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Oltre cento anni di ritratti e personaggi

Giovannini, uno sguardo nel futuro, uno al trionfo appena conquistato: "Pronti per un nuovo ciclo. Ecco come ci muoveremo. Che sensazione quella folla intorno al pullman e che bello pensare di aver riavvicinato la gente di Lucca al calcio"

28/04/2010 08:40

Vincere a casa propria non è mai la stessa cosa che vincere altrove. Vincere due campionati di fila a casa propria è quasi un record. Vincere riuscendo a far risorgere l'entusiasmo e risultando simpatici è ancora più difficile. Chi vince, spesso, non risulta simpatico. Non è il caso di Paolo Giovannini, lucchese di Bagni di Lucca, ora abitante in centro storico, che sta vivendo un momento magico, scandito dall'affetto dei suoi concittadini. Al giornalaio come al supermercato, per Giovannini è tutto uno stringere di mani, di pacche sulle spalle, di complimenti. Lui, timido a oltranza, si schermisce, ma indubbiamente la soddisfazione è tanta. Che la Lucchese ha ufficialmente vinto il campionato lo si vede da un particolare: Giovannini ha tirato il fiato e si è preso una mezza giornata di riposo. Roba da pazzi a cose normali.

Due campionati vinti a Lucca ma anche a Massa: quali le differenze?
"Beh, senz'altro qui abbiamo avuto una partenza più difficile. A Massa c'era una società forte, che aveva già tentato di vincere l'anno precedente. Pensare a come siamo partiti qui a Lucca due anni fa ci riempie tutti di orgoglio".

E' stata in qualche modo un'impresa.
"Tutte le componenti si sono unite di fronte al tentativo di rilanciare il calcio cittadino. C'è stata una grande unità d'intenti: è stato davvero molto importante. Possiamo aver discusso al nostro interno o nei rapporti con la stampa magari per un articolo, ma ho sempre avuto forte la sensazione di un ambiente intero che andava tutto nella medesima direzione: società, giocatori, stampa, tifosi. Ecco, ora sarà importante non disperdere questo patrimonio".

Come fare?
"Innanzitutto rimanendo umili. Parlo per esperienza diretta e per errori fatti in passato. Continuando ad avere rispetto, stima e quella familiarità che ha contraddistinto i rapporti. Così possiamo essere pronti per ripartire per un altro ciclo".

Giovannini resta a Lucca. Ma avrebbe sicuramente altre, tante altre, richieste in questo momento.
"Qui non sono arrivati solo i risultati, c'è un rapporto di stima e di amicizia che non voglio essere sicuramente io a interromperlo. Voglio crescere e accettare questa nuova sfida qui dove sono maturato e dove sono di casa".

Cosa c'è di Giovannini in questa vittoria in campionato?
"Tutti danno grandissima importanza alle scelte tecniche, ma, dico la verità, quello che più di tutto c'è di mio è il non dare niente per scontato, è il tentativo di mettere gli altri nelle condizioni di dare il massimo senza prevaricare il lavoro altrui".

Un flash di domenica da mettere nell'album dei ricordi personali.
"E' stato tutto bello, ma se devo dirne uno, dico l'istante in cui la folla si è letteralmente gettata verso il pullman in via San Girolamo. Una massa umana, una sensazione fortissima. E poi aggiungo le facce di chi incontro a fare la spesa, al giornalaio e che mi fermano. Lucca sportiva è tornata a essere felice".

Forse è il vostro successo più grande.
"Per noi protagonisti è ancora più grande, perché siamo partiti dal basso, da quel campo di Porcari e il lavoro continuo ci ha poco alla volta avvicinato alla gente. Il risultato sportivo raggiunto per certi versi era più facile, è la crescita del calore intorno a noi che era difficile. Voglio credere che dipenda anche da come affrontiamo le cose. Penso che si può vincere ma essere anticipatici. A Lucca non sta succedendo questo".

Un peso lo ha avuto anche la ricercata politica della lucchesità nella squadra e nella società.
"Senz'altro. E' un'idea che abbiamo sposato dall'inizio, basti pensare a quanti di noi vengono da questo territorio sia in campo che fuori. E poi vedere giocatori come Pera e Taddeucci affermarsi a casa loro, con umiltà, partendo dal basso, credo sia un messaggio positivo per il calcio in generale".

Continuare su questa strada, salendo di categoria, sarà sempre più difficile.
"E' un concetto che va riadattato alla contingenza: più si cresce e più sarà difficile trovare giocatori del posto, ma è anche vero che stiamo sviluppando un lavoro nelle scuole per tenere alto questo progetto calato nel territorio e che in società stanno continuando a arrivare persone di queste parti, che stanno facendo molto bene, penso a Viani per esempio. E non è escluso ne arrivino altre".

