Galleria Rossonera
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Francesco Monaco, il mago di Carrara: "Quanti derby ho giocato con la Lucchese e contro il Pisa. Domenica i rossoneri hanno l'occasione giusta per ripartire"
13/10/2010 21:10
Francesco Monaco classe 1960, di professione calciatore prima ed allenatore ora a Carrara, 50 anni di cui 10 indimenticabili passati a Lucca con 2 campionati vinti e la soddisfazione di aver indossato la fascia di capitano (lo sottolinea con orgoglio), Lucca nel cuore, legato a filo doppio con la città e la squadra, sta togliendosi grosse soddisfazioni a Carrara, da allenatore, avendo formato la rosa solo ad agosto con tanti giovani di belle speranze, ma parla anche della Lucchese e del suo momento attuale, con un tono di voce che denota quanto attaccamento prova verso i colori rossoneri.
A Carrara due pareggi e cinque vittorie, era difficile partire meglio?
"Sicuramente sì, abbiamo cercato prima di tutto di formare un gruppo, poi la nostra concentrazione è passata al gioco, alle motivazioni, alle aspettative della piazza".
A tal proposito, le aspettative sue e della società erano di fare un campionato di vertice?
"Assolutamente no, la squadra è stata assemblata solo il 4 agosto, quindi il nostro lavoro, se così si può dire è stato tutto di rincorsa, siamo dovuti crescere tutti insieme, allenatore, giocatori e società, ma avevamo comunque un'obiettivo comune e cioè quello di mettere durante la settimana negli allenamenti e la domenica in campo tutto il meglio di noi stessi e che chiunque fosse stato utilizzato anche solo per cinque minuti avrebbe dovuto giocare alla morte per il bene comune".
Si sta togliendo qualche sassolino nella scarpa, vedi Ancona e Potenza che non hanno creduto sino in fondo nel suo lavoro?
"No, anche perchè c'è da fare un distinguo, ad Ancona ho preso la squadra in cattive acque, l'ho salvata e l'anno dopo siamo stati promossi, poi come spesso accade nel calcio le condizioni sono cambiate, a Potenza è stato un mio errore per la troppa voglia di rientrare nel calcio, non era invece nè il momento nè la società giuste, anzi se proprio devo essere sincero spero di ripetere a Carrara quello di buono fatto ad Ancona".
C'è una sorta di filo conduttore nei suoi periodi felici e ricchi di soddisfazioni, (anche facendo gli scongiuri del caso) la Toscana le riserva sempre un destino lavorativo positivo?
"In questo momento specifico, posso dire tranquillamente di sì, a Lucca sono stato benissimo e sono maturato tantissimo, ho vinto due campionati, ho indossato la fascia di capitano, ho iniziato la carriera da allenatore, a Carrara che dire, per il momento c'è il vento in poppa e se come mi hai chiesto, scongiuri a parte, spero realmente che la Toscana mi sorregga sino alla fine del campionato".
Veniamo alle note dolenti, dando per scontato che segua sempre la Lucchese, che ne pensa dell'attuale momento?
"La seguo sempre con molto affetto, sono legato tantissimo ai tifosi ed alla città, mi dispiace molto dei risultati attuali, ma a quanto sento e vedo, anche domenica a Taranto ha preso due gol negli ultimi cinque minuti e sicuramente non meritava di perdere. Dopo quattro sconfitte ci sarà un po' di maretta e di scoramento, ma l'importante è mantenere l'equilibrio sopratutto a livello societario, visto che spesso e volentieri le squadre le fanno i dirigenti e i presidenti, ma si sa che nel calcio chi paga sempre il manico".
Ora c'è il derby all'orizzonte, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
"Io posso dire di averne fatti abbastanza, certo è sempre una partita ed una rivalità particolare, ma forse in questo momento lo vedrei come bicchiere mezzo pieno, visto che credo che sarà l'occasione per ricominciare a fare punti e quindi potrà essere un nuovo mattoncino per ricompattare l'ambiente e ripartire con fiducia nella marcia che la squadra si era prefissata".
Francesco Monaco 20 e passa anni da centrocampista di quantità, con le nuove regole degli Under che consiglio si sente di dare a questi giovani che, come purtroppo abbiamo visto a Taranto ed in altre occasioni, lasciano un po' a desiderare?
"Io, rispetto alla Lucchese, ne devo schierare di più, comunque dal di fuori non si possono dare consigli particolari, per quel che mi riguarda, io ho in rosa 15/16 ragazzi dal 1989 in su, posso dire che al momento hanno risposto tutti in maniera positiva, importante è comunque chi subentra deve dare il massimo per la squadra e non pensare solamente a se stesso e farsi vedere, cito ad esempio il nostro Giovinco, è del 1990, ci ha fatto vincere le ultime due partite subentrando a partita iniziata,ma ha dato sicuramente una scossa agli altri anche se materialmente non ha segnato".
Andrea Pasqualitti