti ve ne sono a centinaia a me piace
ricordarne uno ovviamente che è andato negli annali della storia: al
mio addio al celibato simulò, con l'aiuto di un megafono,
un'impossibile trasferta della Lucchese in Coppa Uefa a Dresda in
Germania dove, ovviamente secondo il suo bellissimo delirio, spezzammo
le reni ai tedeschi con una altrettanto impossibile doppietta di
Francesco Monaco, davanti ad un pubblico "amico" ad un arbitro "amico"
ad un guardalinee "amico".
Picone era questo: sogni impossibili
con il suo unico grande desiderio di vedere la Pantera in serie A
all'altezza dei grandi club...E poi la banda in gradinata...la famosa
banda che Nicola avrebbe voluto per festeggiare la promozione allo
stadio, quella banda che per ragioni logistiche e meteorologiche non
siamo riusciti ad avere, ma che ti giuriamo alla prima occasione utile
la faremo suonare solo ed esclusivamente per te amico mio, e la faremo
suonare per tutte le volte che ci hai fatto dimenticare con la tua
fantasia questo mondo troppo arido e privo di colori.
Colori
che esporremo sempre al vento come piaceva a te, abbarbicato a
quell'angusto terrazzino della nostra gradinata. A me piace ricordarti
cosi con la tua maglia fucsia, stivali a punta, cappotto e pantaloni di
pelle, occhiali da sole, mani leggermente imbarcate a dirigere il
"ritmo picone" e l'immancabile ""Correte, scappate arriva lo
squadrone......rossonero!!!".
Ciao Picone...Ciao.
Luca Borghetti - Il Professore Rossonero