Che si bofonchia?
Lettere alla Gazzetta Lucchese
Esce "Ultras", il libro di Andrea Palmeri: una valanga di lettere in redazione accende il dibattito
12/12/2009 08:56
Non vivo a Lucca da qualche anno, mi sarò perso qualcosa. Mai avrei creduto che questa sonnolenta città, che solo il nostro Sindaco definisce "viva e vivace", si svegliasse d'un tratto per contestare la presentazione di un libro sui tifosi della Lucchese. Certo, mi si dirà, "quello da 'censurare' l'autore, non il carattere del testo", perché l'autore si chiama Andrea Palmeri, come dite voi in uno dei vostri editoriali, addirittura "un fascista" e, come definiscono altri ancora più duri, "un pregiudicato".
Non mi interessa entrare nella polemica politica, né, tantomeno, in quella giudiziaria, ma lasciatemi dire che tutto ciò è piuttosto singolare in un Paese che ospita con cadenza quotidiana in televisione, giornali, Parlamento, Università, aule comunali, provinciali, cirscoscrizionali, gente, non solo pregiudicata, ma pluricondannata per omicidi plurimi (o per essere mandante di omicidi plurimi, che per me anche peggio). Qualche nome? Restiamo nel ramo dei "politici", se volete: Curcio, Fioravanti, Segio, Balzerani, Mambro, Moretti, Faranda ecc.
Personalmente sostengo ogni tipo di dibattito e libertà d'espressione...anche quella che mi pare la più abominevole del mondo. Perché, come diceva, Montesquieu, ormai qualche anno fa, "non sono d'accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee". Perché di idee, fino a prova contraria, si tratta. Meditate gente, meditate. E, se volete, leggete il libro "Ultras" o fatene piacevolmente a meno. Anche questa scelta fa parte della libertà d'espressione. Quella di tutti, Palmeri incluso. Grazie per lo spazio che mi avete concesso,
IDB
p.s. ben vengano queste scosse per dare la sveglia a questa sonnolenta città. Il dibattito, quando fatto in buonafede e senza pregiudiziali, è sempre e comunque da sostenere.
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Non avrei mai pensato che la pubblicazione della presentazione del mio libro Ultras la storia del tifo rossonero, suscitasse così tanto clamore a livello politico. Perché, lo voglio chiarire subito, è un libro che non parla di politica, ma della storia del tifo organizzato a Lucca. Oltretutto il frutto del mio lavoro, 350 pagine in formato grande, non è farina del mio sacco, ma frutto delle 80 persone intervistate che mi hanno raccontato le loro storie. Tifosi di tutte le età e di tutte le fedi politiche, tanto per chiarire questo punto che però nel libro è assolutamente marginale. Il libro parla della sottucultura ultras e affronta il fenomeno del tifo organizzato a Lucca nelle sue mille sfaccettature, dalla nascita ai giorni nostri. Sarà un almanacco, il primo e il più completo, su tutto quello che ruota intorno al tifo organizzato della nostra città. Nel libro si parla di tutto quello che è successo: tifo, coreografie, aneddoti, materiale ultras, fatti e misfatti e tantissime foto di tutte le annate; in pratica tutto quello che è successo in questi 30 e più anni di fenomeno ultras nella nostra città, cose belle e cose brutte e, soprattutto, non sarà un libro di parte.
Mi rattrista vedere che personaggi politici si permettono di sputare sentenze senza nemmeno avere letto il libro, senza sapere niente di quello che troveranno scritto; così, solo per partito preso. Oltretutto vedo che ha trovato spazio un certo Giordano che mai ha messo piede al Porta Elisa, ma che, mosso da bieco odio politico, si permette di criticare un libro che non ha letto, di sputare sentenze senza mai essere stato un tifoso della lucchese. Perché io seguo la lucchese da quando avevo 10 anni e sono sicuramente in grado con cognizione di causa di scrivere un libro sul tifo rossonero. Ho avuto tre daspo, è vero, ma lo sanno coloro che sputano sentenze che sono stato assolto le prime due volte per non avere commesso il fatto (la diffida me la sono scontata però) e, quanto alla terza, una persona può essere dichiarata colpevole solo quando tutti i gradi di giudizio si sono conclusi e la sentenza è passata in giudicato e non è il mio caso? E questo, i signori che si ergono paladini della Costituzione dovrebbero saperlo. Inoltre il vostro sito di cui sono lettore si deve occupare di calcio, della nostra Lucchese e basta. Il mio libro parla di calcio e di tifo non di politica. Anzi specifico meglio sebbene la Lucchese Libertas sia il fulcro del mio libro, i protagonisti sono tutti coloro che con la loro passione seguono e hanno seguito ovunque i colori rossoneri. Le personalità politiche che hanno espresso indignazione non le ho mai viste ad una traserta della Lucchese, non le ho mai viste soffrire per una vittoria dei rossoneri. Non me ne vogliano, ma così si dimostrano solo degli intolleranti perché criticano un libro senza conoscerlo, sono disposto ad accettare le loro critiche e la loro indignazione, ma almeno prima si leggano il libro e poi dicano pure la propria opinione. Sebbene venga, anche da voi di Gazzetta Lucchese, definito un "fascista" io credo nella democrazia e ho profondo rispetto delle idee altrui, anche per una maturazione personale, quindi rispetto tutte le critiche, però non le critiche da chi nemmeno sa di cosa parla il libro. Per finire Forza Lucchese e alla presentazione vi aspetto tutti".
