Galleria Rossonera
Oltre cento anni di ritratti e personaggi
Paolo Gianni, nel suo j'accuse i retroscena di una tragedia sportiva annunciata
12/08/2011 15:48
Paolo Gianni, 51 anni, agente di commercio, lucchese di San Colombano, sposato e con due figli, Gianluca e Simone, per tre anni è stato il dirigente accompagnatore della Lucchese Libertas 1905, la persona più vicina alla squadra e in grado di recepirne e misurarne gli umori. Il suo è un atto di accusa che chiama in causa tutti, tutti coloro che, per insipienza o ignoranza, per colpa o, magari, per dolo, hanno costretto la Lucchese a scomparire dal calcio che conta. Gianni ha un difetto: pruima di dire quello che pensa non conta fino a dieci, ma, al massimo, fino a tre. Noi siamo come lui.
Pensi a Paolo Gianni, ex team manager della Lucchese Libertas 1905 e ti torna in mente quell'immagine di lui, esultante, in mezzo ai giocatori rossoneri a Carrara, il giorno in cui la squadra di Giancarlo Favarin conquistò il titolo di campione in C2.
Sicuramente, il giorno più bello dei tre anni trascorsi al seguito della squadra rossonera. Indimenticabili la festa negli spogliatoi e i tifosi che ci attesero al casello di Carrara scortandoci, esultanti, fino in piazza Grande dove, da brividi, fu l'accoglienza della città intera.
Ne è passato di tempo, da allora...
Purtroppo non tanto, ma in un anno, è cambiato tutto. La nostra Lucchese è sparita e la Carrarese che quel giorno condannammo alla serie D, adesso parteciperà al campionato di Prima Divisione. Tanto rammarico e altrettanta amarezza.
La Lucchese è morta per conto proprio o c'è qualcuno che l'ha uccisa?
La Lucchese era agonizzante dal mese di dicembre. Credo che tanti di noi hanno fatto tutto il possibile per salvarla e hanno la coscienza a posto. Non lo posso dire per tutti e penso che queste persone lo sappiano perché solo attraverso troppe controversie interne, sono riusciti a non salvare una società che ha lasciato 800 mila euro di crediti in Lega e aveva debiti per 1 milione di euro se togliamo la grana creata dai campi di San Donato dal giorno in cui furono capitalizzati nella società. Dovevano essere un punto a favore e, invece, hanno decretato la fine della Lucchese.
In che senso?
Perché, il giorno che io pensavo sarebbe stato quello della salvezza, è stato quello, per me e per tutti i lucchesi, il giorno più brutto e triste di questi tre anni. Quando siamo arrivati davanti al notaio Costantino per espletare tutte le pratiche del passaggio delle quote della Nice srl, ci siamo trovati di fronte a un ostacolo insormontabile rappresentato dal fatto che la Valore, nella persona di Giovanni Valentini, aveva fatto pervenire un documento da controfirmare, nel quale la parte acquirente si sarebbe dovuta assumere le fidejussioni emesse dalla Valore medesima per una cifra intorno ai 2 miloioni e mezzo di euro. Questo ha reso impossibile il passaggio delle quote, decretato la fine della Lucchese e, posso garantire, per me, ha determinato uno stato psicologico di prostrazione e senso di impotenza dai quali ancora oggi faccio fatica a riprendermi.
E' vero che le quote dalla Valore sarebbero dovute transitare, per qualche giorno, sul suo nome?
E' vero, ma, chiaramente, sarei stato garantito dalla famiglia Giuliani.
Gabriele Giuliani avrebbe anche firmato, ma il fratello Giuliano, ha scelto di seguire i consigli del proprio consulente commercialista e del socio Lumini. Vero?
No, non avrebbero firmato né Gabriele Giuliani né il sottoscritto e nemmeno la Nice che non approvava il documento sopracitato.
La Nice è stata definita, dai nostri quotidiani, la cordata dei morti di fame.
Credo che il 1 giugno, il giorno, cioè, del fantomatico passaggio delle quote dalla Valore alla Nice, abbia provocato l'aggravamento irrimediabile della situazione perché, secondo la mia opinione e quella di altri addetti ai lavori, era solo un atto per causare una reazione da parte della Cipriano Costruzioni e agguantare un po' di denaro. Così non è successo perché la Cipriano non ha ceduto ad alcun tipo di ricatti di qualsiasi natura.
Le dirò alcuni nomi, lei dovrà esprimere un giudizio sintetico, ma sincero. Giovanni Valentini.
Un opportunista.
Però tre milioni di euro ce li ha messi e rimessi nelle tre stagioni rossonere?
