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Lettere alla Gazzetta Lucchese

Enrico Castellacci: "Le istituzioni hanno il dovere morale di aiutare un imprenditore come Giuliani perché sta riportando in alto la squadra rossonera che è anche patrimonio della città"

30/04/2009 16:18

Enrico Castellacci, professione primario del reparto di Medicina e traumatologia dello sport all’ospedale Campo di Marte, medico delle squadre nazionali di calcio, una infinità di altre cariche più o meno onorifiche, decine di conferenze e inviti a seminari internazionali, una fama che ha valicato i confini della penisola. Eppure, nonostante gli allori, su tutti il mondiale in Germania del 2006, è sempre, a Lucca e per gli amici, il professore. Con quei baffetti che gli danno un’espressione furba, vispa, intelligente, come di una persona dai tempi di reazioni immediati e, allo stesso tempo, riflessivi. Un uomo che pedala visite su visite, interventi su interventi, ma che, nel suo studio, sulla scrivania, tiene un libro che solo a vederlo incute soggezione: è la Vita e dottrina dei più celebri filosofi di Diogene Laerzio. In esso il segno è, quasi sempre, su una figura minore della filosofia greca, quell’Aristippo principe degli edonisti antelitteram, sostenitore del piacere fino, però, a quando esso non finisca per far diventare l’uomo schiavo e incapace di manifestare la propria libertà. Un individualista che amava, della vita, la parte migliore, la più visibile e la più bella, che vedeva nel piacere e nella sua soddisfazione il fine ultimo dell’uomo sempre a patto di non perdere di vista i valori fondamentali che ne permettevano il giusto e non smisurato godimento.

Professore, cominciamo dalla… fine. Come sta Francesco Mocarelli?

“L’ho visto l’altro giorno, è in anticipo sui tempi di almeno un mese, sta bene e ha recuperato benissimo. Conti che il campionato è finito e abbiamo deciso, almeno per il momento, di non rischiarlo. Più in là vedremo. Comunque è già pronto per allenarsi con la squadra e, credo, che proprio in questi giorni verrà aggregato al resto dei compagni” (parole profetiche perché proprio ieri Favarin ha fatto allenare il ragazzo con il gruppo ndr).

La Lucchese Libertas di Fouzi Hadj è fallita. C’è un’inchiesta penale, qualcuno rischia davvero…

“Non conosco esattamente i termini della vicenda giuridica, resta l’amarezza di una C1 perduta e di un periodo della storia della Lucchese che avrebbe potuto avere degli splendidi scenari e che, invece, per tutto quello che noi sappiamo, ha portato la squadra allo sfascio”.

I dirigenti della nuova società le hanno proposto qualche incarico di prestigio?

“No, non mi hanno proposto niente, ma tra noi c’è stima reciproca, un mio collaboratore, il dottor Malfatti, è il medico sociale rossonero, inoltre ci consultiamo in ogni circostanza. Conosco il presidente e ne ho ricevuta un’ottima impressione”.

La Sporting Lucchese ha stravinto il campionato anche se di serie D…

“Ho seguito anche se in maniera non continuativa la squadra e anche alcuni giocatori che, tramite, appunto, uno dei miei assistenti, hanno avuto a che fare con il nostro reparto. E’ difficile vincere e quest’anno la Lucchese ha vinto il campionato ed era tanti anni che i tifosi non avevano la gioia di assaporare una vittoria simile. Non ha importanza se questo avviene in serie D piuttosto che in una categoria superiore. Va considerata, sempre e comunque, una splendida vittoria e non va dimenticato il rilancio di questa squadra”.

Quali sono le caratteristiche di questa società?

“Cosa si rileva da questa società? Innanzitutto l’essenza imprenditoriale, con idee estremamente chiare e pragmatiche, un’ottima rosa di giocatori, un ottimo allenatore e la competenza del direttore sportivo che hanno portato, poi, al successo. Le idee chiare si avvertono, particolarmente, nella visione del futuro non dettata da manie di grandezza, ma saldamente ancorata ai valori economici del calcio moderno, quindi cercare di andare sempre più in alto mantenendo, però, la saggezza di una gestione economica compatibile”.

Nessuno si schiera apertamente sul nuovo stadio. Lei è favorevole o contrario?

“Il presidente Giuliani va premiato per come si è impegnato e per le risorse che ha versato. Quindi è compito delle istituzioni locali dare un ausilio a un imprenditore. Le istituzioni devono aiutare le imprese se è vero, com’è vero, che la squadra di una città rappresenta un patrimonio reale della città stessa. Tutti coloro che, come Giuliani, spendono tempo, energie e soldi per portare in alto questa squadra vanno aiutati dal punto di vista imprenditoriale. Qualsiasi progetto può essere utile. Non pensate che oggi esistano dei mecenati disposti a investire senza ricavare nulla”.

Che tipo di impegno dovrebbero manifestare le istituzioni?

Le istituzioni devono sentirsi moralmente impegnate verso un imprenditore che sta riportando in alto la squadra che, ripeto, è patrimonio della città”.

Giuliani è stato esplicito: o si fa lo stadio o me ne vado.

“Fa parte del gioco. E’ stato sincero. Ha dimostrato pragmaticità e onestà intellettuale nel dirlo prima. Ha ragione”.

Non ha detto ancora se è a favore oppure no al nuovo stadio?

“Non entro nel merito dei progetti, ma credo che a livello di principio il presidente vada aiutato a portare avanti il progetto Lucchese. Se poi, come ha detto, con questa iniziativa che ha in mente si può autofinanziare questa squadra, è ancora meglio”.

Che differenza tra la Lucchese di Hadj e quella di Giuliani…

“E’ tutto un problema di gestione. Quando riesci a gestire in maniera saggia e senza sprechi e con persone all’altezza, i risultati li ottieni. Se la gestione è più quantitativa piuttosto che qualitativa, non vai da nessuna parte. Con Fouzi tremila persone gestivano la società. Un presidente deve saper scegliere i propri collaboratori”.

Un suo ex giocatore, Silvio Giusti, in questa tragedia sportiva ha perso tutto: dai soldi alla faccia. Eppure non si possono mettere in dubbio la sua competenza, la sua generosità, la sua, probabilmente, eccessiva fiducia nel personaggio.

“Questa domanda riavviva in me la profonda amarezza che ho avvertito negli ultimi tempi della vecchia Lucchese. E ripenso a Silvio Giusti che, per quanto mi riguarda, ha dato tutto in professionalità, energia e quant’altro. Purtroppo non potendo ottenere, non certo per colpa sua, i risultati sperati. Lo ritengo persona di grande sensibilità e di grande professionalità. Sono sicuro che elementi come lui non potranno stare molto lontano dal calcio”.

Professore, con tutto quello che ha da fare trova anche il tempo per leggersi la Vita dei filosofi di Diogene Laerzio?

“Ripercorro quella che è la storia dei filosofi greci guardando, con particolare attenzione, a quella corrente che è la mia preferita, quella cirenaica, guidata da quello stupendo maestro il cui nome è Aristippo, poco conosciuto forse, ma per me di grande valenza”.

Al. Gra.

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