Galleria Rossonera
Oltre cento anni di ritratti e personaggi
Damiano Biggi, un simpatico... scorbutico
17/05/2010 12:56
Ha firmato altri due anni per la Lucchese con la quale, in questa stagione, ha siglato 11 reti. Di lui, per vent'anni, da quando ha iniziato a giocare, dicono che è un rompicoglioni, uno che deve sempre dire quello che pensa, che non accetta imposizioni se non le condivide. Damiano Biggi, classe 1977, nato a Sarzana e da cinque anni stabilmente residente in quel di Castelnuovo Garfagnana, non si è mai sentito un rimpiscatole: "Non ho mai litigato con un compagno di squadra in tutta la mia carriera - dice l'attaccante rossonero - eppure ho sempre avuto la nomea di uno che rompeva. Probabilmente io non ho mai avuto problemi a dire quello che penso e, infatti, non sopporto le persone che non lo fanno".
Una stagione, la sua, straordinaria, due promozioni in due anni, un sogno.
"Sì, questo è stato un anno davvero buono anche se io, a essere onesto, ho sempre giocato buoni campionati. Magari non avevo mai segnato come ho fatto in questa stagione di C2 dove, fino ad oggi, ho realizzato undici reti, ma mi sono sempre comportato bene".
Qualche rimpianto?
"Forse essere stato mandato via nel 1991 quando ero nei giovanissimi regionali della Lucchese e avevo segnato, da esterno di centrocampo, la bellezza di 13 gol. L'anno seguente, non ho mai saputo perché fui allontanato, giocai nella squadra di paese e a 14 anni iniziai a lavorare come falegname, poi come muratore, poi come carrozziere, in cartiera e via dicendo. A 22 anni, infine, l'occasione di andare in Eccellenza e la decisione di scegliere il calcio invece che il lavoro".
Qualcuno l'ha ostacolata in famiglia in questa difficile decisione?
"Nessuno, anzi. Mio padre e mia madre mi hanno sempre appoggiato".
Sposato?
"Convivo con la mia fidanzata e abbiamo una bimba di nome Rachele".
Quali sono i valori più importanti per lei?
"Adesso la famiglia e mia figlia che adoro, si può dire che vivo per vederla e stare con lei".
Vero professionista del pallone o anche un po' scavezzacollo?
"Ora professionista serio punto e basta. Anche io, però, da giovane, ho tirato tardi la sera con gli amici e mi sono divertito".
Ha mai conosciuto compagni che avevano doti tecniche eccellenti, ma che, poi, si sono persi per strada?
"Sì, ne ho conosciuti. Nel calcio, in campo e fuori, conta la testa, almeno all'80 per cento. Se non hai testa rischi di bruciarti. Se vedi un po' di soldi e sei giovane, veramente puoi finire per perdere la testa e bruciarti. Ce ne sono parecchi di casi del genere".
Damiano Biggi ha mai rischiato?
"No, perché io ho lavorato sin da adolescente e per fare il calciatore ho dovuto sopportare sacrifici e momenti non facili. E' quello che dico sempre ai miei compagni più giovani. Fate attenzione, perché non vi rendete conto di quanto siete fortunati a fare un lavoro come questo".
Lei appare un po' scorbutico e taciturno.
"Assolutamente no. Io sono così come sono, mi piace ridere e scherzare in certi momenti così come in altri preferisco un atteggiamento più misurato".
Chissà dove avrebbe potuto essere fino ad oggi...
"Non mi interessa, amo il pallone da quando ero piccolo, per me esistono soltanto la famiglia e il pallone. Mi piace giocarlo, ma anche vederlo".
Aldo Grandi