Che si bofonchia?
Lettere alla Gazzetta Lucchese
Risposta a Poschi Meuron: "Nessun appello alla collaborazione, ma solo una critica a Fouzi Hadj che non ha avuto rispetto nemmeno per chi aveva aveva creduto nel suo progetto"
24/10/2008 10:50
Eh no, cara Gazzetta (la prossima volta metti anche la firma in calce, sai com'è...), così proprio non va.
La cena dell'altra sera, a cui non ero presente a causa di
precedenti impegni, non c'entra nulla con la "totale assenza di
collaborazione della gestione Hadiana che ha fatto di tutto per far
sentire sempre più esposti coloro i quali avevano a cuore le sorti
della Lucchese identificandole, forse più o meno a torto, con le sorti
della sua dirigenza".
Chi scrive questo dimostra di avere la memoria tremendamente corta.
Dimentica, ad esempio, delle cene "private", in cui si è cercato di
screditare alcuni colleghi. Dimentica quella infausta domenica nella
quale ad un gruppo di giornalisti fu vietato l'accesso in sala stampa
per le interviste. Dimentica gli striscioni allo stadio "contro" una
testata cittadina. Dimentica, infine, quella odiosa sceneggiata ripresa
anche dalle telecamere e trasmessa senza uno straccio di un commento o
di una replica, in cui il signor Fouzi Hajdi, infuriato, gettava via un
giornale accompagnando il gesto con ingiurie di ogni tipo.
Tutto quanto sopra descritto, cara Gazzetta, si è consumato nella
più totale indifferenza degli altri giornalisti, che non hanno alzato
un dito nè versato inchiostro per mostrare quella "collaborazione"
appena richiamata. Anzi, se vogliamo dirla tutta, qualcuno ha pensato
bene di dare del gufo al "nemico", ignorando il fatto che, quel nemico,
faceva solo il suo lavoro.
Lasciamo stare, allora. Raccolgo invece volentieri il tuo invito:
guardiamo avanti e parliamo solo di calcio, esattamente come quando al
timone della società c'erano Maestrelli e Grassi. In quei 14 anni ci si
è azzuffati sulle campagne acquisti, sulle gestioni tecniche
(memorabile, quella domenica a Lecce, uno scontro furibondo fra
Marcello Lippi e il grande Alessandro Del Bianco), sugli arbitraggi più
o meno scandalosi.
Di bilanci, Co.Vi.Soc. e Guardia di Finanza non ricordo nulla: sarebbe già un successo che questo accada per i prosimi 14 anni.
Lodovico Poschi Meuron
Caro Lodovico,
la tua lettera risale a un paio di mesi fa e, come tu stesso dicevi e
scrivevi, voleva essere un sasso gettato nello stagno tanto per creare
un po' di... pepe in un'atmosfera che il pepe, ormai, lo aveva già
consumato tutto. Ho aspettato così tanto tempo prima di rispondere,
nonostante le tue accuse di censura, sia perché, non trattandosi di una
rettifica - ché, come sai, prevede tre giorni di tempo per essere
pubblicata - sia, soprattutto, perché non sempre nella vita si può fare
ciò che si vuole, ma, più spesso, ciò che si può. E ciò che non potevo
fare allora, posso fare adesso, per tutta una serie di motivi che con
il calcio non hanno niente a che spartire, con maggiore tranquillità e
serenità.
Io credo che tu abbia completamente frainteso il senso della parola
collaborazione cui io mi riferivo. Io intendevo manifestare una critica
al presidente Fouzi Hadj per non aver saputo nemmeno tutelare, nel
senso di comportarsi onestamente verso la città e i tifosi, quei
giornalisti e quelle persone, come chi scrive, che avevano avuto
fiducia in lui e nel suo progetto. Questi ultimi due aspetti, almeno
per chi scrive, per il bene della Lucchese. La fiducia nel progetto
l'hanno avuta in molti e, purtroppo, alla fine, si è rivelata sbagliata
e inutile perché non è stata ripagata con la stessa moneta.
Detto questo, hai, quindi, sbagliato pensando a un appello alla
collaborazione che mai e poi mai mi permetteri di fare, sia perché non
avrebbe senso o lo avrebbe in quello più deteriore del termine, sia
perché, e credo tu lo sappia, io sono sempre stato profondamente
individualista. Quanto, poi, alle cene organizzate in cui si
denigravano i colleghi, posso dirti che tutto ciò corrisponde al falso
poiché mai e poi mai una cosa del genere sarebbe stata anche solo
lontanamente immaginabile. Se cene ci sono state, sono state per un
semplice e sincero affetto e stima reciproci. Poi, come spesso accade,
il primo si è rivelato controproducente e privo di sostanza, la seconda
è crollata e non avrebbe mai avuto motivo di esistere.
Quanto alla domenica in cui alcuni colleghi sono stati allontanati
dalla sala stampa, effettivamente avremmo potuto protestare
energicamente, ma, inutile nasconderlo, la categoria, almeno qui a
Lucca e non cerco né colpevoli né pretendo di essere fra gli innocenti,
non è unita né lo è mai stata. E, se permetti, in quella circostanza,
seppure sbagliando, posso anche capire che, di fronte alle critiche e
agli attacchi, da parte della dirigenza rossonera ci sia stata una
reazione del genere. Ripeto, non si tratta di giustificare o anche solo
di comprendere. Piuttosto è la constatazione che se si dà uno schiaffo
a qualcuno, seppur metaforico, non ci si può attendere che questo
risponda con un guanto di velluto.
Infine vorrei chiudere con la sceneggiata del giornale gettato per
terra da Hadj senza che alcuno abbia mosso una protesta. La risposta
potrebbe essere la stessa di cui sopra. L'ipocrisia vorrebbe
un'atmosfera collettiva da embrassons nous, di un abbracciamoci che non
esiste e che, diciamocela tutta, non ha né avrebbe ragione di essere.
Forse è vero, avremmo potuto alzarci e andarcene, ma con il senno di
poi non è mai stato concluso granché.
Nella vita, purtroppo o per fortuna, contano i risultati. E sotto
questo aspetto aveva ragione chi sosteneva che questa dirigenza avrebbe
condotto la Lucchese Libertas alla rovina. Chi, però, ha creduto in
buona fede nel progetto e si è rivoltato solo quando ha capito che
veramente la rovina era molto vicina - a Sorrento e, sulla via del
ritorno, alla notizia del deferimento per il mancato pagamento degli
F24 - non ha meriti, ma nemmeno i demeriti che qualcuno può pensare. La
passione e l'entusiasmo, quando sono sinceri e onesti, ossia senza
alcun interesse personale sia di natura materiale sia spirituale, non
possono essere banditi o archiviati con una semplice battuta. Dietro,
davanti al loro fallimento, ci sono sofferenze e amarezze che non si
liquidano in un batter d'occhio e che non si possono dimenticare.
A.G.