E' vero, però, non giustifico il fatto che, quando lui e la sua azienda, si sono trovati di fronte a una crisi economica notevole, non ha avuto l'umiltà di parlarne con i propri collaboratori perché credo che così facendo, già dall'anno scorso, avremmo potuto adoperarci per cercare di salvare il salvabile; mentre lui, fino all'ultimo, continuava a parlare di modello Chievo, stadio tipo Juventus e si incontrava con vari direttori, Fabrizio Lucchesi, Oreste Cinquini invece di sostenere l'unica persona che stava lavorando per aiuater ad evitare il crac. Questo è Paolo Giovannini il quale, grazie al proprio lavoro fatto a gennaio quando lui ha capito come stavano le cose, ha fatto mercato risparmiando sugli ingaggi e portando la squadra al settimo posto, in Coppa Tin tra mille difficoltà e sostenendo, anche personalmente, insieme a qualcuno di noi, economicamente e moralmente, la squadra che ha ricevuto l'ultimo stipendio nel mese di gennaio. Fa male, personalmente, sentire accostare il nome di Paolo Giovannini ai responsabili del crac perché è vero che lui faceva parte del Cda della Lucchese, ma solo per la parte sportiva, quindi, la questione del campi San Donato non lo riguardava direttamente.
Giuseppe Bulleri?
Ingiudicabile. Non capisco, essendo di Lucca, come mai abbia accettato l'incarico affidatogli.
Giuliano Giuliani?
Ha lavorato bene in questi tre anni, ma, come anche lui sta riconoscendo, non si può influire più di tanto in qualsiasi società, quando detieni il 20 per cento del capitale e l'altro socio l'80 per cento. Per questo, per me, rimane un amico, una persona onesta che sta pagando di persona gli errori commessi.
Lido Moschini?
Non per colpa sua, si è trovato due volte in tre anni in questa situazione. Non vorrei essere stato al suo posto, lo stimo per il lavoro svolto e lo ringrazio, anche questa volta, per essersi impegnato a non far scomparire il calcio a Lucca.
Mauro Favilla?
Sono un capannorese, stimo, dal di fuori, il sindaco di Lucca, se posso muovergli una critica, è quella di non essere troppo deciso. Questo ha rallentato le pratiche per i lavori e ha fatto sì il progetto stadio si sia, lentamente, arenato. Se io fossi stato la proprietà, dopo la vittoria del primo campionato, con la squadra in C2 e i progetti cambiati, avrei riconsegnato le chiavi al sindaco stesso rimettendo il mandato ed evitando, così, lo sperpero di tre milioni duecentomila euro nei due anni successivi. A quel punto avrei voluto vedere la reazione del Comune e della città.
I tifosi, anche l'altro pomeriggio all'Acquedotto, ce l'avevano con Giuliano Giuliani.
Non lo ritengo giusto anche se lui è colpevole, per la sua piccola parte, e sta pagando più di quanto non gli competa.
Luigi Gallo?
Preferisco non parlarne.
Quasi tutti i mezzi di informazione, avevano plaudito all'arrivo della Nice.
Quasi tutti. Qualcuno, come me, pensava che fosse l'inizio della fine. E, alla fine, purtroppo, aveva ragione. Qualcun altro, non so per quale motivo o interesse, continuava a sponsorizzarli.
I tifosi o, meglio, parte di essi, se la sono presa con la squadra definendoli dei venduti per alcune partite perse. Cosa ne pensa?
Quando sento questo, vado su tutte le furie perché ho vissuto accanto a loro e so come abbiano lavorato, impegnandosi giorno per giorno, seguendo i consigli dell'allenatore, del direttore sportuivo e di tutto lo staff. Questo gruppo non merita questo tipo di attacchi, ne ha già subiti troppi durante l'anno, vedi il dopo Favarin e va solo apprezzato perché, nonostante non abbiano visto un euro in cinque mesi, hanno condotto la squadra ad una salvezza tranquilla e a un posto in Coppa Tim svanito, purtroppo, a causa delle vicende societarie e per beffa preso, proprio dal Pisa.
Sono circolate voci su giocatori che, a Pasqua e anche dopo, non avevano soldi per pagare bollette o andare a trovare i propri parenti. E' vero o sono solamente delle voci?
E' verissimo. Abbiamo provveduto di tasca nostra, cioè io, Giovannini, Gabriele Giuliani, Mauro Matteoni e altri collaboratori, a sopperire a queste mancanze. E, addirittura, per capire il valore di questo gruppo, alcuni giocatori della rosa, che avevano meno bisogno impellente, aiutavano i propri compagni. Questa era la nostra Lucchese.
Lei ha detto che, da dicembre, è iniziata la discesa irrefrenabile. Perché, allora, lei, che è stato nominato team manager e, quindi, la persona più vicina alla squadra, non ha mai protestato nei confronti della proprietà a cominciare dal socio di maggioranza?
E chi l'ha detto? Chiaramente non abbiamo messo i problemi in piazza, ma state tranquilli che abbiamo provato, in tutte le maniere, a far rispettare gli impegni e ci hanno sempre rassicurato che tutto si sarebbe aggiustato in tempi brevi. Purtroppo, adesso, capisco che stavano solo prendendo tempo.
E prendendovi per il culo?
