Galleria Rossonera
Oltre cento anni di ritratti e personaggi
Ecco il testo integrale dell'intervista esclusiva a Giovanni Valentini, socio di maggioranza della Lucchese Libertas, in cui ha annunciato l'intenzione di cedere l'80 per cento delle quote della società rossonera
21/09/2010 17:53
Ecco il testo integrale dell'intervista a Giovanni Valentini apparsa questa mattina sul Nuovo Corriere di Lucca a firma Aldo Grandi:
Devastante. Un macigno gettato in un piccolo stagno. Giovanni
Valentini, socio di maggioranza della Lucchese Libertas 1905 con la sua Valore di Prato, ha annunciato la decisione di abbandonare il calcio e la società rossonera. Un annuncio sofferto, meditato, irreversibile, causato dalla netta sensazione che, in una città come Lucca, cercare di realizzare qualcosa di positivo ad altro non serve che ad attirarsi dei nemici e delle invidie. Per cui, se questo è il risultato di tanto impegno, ebbene, meglio togliere il disturbo.
"E' evidente, ormai - esordisce Giovanni Valentini - che noi della Valore di Prato non siamo graditi né alla città né ai lucchesi. E poiché non intendiamo danneggiare un progetto così importante e avviato come quello del rifacimento del Porta Elisa, ci togliamo di torno
rimettendo le nostre quote nelle mani del presidente e socio Giuliano
Giuliani".
Valentini, se qualche giorno fa lei era, soprattutto, amareggiato e
deluso, adesso mi sembra, soprattutto, incazzato nero. La sua
decisione è destinata a suscitare un pandemonio con i tifosi che, lo
sa, stanno tutti dalla sua parte.
"Guardi, noi non lo abbiamo mai detto, ma tanto vale, adesso, essere chiari: Valore detiene l'80 per cento delle quote della Lucchese Libertas. Noi siamo stanchi di leggere e di apprendere che un giorno
sì e l'altro pure, che i politici e gli amministratori cercano in tutti i modi di frapporre degli ostacoli alla realizzazione di un progetto che è unico in Italia e che porterebbe Lucca al centro
dell'attenzione nazionale. E' evidente che la città non ci vuole per cui, mi scusi, ma togliamo il disturbo".
Ma non è la città, quanto alcuni politici che, per i propri
interessi, rischiano di far saltare il banco.
"E allora mi domando come può una città come Lucca essere ostaggio di questa gente. Noi, comunque, abbiamo deciso di lasciare e lo faremo,
ufficialmente, domani sera (oggi, ndr) nel corso di una riunione di consiglio di amministrazione della Valore".
E che fine farà la Lucchese?
"Arriverà qualcun altro al posto nostro, qualcuno che riesca a portare a termine questo progetto che non può, vista la portata, l'interesse e le opportunità che presenta, essere abbandonato proprio ora. Quindi, siccome pensiamo che siamo noi ad essere invisi alla città, meglio andarsene che rischiare di far saltare il piano per il Porta Elisa".
Lei è molto, ma molto arrabbiato.
"Sì e anche altrettanto amareggiato. Noi non vogliamo fare polemiche
sterili, noi parliamo con i fatti. E questi dicono che in due anni, dopo aver preso una squadra miseramente fallita, abbiamo vinto i campionati di serie D e C2 e riportato la squadra dov'era, così come adesso, sia pure dopo la sconfitta con il Cosenza, è sempre tra le prime formazioni del campionato. In questa avventura noi abbiamo messo tempo, denaro e impegno e non vogliamo che tutto decada all'improvviso, quindi, se alcuni amministratori e politici lucchesi non ci vogliono, che trovino almeno qualcuno che faccia quello che non vogliono lasciar fare a noi".
Peccato, proprio ora che la gente stava tornando allo stadio...
"Tremilasettecento spettatori, questi sono i numeri, il resto sono
soltanto polemiche che non ci interessano e, credo, non interessano ad alcuno".
Ma i consiglieri di Forza Lucca Dinelli e Baudone sostengono di non poter votare il progetto per il Porta Elisa perché non gli è mai stato presentato e, quindi, non lo conoscono e voterebbero a scatola chiusa.
"Ma fatemi il piacere. Chi a Lucca non conosce il progetto per lo stadio? Trovatemelo per favore. Lo conoscono perfino a Prato. La
giunta ha votato un master plan che è stato sotto gli occhi di tutti
e che tutti possono conoscere in maniera semplice. Sa che cosa ho deciso? Noi abbiamo, allo stadio, 18 cartelloni pubblicitari a disposizione: ebbene, abbiamo deciso di attaccare, su tutti e 18, i fogli con il master plan, così che tutti possano prenderne visione senza tanti problemi".
Aldo Grandi