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Oltre cento anni di ritratti e personaggi

Taddeucci a cuore aperto: "Non mi sento certo un traditore, perché ho da sempre i colori rossoneri nel cuore"

16/08/2012 15:42

Marino Taddeucci è un po' scocciato dal mondo del calcio, la sua chiacchierata con noi, per certi versi, è amara e piena di rammarico... "Ho voglia di trovare una squadra importante che mi dia fiducia, ma deciderò con molta calma senza farmi prendere dalla frenesia di dover scegliere per forza. Io, un lavoro ce l'ho e fino a che non arriva l'occasione giusta non prenderò in considerazione altre offerte. Quello che mi auguro è che non mi passi la voglia di giocare a calcio anche se è chiaro che, visto come vanno le cose adesso, tanti stimoli non ne ho".

Ha avuto qualche proposta?
"Sì, dalla Massese, ma poi non se ne è fatto nulla e quindi ora sono a casa ad aspettare che qualcuno si ricordi di me. Ma ripeto: accetterò solo se sentirò nei miei confronti la giusta fiducia".

Parole chiare le sue...
"Certamente, non ho bisogno di andare all'avventura e di dover giocare per forza. Per me, il calcio è sempre stato un divertimento e, se ho raggiunto quello che ho raggiunto, l'ho fatto attraverso il sacrficio e la voglia di lottare giorno dopo giorno. Nessuno mi ha regalato niente".

Ritorniamo un po' indietro, le due stagioni alla Lucchese sono state l'apice della sua carriera...
"È vero, tutto ciò non lo potrò mai dimenticare. Ho vissuto ogni giorno nella maniera più intensa possibile ed il gol che ha sancito la promozione in Prima Divisione è stato il mio in quel 2 a 0 con il Prato. Io tiferò sempre per questi colori e voglio che i tifosi lo sappiano e spero che la Lucchese possa tornare al più presto possibile tra i professionisti. Lo scorso anno, mi è capitata l'opportunità di andare al Pisa Sporting Club, i tifosi l'hanno presa male e non mi hanno trattato nel migliore dei modi ma per me quella era solo un'opportunità importante per poter giocare a calcio e niente di più. Non mi sento certamente un traditore perché io ho da sempre i colori rossoneri nel sangue".

Se, un giorno, le proponessero di tornare?
"Perché no? Non si possono mai precludere le porte a nessuno, figuriamoci alla Lucchese!".

Qual è l'allenatore che l'ha fatta crescere di più?
"Maneschi, ora al Pescia-Uzzanese".

E l'amico con il quale ha legato di più, nel mondo del calcio?
"Ce ne sono due in particolare: uno è Francesco Borelli, che ha giocato con me a Carenzano e che è una persona veramente squisita e l'altro è Francesco Dinelli, con il quale ho giocato da piccolo nelle file dell'Atletico Lucca".

Cosa vorrebbe fare alla fine della sua carriera?
"Sicuramente vorrei provare a rimanere nel calcio, magari riuscendo a fare il consulene di mercato per una società, andando a vedere i giocatori con i miei occhi per poi comprarli".

Diego Checchi

Fanini Group

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