Che si bofonchia?
Lettere alla Gazzetta Lucchese
Intervista esclusiva al presidente Giuliani: "Mi sono rotto: basta dirci quello che dobbiamo o non dobbiamo fare. Se c'è qualcuno che vuol rilevare tutto si faccia avanti. Giovannini via? Nemmeno per sogno: Giovannini è la Lucchese, se fa festa lui si fa festa tutti. Il pubblico ha contribuito a sgretolare l'ambiente"
23/12/2010 00:04
Riportiamo l'intervista esclusiva a Giuliano Giuliani realizzata da Aldo Grandi e in edicola stamani su "Il Nuovo Corriere di Lucca".
Metti una persona che decide di impegnare soldi e fiducia in una società di calcio; aggiungi un amico che, tirato in mezzo, compie lo stesso passo dando origine a un sodalizio sportivo e imprenditoriale; infilaci due anni di successi insperati e incredibili e avrai il ritratto della felicità o quasi. Poi, però, sottrai tre milioni di euro spesi e non più rivisti; inserisci una classifica da piangere e una sfilza di risultati da strapparsi i capelli; ridimensiona ambizioni sportive ed economiche; affiancaci gli sberleffi di chi si augurava che, prima o poi, tutto andasse male, le delusioni di chi, al contrario, sperava che tutto andasse bene, le promesse mai mantenute che, adesso, non sono più nemmeno promesse e avrai, alla fine, il quadro generale della situazione attuale della Lucchese Libertas 1905. A questo si possono, tranquillamente, sommare, senza timori di smentite, una crisi economica del settore immobiliare da far paura, una liquidità, visti i tempi, tutt'altro che consistente, qualche mugugno per presunti ritardi nei pagamenti degli stipendi – sciocchezze in verità – un direttore sportivo con le mani più o meno legate, un allenatore che si chiede perché mai dovrebbe sentirsi in discussione dopo aver racimolato un pugno di mosche, un presidente che, se invece che una squadra di calcio, avesse davanti a sé un cantiere in costruzione, avrebbe già buttato giù tutto e ricominciato dalle fondamenta. La Lucchese è a rischio implosione. Dopo la sconfitta di Barletta e di Siracusa, la classifica ha assunto i contorni del dramma se non, addirittura, della tragedia. Sportiva si intende. Giovanni Valentini, capofila della cordata di azionisti della Valore Spa di Prato che detiene l'80 per cento del capitale sociale della Lucchese, ha il morale sotto i tacchi. "Non ho alcun commento da fare - dice - perché la situazione è già brutta di suo. Vedremo di fare il possibile per risollevare la testa. Prima di Natale o subito dopo parleremo sicuramente. Ora sono troppo amareggiato". Poche parole, ma significative di uno stato d'animo incredulo. La domanda che rimbalza nella testa del patron rossonero è, infatti, la stessa da diversi mesi: come può, la situazione, essere arrivata fino a questo punto? Il presidente Giuliano Giuliani vorrebbe, come un prestigiatore di successo, estrarre dal cilindro la ricetta magica per uscire dalla crisi, ma resta, puntualmente, deluso.
"Mi aspettavo un colpo d'ala che non c'è stato", ha detto a caldo dopo la sconfitta pugliese dopodiché si è avvalso della facoltà di non rispondere, quasi fosse indiziato di chissà quale reato. Non lo è né lo sarà mai, visto il tanto che ha fatto per questi colori, ma la gente è stanca, il pubblico rumoreggia e, soprattutto, vuole decisioni estreme. “Lasciatemi riflettere per favore e ascoltare cosa è successo”. Poi, ieri pomeriggio, lo sfogo. Devastante per le ripercussioni che avrà su tutto l’ambiente rossonero".
Presidente, aveva detto che avrebbe parlato dopo aver ascoltato i suoi che erano a Barletta. Lo avrà fatto immagino?
Immagina bene. Ho parlato con tutti quelli con cui volevo approfondire la questione. Io non sono un addetto ai lavori e non mi sono mai spacciato da intenditore di calcio. Sto sondando un po’ tutti perché vorrei capire alcune cose. Possiamo ammettere che questa non sia la migliore squadra del campionato, ma questa è una squadra che, com’è oggi, se la riporti indietro di un anno, non vince nemmeno in C2. Mi hanno detto che i giocatori, a Barletta, piangevano, ma certo saremo costretti a intervenire pesantemente vista la situazione".
C’è la sosta…
"Appunto. Ne approfitterò per riorganizzare le idee. Ci stiamo muovendo, parliamo con procuratori, giocatori, vedremo di fare il possibile per uscire da questa situazione".
Giovannini resta al suo posto?
"Giovannini non si tocca, è meglio che la gente se lo metta in testa una volta per tutte. Se fa festa Giovannini si fa festa tutti. Giovannini è la Lucchese e finché ci sono io Giovannini sta alla Lucchese".
Più chiaro di così…
"Possiamo aver sbagliato qualcosa, anzi, abbiamo sicuramente sbagliato, però io mi sarei anche un po’ rotto i coglioni".
In che senso presidente?
"Nel senso che non riceviamo altro che critiche, è dalla terza giornata siamo contestati. Non mi aspettavo, sinceramente, di non avere più credito dopo aver centrato la promozione in C2 e in C1 in appena due anni. Aveva ragione Maestrelli quando mandò tutti a quel paese e se ne andò. Come lo capisco adesso. Abbiamo sbagliato anche pesantemente? Sì, è vero. E allora? Dov’è il problema? Se non andiamo più bene ce lo dicano e che venga un altro a comprare la Lucchese".
Uno sfogo a tutti gli effetti il suo.
"Sì, perché sono stanco di sentire la gente protestare. Dovevamo tenere Favarin, forse, che aveva perso una gara dietro l’altra e che, una volta esonerato, ha sparato merda sui giocatori? La verità è che il pubblico ha contribuito a sgretolare un ambiente sano che noi avevamo costruito dal nulla".
Sta per arrivare il mercato di riparazione.
"Noi cercheremo di riparare ma non pensino, gli esperti o chiunque altro, di venirci a consegnare o consigliare la lista degli acquisti. Noi si prende chi ci pare è chiaro? I nomi non si comprano, perché io voglio stare attento al budget societario. Fino ad oggi, anche dall’Amministrazione, non abbiamo ricevuto nessun fatto concreto, ma solo chiacchiere. Ci siamo rivolti agli imprenditori lucchesi per trovare delle risorse, ma fino ad oggi non ne abbiamo viste. Quindi, se questa società non va bene, che ne venga un’altra, ma non veniteci a dire quello che dobbiamo o non dobbiamo fare".
Aldo Grandi