Andrea Palmeri
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Esce il libro di Andrea Palmeri e, come prevedibile e da voi previsto, si alza un putiferio politico-mediatico. Forse qualche riflessione sulla vicenda è giusto farla, dato lo "spessore" dell'autore e i suoi comportamenti spesso violenti.
Credo che non si debba scindere completamente il libro da chi lo scrive, ma credo anche che il nostro sia un paese clamorosamente schizzofrenico nel giudicare fatti e persone. In una società purtroppo ormai divisa come la nostra, l'appartenenza garantisce immunità o/e colpe, a seconda da che parte si guardino e/o provengano le persone. La sinistra accetta terroristi, anche assassini che hanno incarichi parlamentari o tengono lezione all'Università, la destra non riesce mai a fare completamente i conti col passato o con alcune "connivenze" con strati della società che sono ai margini della legalità.
E in tutto questo arriva il libro di Palmeri e la sua pubblica presentazione.
Penso che, lasciando chiara la natura del personaggio e la sua volontà di avere in mano la curva (con i metodi a tutti noti), bisognerebbe anche considerare che, comunque, i tifosi che seguivano in casa e fuori i colori rossoneri, erano appunto di colore rosso e nero. La cosa che forse non tutti sanno è che nei confronti della lealtà di gruppo esistente negli scontri tra tifoserie, pare che non sia mai stato considerato lo specifico colore di ognuno ma solo l'appartenenza alla tifoseria lucchese. Mi spiego: se un ragazzo di sinistra era coinvolto in scontri e soverchiato, i ragazzi di destra lo aiutavano. E viceversa. Questo non vuol dire certo che il tutto sia un modello di comportamento da portare ad esempio, ma solo la dimostrazione che in particolari dinamiche quali il tifo sportivo, le differenze politiche tra giovani vengono superate in nome di un "bene comune" e di una "appartenenza comune"
Tutto questo per dire che le dinamiche di stadio non rispondono a quelle della polemica tra parti e partiti, tra Presidenti di Enti e loro consiglieri o tra Sindaci ed opposizioni.
Quanto sia strano e misterioso il mondo del tifo, lo manifesta ad esempio anche il fatto che alcuni consiglieri di opposizione sconfessano la loro politica urbanistica e si esprimono a favore del nuovo "stadio" solo in virtù della loro fede rossonera...
Tutto questo per dire che, il libro forse non sarà fatto da uno stinco di Santo ma sicuramente da una persona che conosce la materia; che una occasione di recupero e di redenzione se viene offerta a Curcio può anche essere data a Palmeri e che in fin dei conti, forse sarà meglio accoglierlo come un segnala di ravvedimento e di rinuncia alla violenza: scrivere un libro è antitetico rispetto a chi una volta i libri li bruciava in piazza...
E poi, politici tutti di destra e di sinistra, fate un passo indietro e lasciateci godere questo momento in cui, dal vuoto cosmico in cui eravamo, ben due pubblicazioni raccontano la storia e le storie di questo amore rossonero che, da più di cento anni, nonostante vari fallimenti, le molte sconfitte e le poche vittorie, lega la Lucchese alla nostra città.
M.S.
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Vi seguo sempre con grande interesse, così come seguo con passione la nostra Lucchese. Per carità, ognuno fa le scelte che ritiene più opportune...ma stavolta proprio non vi seguo (scusate il gioco di parole): mi pare quantomeno di cattivo gusto - per usare un eufemismo - pubblicare la notizia della presentazione del libro di Palmeri.
