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Fanini: "Sono disposto a trovare una cordata di sponsor per recuperare i fondi necessari a controllare i corridori"

23/10/2008 16:25

Ivano Fanini (nella foto con il figlio Cristian) è, come al solito, un vulcano. E nella lotta al doping è, ormai, un antesignano, se si pensa che fu proprio lui a denunciare il blitz dei Nas al famoso giro d'Italia che partì dalla Grecia, con le auto delle squadre o private, riempite dai medicinali che i direttori sportivi cercarono di far rimpatriare in tutta fretta e in anticipo per l'Italia. Da allora la guerra alle sostanze dopanti è stata, per il patron di Amore&Vita Mc Donald's una vera e propria missione e ogni suo intervento ha lasciato il segno. L'ultimo, in ordine di tempo, è questo:

“Qualche giorno fa ho scritto personalmente al Presidente dell’UCI McQuaid per complimentarmi della decisione presa di squalificare immediatamente per quattro anni chiunque venga trovato positivo al doping alla prima infrazione. Questa soddisfazione che tuttavia rimane, oggi viene prevalsa dalla delusione nel leggere la notizia che l’UCI è contraria a fare i test retroattivi a caccia del Cera. E’ inspiegabile che la federazione Internazionale di ciclismo dica no a questi nuovi test. La motivazione che è stata data è assurda, disarmante. Se vogliamo migliorare le cose davvero e guardare al futuro come dice McQuaid dobbiamo partire dal fondo, andare alla radice del problema, estirpare il marcio che purtroppo tutti sanno che c’è e poi andare avanti. Non si può chiudere gli occhi, fare di tutt’erba un fascio, soltanto perché così è più comodo per il business e ripartire senza fare chiarezza. Se ci sono altre positività a questo prodotto è giusto che venga reso noto, proprio come è giusto che vengano analizzati i campioni prelevati al Giro e alla Vuelta, almeno quelli del podio. E’ inutile che il presidente sostenga la teoria che questi forse non sono stati conservati in maniera corretta, questa è una presa in giro perchè McQuaid sa benissimo che la Wada conserva le provette ben 5 anni e che sono perfettamente analizzabili, ma forse ha paura che le analisi portino ad una positività certa di tutti gli atleti testati. E’ assurdo pensare che si cerca di smascherare l’imbroglio di Armstrong al tour ’99 e non chi ha usato ora la Cera, il prodotto più potente e vincente degli ultimi tempi e che ha costretto molti atleti a cessare prematuramente la carriera per paura di essere beccati. Io non credo che passare al settaccio questi campioni sia improduttivo, anzi servirebbe moltissimo, smaschererebbe altri corridori che hanno barato e servirebbe per ripartire da zero. Secondo me infatti quello di riesaminare tutto rappresenta oggi l’unico mezzo a nostra disposizione per salvare il ciclismo, soprattutto anche agli occhi della gente da cui ormai abbiamo perso credibilità. E’ necessario guardare in faccia la realtà, cercare di salvare quello che ancora può essere salvato, quindi l’UCI deve una volta per tutte uscire dall’omertà e rimboccarsi le maniche per fare piazza pulita".

"Se McQuaid - continua Fanini - non vuole veramente che il ciclismo diventi un parodia, in collaborazione con gli organizzatori delle grandi corse, non può fare dietro front e evitare di rifare i test perché ciò equivale ad ammettere di avere paura che tutti siano positivi e così tutti i podi dei grandi giri, come gli ordini di arrivo subirebbero un clamoroso capovolgimento. Sicuramente si creerebbe il caos, tuttavia sarebbe costruttivo per ripulire il ciclismo e dare la possibilità a quegli atleti, battuti, che magari non hanno fatto uso di Cera, di essere premiati. Anche se su coloro che non vengono beccati per me ci sono comunque dubbi sulla correttezza. Propongo che quelle squadre e atleti che ora festeggiano le vittorie nei grandi giri e sostengono di averle ottenute pulite chiedano all’UCI di effettuare i test per dimostrare al mondo la loro trasparenza e la veridicità delle loro prestazioni. E lo stesso lo dovrebbero fare le squadre ed i ciclisti battuti. Così se qualcuno risulterà positivo avranno la soddisfazione di veder ribaltato il risultato a loro favore. Non è accettabile sentirsi dire dall’UCI che la spesa non vale l’impresa perché dobbiamo essere disposti a tutto pur di ottenere chiarezza. Io mi appello a tutti quelli che predicano che il loro è un ciclismo pulito, ora hanno la possibilità di dimostrarlo e fare veramente qualcosa di concreto per questo sport. Se l’UCI, pur avendo le risorse economiche per fare qualsiasi operazione antidoping, non ritiene opportuno fare controlli retroattivi sulla cera almeno sugli atleti del podio iridato e dei tre grandi giri 2007, nonché del mondiale, Olimpiadi, Giro e Vuelta 2008, allora faccio appello a McQuaid per avere l’autorizzazione a esaminare le provette e se mi farà sapere quanto costa fare questi controlli, troverò subito una cordata di sponsor per recuperare i fondi necessari".

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