Galleria Rossonera
Oltre cento anni di ritratti e personaggi
Alessandro Galli ripercorre i suoi tre anni in rossonero: "Stagioni stupende, epilogo a parte. La mia migliore partita? Contro il Prato"
12/12/2011 18:01
Rivivere tre anni in pochi minuti fa venire soltanto la nostalgia, soprattutto a quei tifosi che amano la Lucchese e che ne fanno quasi una ragione di vita. Lo facciamo attraverso un'intervista con Alessandro Galli. Il furetto di Forcoli che è stato un giocatore importante per la rinascita rossonera, ma che purtroppo ha dovuto vivere sulla sua pelle lonta di una mancata iscrizione che ancora gli brucia. Una mattinata senza allenamento e la voglia di rimettersi a parlare di un'avventura che ancora porta dentro e che siamo convinti non dimenticherà per tutto l'arco della sua vita dato che vincere due campionati in due stagioni e contribuire al settimo posto in una categoria come la Prima Divisione, è un qualcosa straordinaria. Ora Galli ha deciso di rispondere al richiamo della sua città e di dare una mano al Forcoli a raggiungere una salvezza tranquilla nel campionato di Serie D.
"Allo stadio "Brunner" vado a piedi perché è proprio dietro casa mia. È un'emozione indescrivibile giocare con la maglia del proprio paese ed essere incitato da persone conosciute da una vita".
È vero che ha sbagliato anche un rigore?
"Mannaggia! Mi è capitata anche questa. Proprio nella porta da dove si vede casa mia ho colpito il palo e la palla è uscita fuori. Una situazione che mi è parsa molto strana".
Quanti gol ha segnato con la maglia della sua squadra?
"Ne ho segnato uno a Pistoia ed ora spero di farne altri e di contribuire a raggiungere l'obiettivo che la società si è prefissata".
Da quanto tempo è che ha accettato l'offerta del Forcoli?
"Guardate, vi racconto cosa è successo in estate. Dopo la mancata iscrizione della Lucchese Libertas alla Prima Divisione, sono andato ad allenarmi con i disoccupati a Coverciano dove tra l'altro incontrai anche Chadi. Poi mi sono allenato da solo, o meglio, con gli Allievi e gli Juniores del Forcoli. In seguito è arrivata la chiamata del direttore e ho accettato con entusiasmo. All'inizio dell'anno ho avuto anche altri contatti con altre società tipo la Pistoiese, ma poi non so perché non se ne è fatto di niente".
In che ruolo sta giocando adesso visto che lei può ricoprire diverse posizioni in campo?
"Prima sono partito da centrocampista puro, poi mi sono spostato nella posizione di trequartista da due o tre partite".
Come sta fisicamente?
"Sono rimasto sorpreso anche io perché non pensavo di riuscire a stare così bene. Faccio sempre novanta minuti senza sentire la fatica e quindi il mio desiderio sarebbe quello di continuare a giocare anche il prossimo anno, ma a questa età la condizione può cambiare da un mese all'altro, quindi è inutile fare programmi a lunga scadenza".
Ci può raccontare un'analogia fra la Lucchese degli anni scorsi e il Forcoli di questo anno?
"Anche qui a Forcoli sono legati al progetto del nuovo stadio come successe a Lucca. I dirigenti vogliono fare un centro all'avanguardia e di conseguenza le ambizioni per la prossima stagione potrebbero essere più alte rispetto a quelle di questo anno. Tutto dipenderà se andrà in porto o meno questo tipo di situazione".
Parliamo degli anni scorsi. Che ricordi ha?
"Sono stati tre anni stupendi a parte per come è andata a finire. Sono arrivato a Lucca quando non c'erano nemmeno i palloni e le casacche per allenarci e insieme abbiamo costruito qualcosa di straordinario finito male. Noi giocatori abbiamo fatto di tutto sul campo per riuscire a portare avanti la baracca. In effetti i risultati ci sono stati ma nessuno di quelli che comandavano in società ci ha fatto capire come stavano realmente le cose e questo è stato a mio avviso il più grave errore. È inutile aver costruito qualcosa di importante per poi vederlo finire in questo modo. In questo momento sembra proprio che non abbiamo fatto niente, ma il calcio e la vita riservano anche questi momenti".
Da vecchio capitano, che cosa vuol dire ai tifosi?
"Il pubblico di Lucca ci ha incitato sempre ed è stato stupendo nei nostri confronti. A volte ci hanno criticato ingiustamente e fischiato durante molte partite, cosa che potevano fare al fischio finale delle gare. È vero che anche loro come noi non sapevano come stavano realmente le cose e quindi sono ampiamente da scusare per questo comportamento".
Qual è stata la sua partita più bella con la maglia rossonera?
"Quella con il Prato, dove vincemmo 2-0".
Che tipo di campionato è quello di Serie D, visto che la nuova società rossonera dovrebbe farne parte il prossimo anno?
"Il nostro girone è tosto e a dire la verità pensavo di trovarmi di fronte dei giovani scadenti. Ci sono le squadre emiliane e romagnole che giocano bene a calcio e con le toscane è tutto un derby. Insomma, le partite risultano difficili".
C'è chi afferma che è più duro l'altro girone dove milita il Pontedera.
"Su questo non posso rispondere personalmente perché per poter dare un giudizio anche sull'altro girone dovrei giocarci. Qualcuno afferma che si tratta di un girone più fisico e più duro, dove si gioca meno la palla a terra".
Quanti consigli dà ai giovani che giocano in squadra con lei?
"Tanti, ma non so se poi vengono recepiti. Penso di aver imparato qualcosa in questo mondo, quindi cerco di far migliorare i ragazzi che ho in squadra. Credo che il lavoro settimanale sia fondamentale a tutti i livelli e la domenica dovrebbe essere un divertimento o una prova per mettere in pratica quello che viene fatto allenamento dopo allenamento".
E quale consiglio invece dà a un giovane che vuole iniziare a giocare a calcio?
"Di divertirsi e non pensare di poter arrivare in Serie A".
C'è un motivo per cui in Italia escono fuori meno giovani bravi?
"Il motivo è semplice: ai miei tempi si giocava a pallone per la strada o davanti a una chiesa. Appena si poteva avevamo la voglia di andare a giocare a calcio. Adesso ci sono troppe distrazioni diverse, la televisione, la playstation, etc, etc. Non c'è più una grande fame di calcio. I tempi sono cambiati".
È d'accordo con chi vuole inserire le Primavere delle squadre di Serie A e B nel campionato di Lega Pro?
"Non condivido questa situazione perché non capisco come potrebbero esser fatti i gironi. Inoltre sono dell'avviso che tanti giocatori con famiglia rimarrebbero a casa per far posto a chi e a che cosa? I giovani hanno il loro campionato Primavera e hanno la possibilità di giocare in questo torneo. Se poi sono bravi devono venire fuori e vengono mandati in Prima e in Seconda Divisione per far si che crescano bene. Lo sapete qual è la differenza tra la Spagna e l'Italia? Che in Spagna gettano i giovani nella mischia mentre noi non abbiamo la cultura giusta per farlo".
Che cosa pensa della nuova Lucchese?
"Non conosco Bruno Russo e sto seguendo solo i risultati. Sono contento che sia ripartita una società che voglia fare bene nel corso degli anni perché vedere la squadra di Lucca in Eccellenza fa veramente ridere. Lucca sportiva merita altri palcoscenici".
Come vanno le cose in famiglia?
"Tutto bene. Mio figlio Gregorio cresce e ha iniziato ad andare all'asilo".
Diego Checchi