Galleria Rossonera
Oltre cento anni di ritratti e personaggi
Capitan Mocarelli saluta e se ne va: "Speravo di restare e festeggiare i dieci anni in rossonero, ma, purtroppo, non è andata così. Un grazie a tutti, dalla società, ai tifosi, a Giovannini"
01/06/2010 09:03
La foto scelta a corredo del servizio non è casuale. Francesco
Mocarelli, per il momento, non sa di che colore vestirà la sua maglia.
Di certo c'è solo che non sarà rossonera. La Lucchese, infatti, ha
deciso di non rinnovare il contratto a quello che ormai è a tutti gli effetti l'ex capitano
rossonero e che con questa maglia, in due periodi diversi della sua
carriera, ha passato nove campionati. C'è un comprensibile,
inevitabile rammarico in Mocarelli. Che in cuor suo sperava e forse credeva di restare
ancora qui. E' c'è un pizzico di rammarico anche nel cronista, che di
Mocarelli ha apprezzato le doti calcistiche, ma anche quelle umane in
questi due anni che ci separano dall'estate torrida di Porcari, ma che
lo ricordava bene anche nella sua prima avventura in rossonero.
Tanti anni fa. Questo, però, è il calcio. Un giorno sei qui, un
altro no. La valigia è un accessorio indispensabile dei giocatori.
Mocarelli, sulla soglia della trentina, lo sa bene.
"Purtroppo è andata così: mi è stato detto che non rientravo più nel
progetto. Sarei rimasto indubbiamente molto volentieri e del resto
questa soluzionedi Lucca l'ho accettata quando eravamo in serie D".
Cosa ha pesato a suo giudizio?
"Nel
momento in cui mi è stato detto che non c'era più spazio non ho voluto
sapere più di tanto i motivi. Sarebbe stato inutile".
Proviamo a tracciare un bilancio di questi due anni.
"Sotto
il profilo della squadra direi che c'è poco da dire: due anni in testa,
battuti record su record, tutto bello; sotto il profilo personale bene,
a parte l'infortunio al ginocchio. Quel momento è stato davvero duro".
A Gavorrano, nella gara di andata in serie D, il patatrac.
"Sì,
una gara che non scorderò più. Ma, per fortuna, mi sono ripreso, anche
grazie alle cure di tutto lo staff medico: penso al dottor Malfatti e
anche al professor Castellacci che mi sono stati davvero vicini. Da un punto di
vista meccanico siamo riusciti anche a bruciare i tempi del recupero,
ma certo è stata dura".
Torniamo al suo bilancio personale: ha più dato o ricevuto in questi due anni?
"Il
primo anno sicuramente sono in debito verso la società a causa di
quell'infortunio a cui accennavamo e per come sono stato trattato. Il
secondo direi che ho potuto dare il mio contributo, anche sotto il
profilo dell'esperienza. Del resto ho dieci campionati tra C1 e C2
sulle spalle. Non ho fatto niente di eccezionale, ma credo di essermela
cavata".
C'è una gara che può definire la sua gara perfetta?
"No,
non è nelle mie corde fare certi tipi di valutazione. Finita la gara
torno a casa e penso sempre a come migliorarmi, non alla gara passata".
Lei
ha vissuto due esperienze nella Lucchese in tempi completamente
diversi: all'epoca della serie B e nel momento della rinascita con
Giuliani e Giovannini. Cosa lega questi due momenti?
"L'emozione di
indossare questa maglia rossonera. Per il resto si tratta di due
momenti molto diversi. La prima volta ero un ragazzo che cercava solo
di imparare guardando gli altri giocatori che rispondevano ai nomi di
Paci, Rastelli e Russo a cui mi ispiravo. In questi due anni ho avuto
altre responsabilità, tra cui la fascia di capitano al braccio. Ora
sono un giocatore di una certa esperienza che a questa squadra doveva
dare anche quel tipo di contributo".
Un grazie a chi?
"A
tutti, alla società in primis che mi ha dato la possibilità di tornare
qui, allo staff medico, a quello tecnico e non per ultimo a Giovannini.
Con il direttore ho un rapporto eccezionale ora e sono convinto anche
in futuro: è una persona seria".
Dei tifosi, che dire?
"Con
me si sono sempre comportati alla grande: penso ai cori, allo
striscione personalizzato che mi hanno dedicato al rientro
dall'infortunio. I tifosi che ci hanno seguito dall'inizio sono stati
lo zoccolo duro da cui ripartire e sono il vero tifo di Lucca. Un
ricordo? Piazza del Giglio il giorno della promozione: non ci
aspettavamo così tanta gente. Il pubblico stava iniziando a tornare, ma
il seguito allo stadio era quello che era: vedere tutta quella gente è stata una
sensazione a sorpresa davvero particolare e intensa".
Cosa le mancherà di Lucca?
"Il
posto e la gente, le amicizie, non scordiamo che se mi avessero
confermato sarei stato al decimo anno qui. E di anni di vita ne ho
trenta".
Torniamo alla Lucchese: dove può arrivare nel prossimo campionato?
"La
Lucchese ha una società sana e un gruppo con una mentalità vincente:
non è poco. Chiaro che ora c'è curiosità da parte di tutti per questa
avventura in Prima Divisione, ma , come ho detto, questi aspetti sono
importanti per affrontare al meglio quel torneo".
Francesco Mocarelli e il futuro.
"Non
ho voglia di pensarci subito, è stata una stagione intensa che è appena
finita e, oltretutto, ho alle porte un esame di diritto commerciale a
Economia aziendale. Mi mancano tre esami per laurearmi, meglio se mi
concentro per qualche giorno sui libri. Poi penserò a una sistemazione
adeguata, anche il direttore Giovannini mi ha assicurato che mi darà
una mano e lui è una persona di parola. Se potrò, anche per completare
l'università, proverò a restare in Toscana".
Fabrizio Vincenti