Cosa significa e perché aprire un ristorante nel cuore del centro storico? Ce lo spiega Andrea Turelli, contitolare dell'Osteria Dal manzo e figlio di Enrico, speaker ufficiale e voce storica del Porta Elisa
11/01/2010 12:47
E' figlio dello speaker ufficiale del Porta Elisa Enrico
Turelli, una voce storica che ha accompagnato centinaia di partite
della Lucchese in tutte le categorie e che, insieme al magazziniere
Lido, è l'unico sopravvissuto al terremoto del businessman Fouzi Hadi.
Andrea Turelli ha 34 anni, una grande volontà e altrettanta passione
per il suo nuovo lavoro che è quello, finalmente, di ristoratore. Di
qualità.
Andrea Turelli, lei è un giovane che avrebbe potuto fare l’avvocato
e che, invece, ha preferito dedicarsi alla ristorazione. Cos’è, scarsa
vocazione per le aule giudiziarie o straordinaria passione per la
cucina?
"Senza dubbio la seconda".
Ci sono molti ristoranti a Lucca, sia in centro sia in periferia: per quale ragione scommettere su un’altra apertura?
Più che scommettere direi investire. Investire su una passione e su un mestiere".
Che cosa deve avere, a suo avviso, un buon ristoratore per conquistare la clientela?
"Ho sempre pensato che qualsiasi lavoro, se lo si fa con passione e
dedizione, dà i suoi buoni risultati. Ritengo che tale regola valga
anche per la ristorazione. Ogni giorno cerchiamo di dar corso alla
passione per la buona cucina, il buon bere e le tradizioni".
Quali sono le sue strategie per ricavarsi un posto al… sole?
"Non credo ci siano delle regole universali. Penso piuttosto che sia
importante trasmettere un messaggio di serietà nel proprio lavoro. E’
importante che l’avventore percepisca la volontà di dare un buon
servizio".
Qual è il target cui lei e il suo locale si rivolgono?
"Quando i miei soci Bonino e Tenucci ed io abbiamo deciso di aprire
questo locale abbiamo pensato di rivolgerci a tutti coloro che credono
ancora nelle tradizioni culinarie, a quelli che hanno la passione per
il buon cibo e hanno la voglia, ma soprattutto la curiosità di
soffermarsi ad assaporare un buon piatto. In più volevamo creare un
ambiente familiare e caldo in modo da mettere a proprio agio il
commensale. Credo che la nostra osteria sia adatta a chiunque voglia
concedersi un tuffo nel passato gustando i piatti che ci cucinavano le
nostre nonne, che sia interessato alla qualità delle materie prime e
voglia godersi una tranquilla serata".
Quanto conta l’enoteca in un locale come il suo?
"Io credo che, in un locale come il nostro, sia importantissimo
avere una buona cantina. Penso, però, che oggi le persone siano molto
più preparate che in passato. Per questo motivo facciamo molta ricerca
cercando di proporre, accanto a quelle più famose, nuove etichette,
altrettanto valide, che ci consentano di contenere i prezzi".
L’Osteria dal Manzo cucina ed è specializzata nella preparazione di pasta fresca e piatti tipici lucchesi: ad esempio?
"Ad esempio i classici tordelli lucchesi, le zuppe: la frantoiana,
quella di farro o la pappa col pomodoro. Tra i secondi proponiamo il
coniglio alla cacciatora, il cinghiale in umido, la rosticciana, il
baccalà coi porri, le rovelline alla lucchese. I dolci, anch’essi fatti
tutti in casa svariano dalle crostate alla torta al cioccolato per
finire col cheese cake
che è la specialità della casa. Cerchiamo inoltre di seguire la
stagionalità delle materie prime e abbiamo, infine, impostato una parte
del menù a scadenza settimanale proponendo un piatto fisso al giorno.
Il lunedì serviamo i fegatelli con la rete, il martedì la trippa, il
mercoledì gli ossobuchi con i piselli, il giovedì il bollito misto e il
venerdì il baccalà".
Quanti posti ha il suo ristorante?
"Quando abbiamo ristrutturato il locale abbiamo ridotto il numero di posti, portandoli a circa 40".
È necessaria la prenotazione?
"Durante la stagione estiva e nei fine settimana direi di sì".
La soddisfazione più grossa che ha avuto in questi primi dieci mesi di attività.
"Abbiamo aperto da soli 10 mesi e forse dovrei rispondere che la più
grossa soddisfazione deve ancora arrivare, ma a costo di sembrare un
po’ snob devo dire che mi ha fatto molto piacere sentire un turista
francese che si complimentava perché riteneva la nostra osteria non
turistica. E ancora mi dà molta soddisfazione quando vedo tornare le
persone. Significa che si sono trovate bene".
La delusione più grande?
"Essendo un perfezionista rimango sempre deluso quando qualcosa non va come vorrei".
Che cosa le manca della sua attività di procuratore legale?
"Sinceramente mi manca molto lo studio. La materia mi piaceva molto. Soprattutto il diritto penale di cui mi occupavo".
Che cosa, invece, non rimpiange?
"Penso che non si dovrebbe mai rimpiangere niente. Cerco di non guardarmi mai indietro".
Elenchi tre motivi per cui uno dovrebbe venire a mangiare alla sua
osteria situata, peraltro, accanto a una delle scuole più prestigiose
della regione, il liceo classico Machiavelli?
"Per passare un’ora insieme a persone amiche, per riassaporare piatti
che nessuno cucina più, ma soprattutto per sentirsi a casa".
Gazzetta Lucchese