E poi, per rafforzare la lucchesità, ci sarebbe il settore giovanile da potenziare.
"Ho seguito un po' il settore giovanile e con Raggianti mi sento spesso. E' stato fatto più di quanto si pensasse e contiamo di inserire 2-3 elementi interessanti per ogni squadra. Abbiamo un buon punto di partenza, ma i nostri sforzi ora si devono concentrare anche verso questo ambito. Sinora la prima squadra ha avuto la priorità, ma ora che abbiamo raggiunto una categoria importante, è tempo di lavorare di più sul settore giovanile".

La lettera B le dice qualcosa?
"Credo che una realtà come Lucca debba puntare, prima o poi, a quella categoria. Sono fiducioso, anche se con la società non ho ancora parlato, che questo sia l'obiettivo che si legherà al progetto stadio. Non è detto che passi dal prossimo campionato, ma la società progetterà la serie B. Da parte mia, mi auguro di fare ancora parte della famiglia in quel momento".

La serie B è quello che sperano tutti i tifosi.
"Non voglio illudere nessuno né abbattere nessuno. Abbiamo sempre fatto le cose in maniera lineare. Per essere competitivi in Lega Pro 1 serve un budget importante, ma, ripeto, sono convinto che quella categoria sia prima o poi alla nostra porta. Dico di più: qui, per dieci anni, ci sarà calcio di buon livello e se avessi un figlio che gioca al pallone di 12-13 anni lo manderei alla Lucchese. Quando avrà completato la trafila del settore giovanile sono convinto si ritroverebbe in serie B".

Torniamo a questo campionato: quando è stato il momento di maggior difficoltà?
"A febbraio. E' morta mia madre e la squadra ha inanellato una serie di risultati negativi. Da un certo punto di vista mi sarebbe servito il contrario, vista la mia situazione personale, dall'altro temevo di sbagliare io stesso in quel momento. Non è stata una partita quanto un periodo".

Paolo Giovannini a inizio stagione, onestamente, dove pensava arrivasse la Lucchese?
"Ero tranquillamente convinto ai play off. Che si poteva vincere il campionato l'ho capito dopo le due gare casalinghe contro Colligiana e Bassano, che non sono state giocate bene ma nelle quali ho visto una squadra in grado di soffrire e di lottare anche in gare tirate".

Un giocatori che l'ha sorpreso più di tutti.
"Lollini. Era partito come l'alternativa a Venturelli, poi quest'ultimo è andato incontro a guai fisici e Lollini è cresciuto ritagliandosi un ruolo importantissimo. E ha margini di miglioramento".

Il futuro in Lega Pro 1 che riserva alla Lucchese?
"Quanto alla strategie tecniche, ovviamente, me le tengo per me. In generale si dovrà fare i conti con un maggiore equilibrio. Siamo abituati a vincere sempre e non sarà così. Faremo di sicuro molti meno punti. Abbiamo visto il bello e ci siamo abituati a mangiare il pesce tutti i giorni, ma non è detto che non ci si trovi bene anche con una bella bistecca. Certo dobbiamo vedere come reagiremo tutti dopo due anni ininterrotti di successi".

Torniamo inevitabilmente alla Lucchese del domani: cambierà molto si chiedono i tifosi?
"Potrebbe cambiare tanto e poco, dipende anche dagli obiettivi. Credo che alla fine ci sia la volontà di preseguire con questo gruppo dentro il quale ci sono giocatori importanti e chi resterà sarà fondamentale che continui a giocare con il cuore. Non ci sono prime donne e questo patrimonio di valori, di attaccamento deve essere la base sulla quale innestare 4-5 elementi che come la scorsa estate ci hanno fatto crescere risultando determinanti".

Saranno giovani?
"Anche. Punto a un gruppo di una decina di giovani, ovviamente compresi i sei sette da confermare di questa stagione. E' probabile qualcuno arrivi da formazione di alto livello, non a caso andrò a giugno a Macerata per le finali del campionato Primavera come del resto feci anche lo scorso anno".

Quali saranno i passaggi per tratteggiare la Lucchese del futuro?
"Primo mi incontrerò con la proprietà, forse già nella prossima settimana, questa è dedicata alla festa promozione, parleremo di budget e se le aspirazioni sono compatibili con esso; secondo mi vedrò con il mio staff che sarà tutto riconfermato; terzo dovrò capire le esigenze del mio allenatore, anche alla luce del modulo che vorrà adottare. A quel punto potremo muoverci per migliorare la formazione. Dire che ora abbiamo già i nomi pronti non corrisponde al vero. Certo, vedo cassette e cassette di partite, giocatori su giocatori, ma è presto per dire verso chi ci orienteremo".

Fabrizio Vincenti

Fanini Group

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