Che si bofonchia?

Lettere alla Gazzetta Lucchese

Lucchese, un viaggio sino ai giorni nostri

06/12/2007 17:19

 

Vladimir Leskur

La magnifica avventura è durata otto stagioni e non si ripeterà più, ma andando a ritroso nel tempo non si possono dimenticare i giocatori che con i colori della Lucchese hanno trovato il trampolino di lancio per affermarsi altrove e sono assurti all’onore di indossare la maglia azzurra. Eccone la presentazione:

OLIVIERI Aldo 24 presenze in azzurro, 81 gare nel Torino

MICHELINI Danilo 144 gare fra Roma(53), Torino(38), Livorno(29), Fiorentina (24) 58 reti

ROSELLINI Luigi 99 gare fra Napoli (49), Milan (50).

BERTUCCELLI Alberto 6 pres. in azzurro; 184 gare fra Juventus(178),Roma(6)

GIOVANNINI Attilio 13 pres. in azzurro; 236 gare fra Inter (191), Lazio (45).

VIOLA Giovanni 11 presenze in azzurro; 242 gare nella Juventus.

NAY Cesare 226 gare fra Torino (137), Triestina (30), Juventus (59).

CUSCELA Raffaele 146 gare nel Torino.

FERRARIO Rino 10 presenze in azzurro; 216 gare fra Juventus (146), Inter (29) Triestina (32), Torino (11).

MAZZA Bruno 1 presenza in azzurro; proveniente dal Genoa (21 g.); quindi altre 119 fra Legnano (32), Inter (83), Fiorentina (4).

BACCI Giancarlo 233 gare fra Roma (42), Udinese (30), Bologna (31), Fiorentina (28), Torino (69), Milan (15), Padova 19. Reti 87.

Da questa selezione escono 11 nominativi e se non vi fossero 2 portieri si potrebbe allestire una formazione. Siccome il calcio odierno è basato sui numeri dai quali scaturiscono strani moduli con numerazioni impossibili, in questo caso provo anche io a giocare. All’elenco sopracitato aggiungo Ugo Conti e traggo una formazione basata su un ipotetico 4-3-3: OLIVIERI (VIOLA); BERTUCCELLI, NAY, CUSCELA, GIOVANNINI; MAZZA, ROSELLINI, FERRARIO; MICHELINI, BACCI, CONTI.

Chissà se i pseudo-campioni odierni ne trarrebbero insegnamento? E come tutte le belle favole si chiude il periodo aureo del club toscano. La retrocessione è giunta inaspettata, forse è mancata, spareggi a parte, la tenuta finale. Nell’ambiente, anche se non lo si ammette, si respira un’aria di smobilitazione che indica il termine di un ciclo. Paradossi è ancora alla guida del club e pare credere ad u-na possibile ripresa. Lo testimonia il fatto che vengono riconfermati diversi giocatori dalla trascorsa stagione come Parodi, Boniforti, Frandsen, Maestrelli, Taiti, Scarpato. Purtroppo i risultati sono tutt’altro che confortanti e si verifica una serie impressionante di insuccessi. Il bilancio finale è da brividi: ultimi con la miseria di 20 punti all’attivo ridotti poi a 2 per un caso di illecito sportivo.

IIl presidente Paradossi rassegna le dimissioni e la crisi avanza come una cancrena NNon si riesce neppure a sopportare il ccampionato di C e la Lucchese nel ‘54-55 si ritrova in IV° Serie. Neppure il ritorno in società dell’ingegner Della Santina può risollevare la squadra. Si ritorna in serie C nel 1958-59 soltanto grazie ad una ristrutturazione dei campionati minori. Nel frattempo l’avvocato Frezza ha assunto la presidenza. Questi riporta un certo ordine nella società ed assume come tecnico il giovane Leo Zavatti che nel giro di due stagioni riporta i colori rossoneri in serie B. Nel 1961-62 la Lucchese disputa un torneo dignitoso. Quando pare che si possa operare con una certa tranquillità, subentra l’ennesima crisi societaria che obbligano presidente e tecnico a rassegnare le dimissioni cosicchè nel 1963 si verifica una retrocessione tanto annunciata quanto rassegnata.