Sono note le caratteristiche dell'individuo, sono note le sue belle "imprese" fuori e dentro dallo stadio, noto il suo ricco curriculum, noto il fatto che lui e i suoi "accoliti" siano stati per molti anni il tumore della curva.
Ma mi stupisce ancora di più (anche se fino a un certo punto) che alla presentazione del suo libro intervengano addirittura rappresentanti istituzionali, rappresentanti di tutti i cittadini...come siamo caduti in basso.
Certo vero, grazie a lui Lucca qualche volta ha conquistato le prime pagine dei quotidiani anche nazionali...addirittura dopo lo spettacolo dato a Bulgaria-Italia fu intervistato alla "vita in diretta" (bel mi' canone), ma non mi pare che le sue imprese abbiano dato gran lustro alla nostra città!
Saluti e forza Lucca...quella vera,
Nicola Lazzarini
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"Vorrei dire la mia sulla questione del libro di Palmeri. Leggendo la lettera di F M non posso che notare che il sovrannominato "tifoso" e lo virgoletto, parla per menzogne e luoghi comuni . Innanzitutto lo correggo ricordandogli che quando ci sono stati scioperi di tifosi il gentil Palmeri non c'era perché non poteva avere accesso allo stadio, come si dice in gergo era diffidato, quindi dubito che lo possa aver visto venire alle mani con chi voleva fare tifo. E questo io lo posso affermare con certezza perché allo stadio ci andavo e ci vado ancora, non so se il "tifoso" FM faccia altrettanto e oltretutto conosco la persona a cui lui fa riferimento. Non capisco le polemiche verso la pubblicità data a questo libro; prima leggiamolo e poi eventualmente critichiamolo, io lo comprerò forse il "tifoso" F. M. parla per partito preso o per odio politico, perché tanto è inutile girarci intorno: le critiche alla persona che ha scritto quel libro avvengono solo per odio politico, a chi è di sinistra lui non sta simpatico e conoscendo l'autore del libro so che è una cosa reciproca. Un libro si critica solo dopo averlo letto,farlo prima è solo faziosità. Io penso che la persona che ha scritto il libro sia una persona che nel bene o nel male si sia sempre comportato alla luce del sole, e non me ne voglia F. M visto che io allo stadio ci sono sempre andato non ho vissuto il clima di terrore di cui
lui parla e dirò di più: penso che tutta la faccenda che riguarda quella persona sia stata volutamente montata dai media o da non so chi. Comunque attendo quel libro con impazienza, lo comprerò, se non mi piacerà lo criticherò, ma prima di parlare lo leggerò".
Giorgio Betti
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Come immaginavamo, la decisione di pubblicare l'annuncio della presentazione del libro di Andrea Palmeri ha suscitato una serie di giudizi e di riflessioni che meritano, senz'altro, di essere pubblicate. Cominciamo da quella di un tifoso rossonero.
"Mi stupisco che sia data notizia della pubblicazione del libro di Palmeri. Lo stesso che si è reso celebre a Lucca per motivi noti a tutti, ma che ha avuto il merito di far apprezzare ancora di più il "tifo" (virgolettato perchè a chiamare il Palmeri un tifoso ci vuol del coraggio...) nella partita Bulgaria-Italia a sofia http://www.calcioblog.it/post/7018/nazionale-stop-a-trasferte-per-i-tifosi Ricordo come il Palmeri e la sua "combriccola" siano la causa dei dissensi che hanno svuotato la curva Ovest dai tifosi (per esempio: una volta, il gentil Palmeri venne quasi alle mani con un tifoso perchè incitava la squadra quando loro avevano deciso di scioperare per l'arresto di alcuni "tifosi")". F. M.
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A Lucca tutti sanno chi è Andrea Palmeri. Se non altro per aver letto i giornali o aver visto le immagini in Tv. Palmeri è, e lo ha sempre detto, un fascista. Lo ha dimostrato agendo, spesso, con violenza nei confronti di chi non la pensava come lui, manifestando idee e intuizioni storiche da far accapponare la pelle a chi, della Storia, ha un concetto rigorosamente oggettivo e non di parte. E' stato condannato dalla magistratura e si è anche sciroppato svariati mesi di carcerazione preventiva. Ha sempre pagato di persona, almeno sotto il profilo della responsabilità penale che, si sa, è personale. Molti tifosi, davanti alle soverchierie degli ultras della Curva Ovest, hanno preferito trasferirsi in gradinata per non doversi assogettare ai diktat di chi, nella curva, faceva il brutto e il cattivo tempo. Avremmo, quindi, avuto tutti i motivi per evitare di dare spazio all'autore di questo libro che, tra l'altro, ancora non abbiamo letto.