Adesso posso dire di sì, ci sentiamo presi in giro e voglio parlare di un episodio. La sera nel ritiro di Castellammare di Stabia, ultima gara esterna di campionato, i ragazzi erano, veramente, indiavolati. Abbiamo fatto di tutto per farli recedere dalla decisione di non entrare in campo. Ce l'abbiamo fatta, spendendo la nostra parola e le garanzie che Giuliano Giuliani mi aveva, al telefono, detto di dare ai ragazzi. Scesero in campo, ma vedemmo subito in che stato fossero. A fine partita, cosa che mai avevo fatto in precedenza, mi permisi di criticare la loro prestazione. Adesso, a distanza di mesi, non li giustifico, ma li capisco. Avevano ragione loro, li stavano prendendo in giro.
Mauro Paolinelli?
Commercialista.
Vittorio Lumini?
Imprenditore serio, preparato che ha capito, molto prima di altri, com'era la situazione e non ha permesso, giustamente, di andare oltre.
Che cosa le ha insegnato questa esperienza?
Tantissimo, soprattutto, dal lato umano. Valgono per me, più gli ultimi sei mesi vissuti tra mille difficoltà che i due anni vissuti in mezzo ai trionfi.
Giancarlo Favarin, l'ha più sentito?
Lo sento spesso, sono, con lui, in ottimi rapporti e spero che trovi, presto, una sistemazione perché, sicuramente, se lo merita.
Mi scusi Gianni, ma lei non si è sentito tradito nel senso più crudo e deleterio del termine?
Tradito no o, almeno, non da dirigente, forse da tifoso.
Ma sua moglie, a casa, cosa pensava della situazione?
Sembrerà strano, ma, a casa, non parlo mai di quelli che sono i miei problemi.
Il suo umore, però, ne avrà risentito anche tra le mura di casa?
Come tutte le volte che ho i problemi anche con il lavoro, quindi, né più né meno.
Il giocatore che, in questi tre anni, le è rimasto più nel cuore.
Tantissimi, direi quasi tutti, che continuo a sentire quotidianamente. Se posso fare un nome, dico Carloto perché penso di averlo 'adottato' dal primo giorno che è arrivato da noi.
Come si fa a pensare che, dopo due anni di straordinarie imprese e emozioni, tutto sia finito così, in un attimo, come se niente fosse successo?
Io faccio ancora fatica a pensare che sia finita. Forse, me ne renderò conto quando inizieranno i campionati e noi non ci saremo.
Alcuni tifosi hanno rimproverato a Paolo Giovannini, di aver cercato subito una occupazione, addirittura, a Pisa.
Anche se fosse vero, non vedo dove sia il problema, visto anzi che ha avuto opportunità di lavoro quando la nostra situazione non era ancora definita e lui ha preferito e sperato, come e con tutti noi, di ripartire con la nostra Lucchese. O, perlomeno, salvaguardare i ragazzi con i quali aveva speso parole e non soltanto oltre a metterci la faccia. Detto questo, mi risulta che Giovannini, insieme a mister Favarin e a mister Paolo Indiani, siano, ancora, senza un lavoro. Questa è l'ingiustizia che regna in questo mondo dove non si va avanti per meriti, ma per sponsor.
L'attuale amministratore della società rossonera, Giuseppe Bulleri, ha messo in liquidazione la Lucchese Libertas 1905, ma il liquidatore da lui scelto, il dottor Tofanelli, ha rifiutato l'incarico.
Non mi interessa niente. Voglio solo che vengano, in qualche maniera, mantenuti gli impegni presi visto che questi signori non hanno, fino ad oggi, cacciato un solo euro.
E pensare che Luigi Gallo aveva annunciato il ritiro in Trentino e che Marotta sarebbe rimasto rossonero.
Novelle come tante altre che hanno raccontato e che a qualcuno ha fatto comodo raccontare per illudere i tifosi.
Paolo Giovannini?
Il cuore e la mente sin dal 9 agosto 2008, giorno in cui ci siamo incontrati per la partenza della Sporting Lucchese. Competenza, onestà intellettuale, infaticabile lavoratore e persona di una umiltà incredibile che non fa parte di questo mondo dove vanno avanti solamente l'apparenza e i raccomandati.
Magari è un po' permaloso.
Non credo. Con tutto quello che ha subito e con tutti gli attacchi patiti, è stato anche troppo buono. Con il mio carattere, certamente, non sarebbe finita così.
Bulleri ha iscritto la Lucchese Libertas 1905 in terza categoria o, almeno, così ha annunciato. Cosa ne pensa?
Da quello che mi risulta, ha solo mandato una richiesta per una eventuale iscrizione che deve avvenire entro il 24 agosto. Mi sembra improbabile che ciò avvenga vista anche la precedente esperienza, ma io credo solo che cerchino, in qualche modo, di riprendere qualche soldo dai giovani che sono stati presi da altre società a costo zero. Se questo servirà a racimolare una cifra che serva per pagare, in parte, i debiti, arrivare ad un concordato anziché al fallimento, credo che sia, forse, una cosa giusta.
E adesso, Paolo Gianni, cosa farà, calcisticamente parlando?
Adesso ho solo voglia di disintossicarmi anche se qualche amico mi ha già chiamato per dare una mano. Per il momento preferisco frequentare società amiche, ma solo senza prendere alcun impegno.
Aldo Grandi