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Maurizio Viscidi da Bassano del Grappa: un veneto così vicino così lontano

31/03/2010 09:15

Bassano del Grappa, Italia. Per le strade, sarà un caso e, soprattutto, un discorso da scompartimento ferroviario, non vola una cartaccia, non "dorme" una lattina, non compare un sacchetto di immondizia. Alla fine di una gara in cui la squadra di casa, fortissima, ha perso per 2 a 1 al quarto minuto di recupero, i tifosi e la società organizzano una festa dove invitano, al megafono e dopo averli salutati, i tifosi avversari. Sarà il cuore e la dignità degli alpini, la loro umanità, l'orgoglio di appartenenza. Qualunque cosa sia, tanto di cappello a una città che ha dimostrato cosa sia, veramente, la passione per lo sport. Ecco, proviamo solo ad immaginare cosa sarebbe successo a Castellammare di Stabia, a Nocera Inferiore, a Salerno, a Taranto, a Martina Franca, a Crotone, sui campi della Paganese, della Scafatese e di altre decine di località del sud, qualora la squadra di casa avesse perso, in quel modo, come è accaduto al Bassano Virtus contro la Lucchese. Altro che festa, altro che benvenuto: ci voleva la scorta di polizia e carabinieri.

Maurizio Viscidi, proprio lui, ex allenatore della Lucchese dell'era di Aldo Grassi, nativo di Bassano del Grappa, gentile, affidabile, riservato, uno che non ama ostentare, che preferisce i fatti alle parole, la concretezza ai proclami, la sostanza all'apparenza. Sarà anche qui una coincidenza, ma l'unico allenatore capace di dire no a Fouzi Hadj e alle sue mirabolanti fantasie, è stato lui.

Mister Viscidi, in tribuna con i giornalisti lucchesi.
"Sì, sono contento di averli ritrovati e di essere qui con loro. Ogni volta che li rivedo mi vengono in mente i tempi di Lucca e non posso non rammentare con piacere il periodo trascorso da voi. Poi, come ho detto più volte, credo che tra questa città e Lucca, tra la sua gente e la nostra, ci siano delle affinità".

Lei è uno dei pochi, forse l'unico, capace di dire di no ai soldi e alle promesse di Fouzi Hadj. Ha saputo che è finito in carcere?
"Sì, sorpreso che uno vada in carcere. E anche dispiaciuto, però quando ci siamo conosciuti non ci siamo piaciuti. Lui era l'opposto di me quindi io non sono piaciuto a lui e lui non è piaciuto a me".

La Lucchese ha vinto 2 a 1: contento o dispiaciuto?
"Contento, ci mancherebbe, anche se penso che il risultato più giusto sarebbe stato il pari perché il Bassano, nel primo tempo, ha avuto almeno tre occasioni da rete contro una dei rossoneri. Nel secondo tempo il Bassano si è complicato la vita con il portiere che ha sbagliato l'uscita e la squadra ha subìto subito il pareggio. Anche se in inferiorità numerica la Lucchese ha faticato e trovato qualche difficoltà a tenere sotto pressione i giallorossi. Sarebbe stato più giusto il pari, ma questo è il calcio e ora la Lucchese può davvero guardare con ottimismo al finale di campionato".

Ma è contento davvero o no?
"Sono molto contento perché questi, per la mia ex squadra, sono tre punti importantissimi".

A Bassano c'è una società seria, ricca ed affidabile, la famiglia Rosso proprietaria del marchio Diesel. Come mai, allora, fa così fatica a salire di categoria?
"E' vero, qui abbiamo una grande proprietà, con dei grossi mezzi e delle grosse potenzialità. Però qualche errore in fase di programmazione, evidentemente, è stato commesso".

Quattro vittorie consecutive, poi mettiamoci pure l'infortunio di La Grotteria.
"A gennaio la squadra si è rinforzata adeguatamente e si è visto subito che la musica era cambiata. Purtroppo contro la Lucchese si è fatto male uno dei giocatori più talentuosi e da lì sono iniziate le difficoltà".

Quanto tempo è che non viene a Lucca?
"Da allenatore o da turista?".

Per gita di piacere.
"Ci sono stato sei, sette mesi fa. Ogni volta che passo da quelle parti mi fermo a trovare vecchi amici".

Quanti ricordi...
"Io alla Lucchese ho fatto bene, un anno siamo partiti dai play-out e siamo arrivati ai play-off. Tuttavia non ho vinto niente, ma si è creato ugualmente questo feeling tra me e i lucchesi, una sorta di affinità culturale che c'è, a mio avviso, tra Bassano e Lucca. Lucca è una città un po' "snob", che non ostenta, come Bassano del rappa, è una città dove mi sono sentito subito a mio agio e dove ho conosciuto e lavorato con persone squisite, dal presidente Grassi al dottor Tambellini ai giornalisti stessi".

Qualche rimpianto?
"La gara di andata dei play-off contro il Lumezzane. Si vinceva 2 a 1 e noi eravamo in superiorità numerica. Io speravo nel gol del 3 a 1 invece loro vinsero, alla fine, per 3 a 2".

La Lucchese è in testa alla classifica. Lei che ne pensa?
"Non sono in grado di dare giudizi, certo è una squadra forte e i punti di vantaggio che ha sarebbe un delitto perdere il campionato. E' una squadra dotata di grande personalità".

Aldo Grandi

 

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