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Maurizio Silva: "Il mio tentativo di tre anni fa non ha niente a che spartire con la volontą attuale di iscrivere la Libertas alla terza categoria"

22/08/2011 15:38

Da Maurizio Silva, protagonista tre anni fa del tentativo di non far scompare la Lucchese Libertas, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Ciao Aldo, ciao Fabrizio,
vi scrivo perché, a me come sicuramente a molti altri, leggere le notizie relative alla richiesta di iscrizione alla terza categoria di una compagine presentata dalla NICE srl, ha fatto tornare in mente quanto avvenne solo pochi anni fa. L'episodio che mi vide protagonista insieme a tanti che capirono quello che volevo portare avanti, poco -o meglio niente- ha a che vedere con l'operazione di cui l'Amministratore Bulleri si accinge a fare. L'idea di riportare maglia e simbolo a presentarsi nei campi della terza, sinceramente non può solo che provocare amarezza. Quello che feci io, fu in risposta ad una serie di fatti poco chiari nelle vicende legate agli ultimi giorni di vita del sodalizio rossonero ed al fatto che non mi sembravo sportivamente giusto che si perdesse quello che la storia aveva legato ai nostri colori, all'affiliazione storica (anche se non originale) ai quadri FIGC ed al fatto che sono convinto che una squadra la si segua come nei matrimoni di una volta, nella buona e nella cattiva sorte.

Non mi riconoscevo in un calcio e in un progetto sportivo secondari rispetto ad una speculazione economico-edilizia, non mi riconoscevo in una maniera di intendere lo sport che non era più quella del calcio sport popolare e delle formazioni dall'uno all'undici, non mi riconoscevo in un progetto di trasformazione della città che sfruttava di fatto la squadra cittadina per raggiungere i propri scopi. Preferivo di gran lunga, anche romanticamente, lo spirito mecenatistico, disinteressato e dissennato che in tre anni Fouzi aveva proposto a noi per il nostro divertimento e per la sua ambizione. Essendo allora come adesso amico di Fouzi, potei chiedergli di affidarmi le sorti sportive della maglia lasciando lui e la srl al proprio destino, sperando di poter traghettare, non sapendo in qual maniera, matricola e simbolo ad un nuovo futuro.

Come sono andate le cose, sia per il mio sogno, sia per la Sporting, l'abbiamo visto tutti e col senno di poi è facile parlare, in un senso come nell'altro. Il mio gesto, che non è stato solo mio, molti lo hanno capito subito col cuore, altri più avanti con la ragione e molti non lo accettano e non lo comprendono nemmeno oggi. Era però un episodio che era nato per e con la Lucchese, che non era né Libertas né Sporting, ma solo una maglia rossonera su un prato verde. Mi sarebbe piaciuto portare in campo mille tifosi-giocatori, lasciando perdere i risultati sportivi ma per dimostrare al Sistema cosa è l'amore per una maglia. E' andata com'è andata e ormai è tutto parte di una storia e di un amore lunghi 106 anni.

Quello che accade quest'anno è diametralmente opposto. La nuova società nasce con uno spirito che è meravigliosamente rossonero già nel suo DNA, da chi la compone a chi vi opera; la speranza è che l'azionariato popolare proposto dal Gruppo Storico ne possa far parte al più presto in maniera solida e decisa, in modo da portare all'interno della società una voce (ed un orecchio) che sia direttamente collegato a chi la squadra la segue sempre e comunque. Sperare che rientri anche Maestrelli e la sua proposta di costruire un progetto sportivo solido e non un supplemento domenicale alle vicende economiche di chi comanda -sia questo un singolo piuttosto che una società di costruzioni- è quello che di meglio si possa sperare in prospettiva per i colori rossoneri.

La terza categoria di oggi è solamente una necessità di fare cassa per evitare il fallimento (con le conseguenze anche penali che abbiamo visto nel precedente caso), per trovare soldi veri (non come quelli dei terreni -poco- edificabili di san Donato) per i concordati da fare con chi ora come allora, si è fidato ed ha lavorato senza niente ricevere in cambio.

Nulla di sportivo ha in sé e, correttamente, Bulleri nulla presenta, propone o fa credere in questo senso, lasciando unicamente ad una soluzione economica attraverso un passaggio "sportivo" la risposta ai molti problemi che ha comportato l'immissione di terreni e mutui all'interno di una contabilità di una società che aveva comunque sempre come "core business" lo svolgimento del calcio giocato. Una legge del contrappunto di Dantesca memoria che vede il calcio essere la chiave per risolvere i problemi finanziari e fallimentari di una speculazione mancata in pieno e non, come molti pronosticavano sia politici che semplici tifosi, una speculazione che avrebbe finalmente risolto le problematiche economiche del calcio a Lucca.

Nelle righe che sopra ho scritto, spero che si capisca la profonda differenza tra le situazioni di pochi anni fa e quelle di oggi. Importante è ora girare pagina e dare pieno sostegno all'iniziativa che un cuore rossonero come Russo è riuscita a mettere in piedi in pochi giorni di duro lavoro, dando entusiasmo e gioia ad una squadra che si scrive FC Lucca ma che si legge veramente e decisamente LUCCHESE.

Maurizio Silva

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