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Intervista esclusiva a Nicola Giannecchini: "Manine corte noi? Ve lo spiego io. Ai tifosi chiedo, se possibile, 500 abbonamenti e un po' di pazienza..."

29/08/2012 09:02

Apparentemente diffidente, in realtà solo schivo dei facili proclami e dei facili successi, Nicola Giannecchini è un presidente di calcio atipico. Per quanto, al suo posto, in molti cercherebbero di mettersi in mostra un giorno sì e l'altro pure, lui lascia, volentieri, il proscenio ai suoi collaboratori, uno su tutti, quel Bruno Russo che difende a spada tratta. Giannecchini è un uomo di poche parole, ma che scvruta nel profondo e a fondo, uno che è capace di emozionarsi, ma che non lo fa sempre e, soprattutto, non lo fa vedere. Se esiste un prototipo del pensar lucchese, lui ne è, sicuramente, uno degli esemplari più caratteristici. E' stato presidente dei giovani imprenditori lucchesi ed è probabile e auspicabile che, prima o poi, lo diventi anche di quelli... più grandi. Ha ereditato una passato calcistico fatto di crolli e macerie, con due fallimenti destabilizzanti. Non vuole ripetere la sceneggiatura e va avanti a piccoli passi. Ha ragione lui così come hanno ragione quelli che sostengono che oggi, in categorie minori, gestire una squadra e una società di calcio conduce, inevitabilmente, nelle ambasce a meno di trattare, ma nel vero senso della parola, la propria società come un'azienda, sentimenti o non sentimenti. E prima i tifosi lo capiscono, meglio è per tutti. 

 

Presidente, è un anno più grande rispetto a 365 giorni fa. Che effetto le fa?

Mi sono appassionato e mi sono innamorato di questi colori e mi piacerebbe, con tutti gli altri, riuscire a fare qualcosa di importante per questa squadra e per questa città. 

Ha già visto quale partita?

Mi sono perso solo quella di Prato. 

E le altre?

Le ho viste tutte. Mi piace stare vicino alla squadra e vedere crescere il gruppo giorno dopo giorno e, per quel che può servire, far sentire la vicinanza ai ragazzi.

Suo padre, che era un po' contrario a questa avventura, ha cambiato parere?

Si è appassionato anche lui a modo suo e come me è moderatamente preoccupato per l'impegno che porta nel suo insieme, sia come tempo sottratto alle altre attività sia come impegno personale.

Sia sincero: questa sua costante presenza sui mezzi di informazione e il suo nuovo ruolo di presidente rossonero, le ha giovato sotto il profilo economico?

Lo dico a tutti e non ho il timore di dirlo anche pubblicamente: ovviamente fare il presidente di una squadra di calcio dà la possibilità di conoscere e interagire con persone che sarebbe stato difficile conoscere in modo diverso. Il calcio, in sintesi, è un veicolo di relazioni importanti. Ovviamente comporta anche responsabilità di un certo tipo e è diventato, alla fine, un lavoro perché non c'è giorno senza che passi qualche ora dietro alla Lucchese. Anzi, siamo all'opposto: ogni giorno sottraggo sempre più tempo alle normali attiovità per dedicarmi alla Lucchese.

Oneri e onori...

Gli onori finché si vince, gli oneri a prescindere.

Le malelingue sostengono che voi, alla Lucchese, siete di manine corte nello spendere per rinforzare la squadra.

Se manine corte significa cercare di non buttar via i soldi, sì. Se manine corte è inteso spendere senza una logica anche questo è vero. La Lucchese, oggi, è un'azienda in fase di partenza e come tutte le aqziende in fase di partenza bisogna stare attenti a centellinare tutte le risorse per riuscire a ottimizzare i risultati. A mano a mano che la società sarà patrimonializzata e consolidata, potremo, allora, iniziare a investire più risorse anche sulla prima squadra. Non è vero che non abbiamo speso soldi, ma li abbiamo spesi in cartellini di giocatori e altre attività di minore impatto mediatico, ma che, se, come crediamo, scelti bene, saranno elementi di prospettiva. Per esempio abbiamo acquistato tutti i cartellini dei giovani che fanno parte della rosa della prima squadra e se riusciamo a farli crescere come speriamo, a fine campionato avremo un importante patrimonio da poter in parte monetizzare per investirlo sulla prima squadra.

L'altra sera, a Pistoia, l'hanno vista chiacchierare fitto fitto con Orazio Ferrari presidente della società arancione. Cosa vi siete detti?

A tutti i presidenti che ho incontrato lo scorso campionato e uguale farò quest'anno, ho chiesto in che rapporti fossero con le amministrazioni. Tutte le società incontrate, sia di Eccellenza sia, a questo punto, di serie D, ma anche qualcuna di categoria superiore, ricevono contributi importanti per la gestione degli impianti. Noi, l'anno passato, abbiamo fatto da soli e, ad oggi, èla prospettiva è che dovremo fare da soli anche per questo campionato. Quindi, nel nostro budget, una somma importante di denaro, pari al 30 per cento delle nostre spese complessive, è assorbito dalle strutture che non danno, nella maniera più assoluta, valore aggiunto a quello che facciamo.

