Che si bofonchia?
Lettere alla Gazzetta Lucchese
Lodovico Poschi Meuron: "Smettiamola di invocare gli assenti e diamo il giusto onore a chi ha scelto di testimoniare sempre il suo amore per la Lucchese"
15/09/2009 18:52
Caro Fabrizio,
grazie. Perché, ogni tanto fa bene prendere lezioni da altri. Se uno
pensa di saperne più, non va da nessuna parte, e il nostro ambiente è
pieno zeppo di fenomeni così.
Leggendo il tuo articolo
penso che avrei voluto usare le stesse parole per descrivere quel che è
successo ieri. Ma l'hai fatto tu e per questo, da semplice lettore, ti
dico grazie.
Vorrei, davvero, che da oggi la finissimo di parlare di chi non c'è.
Si continuerebbe a dare a questa gente troppa importanza, che nemmeno
merita. Hai detto..."qualcuno ha scambiato il Porta Elisa per un teatro dove
se l'opera non ti piace ti alzi e te ne vai...". E' un fatto culturale:
lo stadio è un luogo dove le passioni si scontrano. Una domenica urli
di gioia, l'altra piangi dalla disperazione. E' un rito, che si rinnova
ogni volta.
E allora smettiamola, una volta per tutte, di invocare gli assenti.
Invece, rendiamo onore a chi, con 5 gol sul groppone, ha scelto di
testimoniare la gioia e non l'odio. Sentimento, quest'ultimo, che come
un cancro si è diffuso nei nostri stadi con l'obiettivo evidente di
impadronirsi del sistema e distruggere il calcio. Un calcio già malato
dalla follia di alcuni presidenti e la malafede di altri, mal gestito
da una classe dirigente avida e incapace, impoverito dall'ossessione
del risultato che ha finito per condizionarne lo spettacolo.
Quello spettacolo offerto dagli spalti del Porta Elisa. Che di
fronte ad una batosta tremenda, hanno scacciato la tentazione (facile)
di contestare scegliendo di fare l'esatto contrario, come se ci fosse
da festeggiare una vittoria anziché una sonora sconfitta. E' stata la
cosa giusta, ma non era scontata. E mentre lo raccontavo durante la
radiocronaca, mi è venuta la pelle d'oca. Ecco, questa è stata la più bella lezione per chi non c'era.
Con stima
Lodovico Poschi Meuron
Grazie
delle parole che hai usato nei miei confronti. A volte ci siamo
confrontati, anche in modo diretto e deciso, ma abbiamo sempre cercato di
dialogare. Sono sostanzialmente un timido e ti confesso che i
complimenti se per un verso fanno piacere, un po' mi imbarazzano. Ne
sono arrivate anche altre di lettere in redazione e d'istinto ero
tentato di rispondere solo in privato. Riflettendoci, e un po'
forzandomi, ritengo sia giusto pubblicarle, almeno quelle che come la
tua esprimono un punto di vista che va al di là delle semplici
congratulazioni. Sui tifosi, poco da aggiungere. Solo da ringraziarli
per i brividi che mi (e ci) hanno regalato. In campo ho visto da vicino
i volti dei giocatori della Nocerina e ascoltato le loro parole:
avevano chiaro di aver assistito a una cosa che tra anni ancora
ricorderanno con ammirazione.
FV