Invece, è stato deciso di pubblicare l'annuncio della presentazione. Perché? Semplice. Innanzitutto perché una piccola chance come questa non si nega a nessuno. Poi perché la lettera che qui accludiamo, di Andrea Palmeri, merita, quantomeno, un minimo di curiosità giornalistica. Infine, ed è la ragione più importante, perché in un Paese dove chi, ubriaco o no, investe ed uccide una o più persone e può anche permettersi di stare a casa e girare indisturbato; dove si può spacciare droga pressoché impunemente; dove il rispetto della legge, in alto come in basso, è un eufemismo; dove il garantismo è la regola che tutela il singolo, ma non la collettività; dove nessuno si mobilita e manifesta davanti alle ambasciate dei vari Paesi in difesa delle donne che subiscono violenza o vengono uccise in nome dell'Islam all'interno dei nostri confini; dove non esiste più rispetto nemmeno per il nostro Paese, la nostra civiltà, le nostre tradizioni; dove - in questa Repubblica di impuniti - si ha ancora paura, soltanto e, soprattutto e, magari, a ragione, del fascista e non, ad esempio, anche dell'assassino, dello spacciatore, del clandestino, del violento, del bullista, del truffatore, del ladro, del faccendiere, dell'imprenditore arricchito chissà come chissà perché, del camorrista, del mafioso e via dicendo, di tutti coloro che, in sostanza, violano le regola della buona convivenza e della legge.
Ecco, in un Paese dove accade questo, e ben altro, pubblicare l'annuncio della presentazione del libro di un noto fascista - il quale, a nostro avviso, dovrebbe approfondire sotto il profilo bibliografico lo stesso periodo del quale dice di essere seguace e segugio - ci pare davvero una quisquilia. Del resto si intervista in Tv perfino Donato Bilancia, killer di quasi una ventina di prostitute, per capire se c'è qualcosa di buono in lui; una Tv dove tutto fa spettacolo e tutto si mescola in un incomprensibile bailamme, sempre nello stesso Paese in cui non contano i principi o i fatti, ma la vita sessuale dei suoi Governanti; dove tutto è relativo e possibile oltreché normale. Ebbene, in un mondo come questo, privo di certezze e ricco di incertezze, sapere che esiste un fascista, con tutti i suoi difetti e senza nessun pregio, ci consente di pensare che, in fondo, c'è ancora qualcosa che può essere chiamato con il suo vero nome. E, perdonateci l'imprudenza, la cosa ci fornisce, provocatoriamente, una minuscola consolazione.
Ecco il testo della lettera inviata da Andrea Palmeri a Gazzetta Lucchese:
"Caro ..., ti mando la locandina della presentazione del mio libro, spero la potrai pubblicare nel sito Gazzetta Lucchese. Questo è il più bel libro sulla storia del tifo rossonero, un almanacco completo. Sono 350 pagine dove si racconta tutto sul tifo organizzato a Lucca dalla nascita del primo club organizzato, nel 1975, fino ai giorni nostri senza trascurare niente di quello che è successo. Si parlerà di tifo e delle sue mille sfaccettature. Ovviamente, avendolo scritto io, non è un libro buonista e si parlerà anche di incidenti. Nel libro si racconta la storia di 30 e più anni di sottocultura ultras a Lucca. Le partite memorabili,le coreografie, il modo di fare tifo, i cori, gli scontri, le amicizie, le rivalità, i personaggi, gli aneddoti. Il tutto arricchito dalle interviste a tre glorie rossonere D'Urso ,Paci, Carruezzo che raccontano come vivevano il rapporto con la città e la tifoserie. E poi ci saranno tantissime foto inedite e tante cose altrettanto inedite che non ti svelerò perché dovrai leggere il libro. L'UNICO che racconta tutto. Ti dico solo che per avere tutte le notizie ho intervistato ben 80 tifosi storici. Un saluto.
Andrea Palmeri
Il libro sarà presentato sabato 19 dicembre a Lucca al centro sportivo Sandro Vignini di via dello Stadio alle 15,30.