La sua è una critica, nemmeno tanto velata, agli amministratori di oggi e di ieri?

Io e mi riferisco anche a ciò che acade altrove, mi aspetto degli aiuti importanti, anche perché, sennò, la competizione è falsata. Cioè se alla Pistoiese lo stadio costa molto meno di noi, a parità di budget, è evidente che loro hanno più soldi da investire sul mercato.

In soldoni, lei quano dà al comune di Lucca per Porta Elisa e Acquedotto?

Noi non paghiamo l'affitto, ma dobbiamo sostenere i costi delle utenze, della manutenzione sia ordinaria sia straordinaria e, credetemi, alla fine dell'anno, sono parecchi bigliettoni. In più c'è il fatto che sono due condomini e, quindi, dentro ci sono altre società sportive minori che hanno poche risorse e che, teoricamente, hanno sempre fatto riferimento alla Lucchese per alcune voci di costo.

Lei è, probabilmente, il primo presidente che gestisce questa società di calcio come gestirebbe e come, probabilmente nella realtà, gestisce e amministra la sua attività commerciale. Si rende, però, conto che il pallone prevede anche reazioni emotive che, un'azienda normale, non comprende se non per il proprietario e basta?

Ne sono perfettamente cosciente, ma, come dicevo prima, ora siamo nella fase di avvio e dobbiamo consolidare cercando, ovviamente, di pensare anche ai risultati e alle prestazioni. La squadra che abbiamo messo in campo quest'anno e ce lo diranno i risultati a breve se avremo fatto le scelte giuste, non è ricca di nomi di peso, ma non vuol dire che non possa, ugualmente, far bene. Non vogliamo promettere nulla, ma sono convinto che qualche soddisfazione potremo togliercela.

Dicono che lei sia stato tra coloro che hanno silurato Luciano Bruni?

Luciano Bruni non è stato silurato da nessuno. Metodi di lavoro che non conciliano hanno spinto a una decisione che, a mio avviso, era inevitabile. 

Certo Bruno Russo deve avere un bel carateraccio...

Ognuno ha il suo, l'importante è il fine e sono certo e non ho dubbi perché gli sto vicino e vedo come lavora, che tutto quello che fa lo fa per il bene della Lucchese e, anzi, gli va riconosciuto che ha il coraggio e la forza di sostenere le scelte che gestisce, anche quelle meno facili.

Cosa accadrà se, malauguratamente, qualche risultato tardasse a venire?

Il programma di lavoro non cambia. I risultati arriveranno.

Sì, ma cambierebbe, sicuramente, l'atteggiamento dei tifosi.

La passata stagione abbiamo vinto il campionato, ma, di giovani valorizzati e di nostra proprietà non ne abbiamo avuti. Questo è stato un grosso fallimento. Quindi l'obiettivo è, ovviamente, vincere sempre, ma terminare le stagioni con la tribuna del Porta Elisa gremita di osservatori di squadre importanti che si contendono i nostri ragazzi.

Domenica 2 settembre esordio a Pavullo, provincia di Modena, contro il Formigine neo promossa come la Lucchese. Ci sarà?

Ovvio.

Comincia un bel tour de force per lei e la società viste le innumerevoli trasferte di peso.

Si alza il sipario, ma si alza anche l'asticella e la competizione si fa più vera.

Capitolo abbonamenti: come sta andando la campagna dopo due settimane?

Ieri sera eravamo a quota 120.

Deluso?

Il grosso, sicuramente, si farà in questa e nella prossima settimana. 

Un appello ai tifosi?

Senza tifosi si va poco lontano perché portano entusiasmo e ti spingono a fare meglio al di là di quello che è l'apporto economico degli abbonamenti.

Obiettivo della campagna abbonamenti?

500 tessere.

Capitolo sponsor e soci: novità?

Di trattative chiuse non ce ne sono, ma aperte e di buona prospettiva tante e in continuo aumento. Quindi siamo sempre più fiduciosi che ci vuole un po' di pazienza, ma che, presto, potremo fare bene.

Dica la verità: si diverte di più a seguire la Lucchese in tutti i suoi aspetti piuttosto che starsene dietro a una scrivania a occuparsi delle sue imprese.

No, quello che faccio lo faccio perché mi piace e ci metto passione. Per la Lucchese come per le mie aziende. E' solo che la Lucchese, in questo frangente, ha più bisogno di attenzioni.

In tutta questa positività, c'è o c'è stata qualche delusione?

No nel senso che, per carattere, sono uno che non si smonta facilmente.

Arcanthea: siete sempre vicini, ma paralleli nel senso che non vi incontrate, concretamente, mai o quasi.

Siamo paralleli forse, perché oggi entrambi abbiamo priorità diverse. Credo, però, e con la dirigenza della società Arcanthea ce lo siamo detti più volte, che trovare il modo di fare sinergia fra realtà sportive sia strategico.

Aldo Grandi

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