Galleria Rossonera
Oltre cento anni di ritratti e personaggi
Marotta ha le idee chiare: "A Lucca, perché in C1 era la prima piazza dove volevo andare, l'ho detto a chiare lettere al mio procuratore. Gli obiettivi? Vincere il prossimo campionato e, prima o poi, coronare il mio sogno. Che si chiama serie A". Intervista esclusiva al nuovo bomber rossonero
10/07/2010 09:09
Ride di cuore quando, per rompere il ghiaccio di un primo
contatto
telefonico, gli diciamo che a Lucca ormai lo attendono da mesi, da
quando ancora c'erano i giubbotti pesanti come capi di abbigliamento
più gettonati e le uova pasquali in tavola. Ride e si capisce subito
che Alessandro Marotta è contento, molto contento della scelta. Senza
dubbio voluta, cercata. Il
prossimo centravanti rossonero è diretto nelle risposte, aperto al
colloquio come lo sono molto spesso i campani che fanno della simpatia
una compagna di vita.
"Mi fa molto piacere che ci sia attesa nei
miei confronti, davvero tanto. La scelta di Lucca? Speravo di andare in
serie B, ma le offerte non erano quelle che ritenevo giuste e al mio
procuratore ho parlato chiaro: in Lega Pro 1 la prima scelta è Lucca.
Non ho mai avuto dubbi in questo senso".
Perché proprio Lucca?
"E' una piazza che mi ha sempre
affascinato, vuoi per la sua storia calcistica, vuoi per lo stadio, vuoi per
il suo pubblico. E poi c'è mister Favarin".
Già, con il quale c'è un legame speciale.
"E'
vero, con lui c'è un rapporto che va al di là del piano professionale,
anch'esso basato sulla stima. Ci siamo sempre sentiti, siamo sempre
rimasti in contatto, facendoci i complimenti e gli auguri per i nostri
successi e i nostri obiettivi. Con lui c'è un rapporto umano e
sicuramente la sua presenza ha influito sulla scelta di Lucca".
Dove vi siete conosciuti?
"Alla Scafatese, tre anni fa. Una stagione difficile per tutti e due, forse proprio per questo il legame si è rafforzato".
Contro
la Lucchese ha disputato quattro gare: i tifosi rossoneri ricordano il
suo rigore sbagliato ad Arrone. Lei quale partita ricorda di più?
"Il
rigore lo ricordo anche io (ride ndr), ma la gara che mi è rimasta più
impressa è quella di ritorno del campionato appena finito a Lucca.
Tanto calore, tanto pubblico. Ricordo una bella gara, combattuta,
sofferta, con il pubblico che mi beccava. Ecco, io ho bisogno di essere
pressato per dare il meglio e in quella gara sentivo che c'era
attenzione su di me. E poi ricordo un bel duello con Bova, un osso
duro".
Chi conosce dei suoi prossimi compagni?
"Conosco bene
Lollini, gli altri li ho conosciuti come avversari visto che ho dovuti
affrontarli come avversari, a partire come dicevo poco fa da Bova. Meno
male quest'anno saranno gli altri a doverci fare i conti...".
E' reduce da un'annata davvero straordinaria, sia sul piano personale che per la vittoria con il Gubbio.
"E'
stato bellissimo, ho sempre tenuto a vincere qualcosa e stavolta ce
l'ho fatta. Davvero momenti di pura emozione, è stata una stagione esaltante, che è
andata ben al di là delle reti realizzate. Abbiamo creato qualcosa di
importante".
Perché Marotta, sino a questo campionato, è rimasto in C2 nonostante delle doti indiscutibili?
"Credo
che molto sia dipeso dal fatto che per anni mi hanno fatto giocare come
esterno di destra anziché come centrale. In Italia c'è il pregiudizio
in base al quale i giovani si confinano sull'esterno per lasciare i più
vecchi al centro. Credo di aver perso anni importanti. La
svolta c'è stata ad Arrone: lì ho iniziato a sentirmi nel posto giusto
e a divertirmi".
Qual è la sua migliore caratteristica?
"Che sono testardo come molti napoletani, sono testardo da morire. E poi dico velocità e tranquillità".
In cosa deve migliorarsi Alessandro Marotta?
"Tanto,
deve migliorare tanto. Mi alleno sempre seriamente, mi arrabbio anche
in allenamento se sbaglio un gol, ma voglio arrivare in alto e dunque
devo migliorare ancora parecchio".
Arrivare sino a dove?
"Più in alto possibile, nella massima serie, in A. E' il mio sogno e so che ci posso riuscire".
E per il prossimo campionato che obiettivo si pone?
"Ho
seguito le mosse dela Lucchese pche è una grande squadra e ha
mantenuto negli anni la sua ossatura. Possiamo fare bene, possiamo fare
un grande campionato e arrivare ai play off. Quest'anno ho vinto e so
cosa vuol dire vincere: vengo qui per provare a farlo di nuovo e per
cercare di fare un altro passo verso il mio sogno...".
Fabrizio Vincenti