Che si bofonchia?
Lettere alla Gazzetta Lucchese
Tronchetti: "Attendere e restare fiduciosi, con la squadra che deve però tornare quella di sempre. Ora due gare difficili, dalle quali potrebbero non arrivare tanti punti, ma sono l'ultimo ostacolo sulla strada della promozione"
16/02/2010 19:13
Una caduta - dopo 18 turni senza sconfitte - che può far
soltanto bene a una formazione destinata a tagliare il traguardo
promozione con 4-5 turni d'anticipo sulla fine del campionato. Perché,
anche inconsciamente, trovarsi in testa alla classifica e con un
margine che oscilla tra i 7 e gli 11 punti può portare a un inevitabile
rilassamento. E questa Lucchese - che fa della concentrazione,
dell'agonismo, della duttilità tattica e della compatezza del gruppo le
sue armi migliori - non può guardarsi troppo nello specchio per
ammirarsi. Non rientra nelle corde del suo dna.
Deve lavorare, lavorare, lavorare e non sentirsi mai appagata.
Favarin lo sa bene e dopo il meritato ko di Celano ha già parlato
chiaro ai suoi ragazzi che, a partire dalla sfida di domenica con un
avversario assai temibile come il Gubbio, sapranno rientrare nei ranghi
e tornare quello che sono stati sin dall'inizio della stagione. Una
squadra cinica, quadrata, consapevole dei suoi mezzi e dei suoi limiti
e soprattutto votata al bel gioco, al fraseggio, alla costruzione e
alla finalizzazione della manovra.
Un passo falso, quello in terra d'Abruzzo, sicuramente fisiologico,
ma che non deve essere preso sottogamba. I biancazzurri, che fanno
della corsa, del pressing asfissiante e dell'applicazione sistematica
della tattica del fuorigioco, le uniche armi per poter imporsi
sull'avversario già all'andata avevano fatto soffrire la Lucchese. Che
aveva ribaltato il risultato proprio in virtù di un atteggiamento
tattico di tipo ortodosso da parte del tecnico Modica, discepolo di
Zeman, che anziché coprirsi le spalle e bloccare le corsie esterne
aveva proseguito imperterrito nel suo gioco a zona con la difesa alta e
la spregiudicatezza eccessiva.
Stona quindi il modo in cui i rossoneri sono entrati in campo al
Piccone. Perché il Celano ha giocato esattamente come aveva fatto
all'andata utilizzando più o meno gli stessi uomini. Non era quindi
un'impresa impossibile intuire le mosse dei biancazzurri e colpirli nei
punti deboli. Invece a steccare sono stati gli elementi determinanti:
da Biggi a Pera, da Mariotti a Carloto.
Senza considerare che, specie nelle partite esterne, non si può
rinunciare contemporaneamente all'esperienza di Chadi e Mocarelli.
Almeno uno dei due - com'era accaduto a Nocera Inferiore dove i
rossoneri erano andati decisamente meglio e meritavano obiettivamente i
tre punti - è indispensabile per l'equilibrio della squadra. Adesso c'è
soltanto da guardare avanti. E i prossimi due impegni sono tutt'altro
che semplici.
Domenica al Porta Elisa arriva il Gubbio dell'ex Gigi Simoni e del
bomber Marotta (16 reti, l'anno passato con l'Arrone autore di uno dei
due gol capaci di espugnare il nostro stadio e oggetto del desiderio di
mister Favarin). Una squadra da prendere con le molle, nonostante le
assenze dell'ottimo Sandreani e del terzino Farina, che in trasferta ha
vinto le stesse partite della Lucchese e che - ne sono più che convinto
- taglierà il traguardo dei playoff andando a giocarsi la promozione in
Prima Divisione con ottime chances di arrivare almeno alla finale e
che, in virtù dei bilanci in regola, della tradizione calcisticica e
della militanza nell'ex C2, se non dovesse riuscirci sul campo potrebbe
essere tra le prime ripescate nel caso - certo - di ulteriori
fallimenti e mancate iscrizioni nella prossima stagione di Lega Pro.
Superato questo scoglio i rossoneri andranno al Fedini di San
Giovanni Valdarno, campo tradizionalmente ostico dove raramente la
Lucchese è riuscita a ottenere l'intera posta. E non sarebbe da
scandalizzarsi o da fare polemiche inutili e fuori luogo se i
rossoneri, in entrambi i casi, non riuscissero a conquistare l'intera
posta.
Il vantaggio consistente e gli avversari viaggiano a corrente
alternata e non dispongono di rose ampie e competitive per cui
l'assenza di uno o due elementi titolari provoca non pochi grattacapi.
Basta gestire con intelligenza e acume tattico le ultime 11 giornate.
Perché, dopo il trittico terribile (Celano, Gubbio e Sangiovannese) ci
sono due partite decisamente meno impegnative: al Porta Elisa con la
Pro Vasto e in trasferta con la derelitta Colligiana, ultima in
classifica e oberata da consistenti problemi economici. Sei punti nelle
prime due settimane di marzo porterebbero la Lucchese a un passo da
quota 60.
E visto che la media promozione si è abbassata per i pareggi e le
sconfitte delle inseguitrici, altre tre vittorie consentirebbero di
festeggiare la promozione con largo anticipo. Attendere e restare
fiduciosi. Per far festa solo una questione di tempo.
Luca Tronchetti - Il Tirreno