Che si bofonchia?
Lettere alla Gazzetta Lucchese
Vincenzo Fabbri: "Per me il calcio è morto. Ecco cosa non va nel modello che vede il tifoso diventare un pollo da spennare"
10/07/2010 15:44
Salve Gazzetta,
prendo spunto dal vostro articolo di ieri che riportava il fatto che ben 33 squadre della Lega Pro, quello che una volta era - forse più avvedutamente - chiamato semi-professionismo, sono in fase boccheggiante e si avviano a scendere gli scalini per raggiungere i dilettanti.
Questo ci ricorda quello che abbiamo vissuto in casa nostra pochi anni fa, ma ci deve anche aiutare a fare una riflessionedi ordine generale. Tra le società coinvolte, molte sono rappresentative di grandi città, probabilmente hanno sbagliato la "programmazione economico-sportiva", magari senza fare le scelleratezze che le passate gestioni, Grassi-Hadj, hanno compiuto a Lucca, ma certamente ponendo gravissime pecche nei bilanci delle rispettive srl (e non dico squadre volutamente).
Questo fatto evidenzia, se ce ne fosse bisogno, che i costi del calcio sono ormai da anni insostenibili, ma dobbiamo anche saper guardare oltre.
L'intervista, molto ben fatta, al dott. Pampaloni, capo della Digos lucchese, evidenzia come la fantomatica "tessera del tifoso" non sia un ulteriore metodo di schedatura (già esistente con i biglietti nominali), ma una modalità di fidelizzare il tifoso a varie iniziative sponsorizzate dalla sua squadra del cuore. O meglio, diventa una modalità per far spendere e di farci diventare ancor più schiavi di una logica consumistica che, attraverso i colori amati, ti accompagna più o meno dolcemente, a fare acquisti di vario tipo.
Se vogliamo essere sinceri, quello che una volta era il TIFOSO ora è visto come il POLLO DA SPENNARE, specialmente in un periodo in cui di clienti tutti ne hanno un bisogno estremo. Ma un appunto deve essere fatto anche al sistema in generale, quando si dice che la Lega Pro alza l'asticella delle fidejussioni, non si sottolinea come il rimedio sia peggiore del male, alzando l'ammontare dei capitali necessari a fare calcio si regala questo ex sport a faccendieri, palazzinari ed avventurieri che dei propri affari -g iustamente come spesso sento dire - si vogliono curare, senza considerare i valori morali che rivestono i colori di una società di calcio.
E allora, tramite il calcio e solo grazie a quello, si rendono favori plurimilionari (in euro...) a tizio e caio, si "spalmano" centinaia di milioni di tasse non pagate (Lazio docet), si promuovono speculazioni immobiliari fuori da ogni logica, si fanno varianti ai Piani Regolatori di questo o di quel Comune. Non credo che come scrive Aldo Grandi sulla Gazzetta, Lucca sia un esempio da seguire, credo purtroppo che sarà un esempio che verrà seguito.
Favorire la trasformazione di uno stadio in un centro commerciale che mai sarebbe stato autorizzato altrimenti sulla nostra circonvallazione, solo perchè casualmente al suo interno troviamo un prato dove gioca le partite la Lucchese e dove il CLIENTE -ex TIFOSO- può allegramente passare il fine settimana a spendere e consumare, è quanto di più lontano dalla mentalità che Lucca ha conservato nel tempo.
Lucchesi focosi ma con giudizio si diceva, e questo ha permesso, diversamente dalle altre città toscane, di lasciare la città a misura d'uomo. Il calcio è morto, chiaramente e da tempo, è rimasta solo una motivazione di speculazione tra le più subdole.
Ringrazio Giuliani che ha ricomprato nome e simbolo (il marchio è una cosa commerciale, non chiamiamo così la Pantera, per favore) ma quante squadre rischiano di perdere simboli e colori per questa aberrazione che ti fa stare un anno in serie B e l'anno dopo giocare in Eccellenza? Ma è questo che vogliamo?
Forse, a cominciare dalla stampa che vorremmo più battagliera e meno supina agli interessi economici generali (non agli interessi generali come dovrebbe), dovremo riflettere tutti se il modello Lucca è quello che chiediamo al calcio di domani o se non sarebbe meglio tagliare le spese, dimezzare i campionati e riportare la Passione al centro di tutto. Con buona pace se le figlie di qualche Assessore devono andare a Pontedera per trovare una multisala cinematografica...
Ora e sempre, FORZA LUCCHESE. Ma quella che va in campo, non quella -di chiunque sia- che specula sulle nostre passioni.
Vincenzo Fabbri
Risponde Aldo Grandi:
"Che dire? Si può non condividere questo quello, ma quando uno legge lettere come questa non può che rallegrarsi. Al di là delle opinioni quello che conta è ragionare con la propria testa e dare un senso a ciò che si dice. Questo lettore tifoso lo fa e noi non possiamo che pubblicare il suo intervento. E' un orgoglio per Gazzetta Lucchese ricevere certe lettere ed avere dei tifosi con il sale nella zucca".