I tempi belli sono soltanto un lontano ricordo e sino al 1978 è un continuo altalenarsi fra C e D e quando si verifica la riforma della serie C, la situazione non muta poiché si è sempre in ballottaggio fra C1 e C2.

Nella stagione sopracitata Romeo Anconetani assume la presidenza della società e con questo personaggio alla guida si lotta per la promozione in serie cadetta. Alla 25° giornata è in programma a Ferrara lo scontro con la Spal capolista. Si disputa un’ottima gara ma non si và oltre il 2-2, quindi nelle restanti gare si perde il ritmo e pur terminando secondi, ben 11 punti dividono i lucchesi dagli emiliani.

L’anno seguente si retrocede in C2 ove si permane sino al 1985, quindi dopo tre anni assistiamo alla svolta decisiva che avviene quando il presidente Maestrelli affida la squadra ad Orrico, un giovane tecnico che predilige il modulo della zona ed attua uno spregiudicato gioco offensivo. Si ottiene un secondo posto che significa promozione nella serie cadetta dopo ben 28 anni di attesa, contornato dalla conquista della Coppa Italia di serie C.

Con il nuovo tecnico i rossoneri praticano un gioco efficace e non patiscono affatto il salto di categoria. Al termine del girone di andata la squadra è in seconda posizione preceduta dal fortissimo Foggia di Zeman. I tifosi sognano ma debbono accontentarsi di un ottimo sesto posto finale.

L’Inter di Moratti offre un super contratto ad Orrico: sono occasioni alle quali è impossibile rinunciare anche se l’ambiente di un grande club non si addice al genuino tecnico massese e fra un paio di stagioni lo rivedremo nuovamente in rossonero.

Nel frattempo il presidente Maestrelli affida la squadra a Marcello Lippi, altro trainer emergente che svolge un ottimo lavoro che ottiene un buon ottavo posto e come nel caso del suo predecessore la panchina rossonera costituisce il trampolino di lancio per altri importanti traguardi.

Altre sette stagioni disputate in B con discreti risultati. Nella stagione 1998-99 si verifica l’addio di Maestrelli che coincide con la retrocessione.

Avviene un ridimensionamento ma il nuovo dirigente Aldo Grassi riesce a barcamenarsi nonostante la difficile situazione. Nel 2002 si sfiora l’impresa: si và ai play-off e dopo aver superato il Treviso si gioca la doppia finale con la Triestina. Nella prima gara giocata nella città giuliana gli alabardati si impongono per 2-0 e quella di ritorno termina 3-3 anche se Carruezzo, il giocatore simbolo di questa Lucchese fallisce un penalty colpendo il palo.

Questa è l’unica occasione degli anni 2000 non sfruttata dai rossoneri per compiere l’auspicato salto di qualità. Attualmente, la Lucchese occupa una posizione di medio alta classifica o con prospettive di inserirsi nei play-off.

La massima serie attualmente rimane un sogno proibito ma non è detto che sia irrealizzabile ed a riprova di ciò Empoli, Siena e Livorno ne sono il tipico esempio Riguardo ai singoli che hanno lasciato un’impronta in rossonero e giunti agli onori della serie A vanno ricordati i gemelli Piga nella metà degli anni ’70, quindi una lunga pausa sino ai primi anni ’90 con gli esordi dei difensori Delli Carri, Bettarini e Rastelli. Nella seconda metà di quel decennio è la volta di Stellone, del camerunense Wome e del giovanissimo Ighli Vannucchi, elemento di classe che attualmente è il punto di riferimento dell’Empoli.

Giunti in chiusura mi concedo una parentesi per nuovamente riallacciarmi alla Lucchese. Esistono calciatori dai cosidetti piedi buoni che nella loro anche lunga carriera non riescono a cogliere l’attimo fuggente e la massima serie è loro preclusa, mentre molti mediocri, per una serie di circostanze sfruttano tali occasioni.

Tipico esempio sono gli attaccanti Roberto Paci ed Eupremio Caruezzo che hanno dato il meglio con i colori rossoneri. Senza decantare le doti del primo diamo voce alle cifre: 375 presenze con 137 reti, mentre per il secondo il quoziente reti/presenze è ancora migliore con 63 segnature in 124 gare. Ad onor del vero Carruezzo ha conosciuto la serie A nel 1999 all’età di 30 anni con sole 4 presenze a Cagliari.

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