Galleria Rossonera
Oltre cento anni di ritratti e personaggi
Gazzoli giudica Casapieri: "E' un ragazzo che vuole arrivare e disposto a sacrificarsi. Lo scorso anno sono stato vicino a tornare in rossonero, una maglia a cui non dirà mai no"
20/12/2011 10:43
Nella mente di Massimo Gazzoli, ex portiere rossonero adesso alla Carrarese, c'è un momento della sua avventura rossonera che rimarrà sempre indelebile e cioè quella finale persa contro la Triestina, il rimpianto di tutti quei giocatori che in quella stagione inseguirono un sogno chiamato Serie B. È sempre un piacere parlare con il numero uno viareggino che adesso sta lottando per ritrovare un posto da titolare con i gialloblu marmiferi della Carrarese allenati da Stefano Sottili.
"Per adesso sta giocando un giovane del 1989 che proviene dal settore giovanile della Juventus e si chiama Timoty Nocchi che in mia assenza ha dimostrato di poter far bene anche in questa categoria. Il mio obiettivo è quello di riconquistare il posto perché il guaio alla schiena ormai è completamente alle spalle e il mio pensiero è quello di giocare ancora tre o quattro anni".
Potrebbe cambiare aria nel mercato di gennaio?
"Per il momento non ho ricevuto alcuna proposta ma non escludo niente perché se le cose saranno ancora così dovrò fare certe valutazioni perché ripeto, la mia intenzione è quella di essere ancora protagonista".
Al di là di questo momento, come si è trovato nella città marmifera?
"Sono arrivato lo scorso anno per dover fare la riserva. La società aveva in mente di affidare le chiavi alla porta ad un giovane e infatti negli ultimi giorni di mercato arrivò Vigorito dal Cagliari che tra l'altro ha giocato tre partite in Serie A e ha grandi margini di miglioramento. Il mio augurio è quello che non si perda. Tornando allo scorso anno ho avuto la fortuna di far bene nelle prime partite e quindi di convincere mister Monaco a puntare su un portiere esperto. Quindi ho disputato tutto il campionato da protagonista ed abbiamo vinto anche i play off nella finale contro il Prato. Vi voglio raccontare un aneddoto".
Prego, dica pure.
"Per un certo periodo di tempo del gennaio scorso ho avuto la possibilità di tornare a Lucca per la terza volta, quando a Carrara arrivarono Chadi, Mariotti e Pera e in rossonero andarono Marchetti e Del Nero. C'era anche la prospettiva di poter fare uno scambio tra me e Pardini ma non so per quale motivo, non se ne fece di niente".
Ci racconti le sue stagioni a Lucca.
"Nella prima parte a Lucca sono stato molto bene. Nella prima stagione con D'Arrigo arrivammo in fondo non raggiungendo la Serie B con la Triestina. Fu una partita talmente strana che tendo a rimuoverla ma alla fine non ci riesco. Credo che se in quella stagione fossimo andati in Serie B sarebbe cambiato tanto per tutti quei giocatori che erano nella rosa. Eravamo una squadra forte e ricordo con piacere i compagni tipo, Baraldi, Deoma, Pessotto, Carruezzo, Russo, Ferracuti e Marianini al quale sono rimasto molto legato. A quell'epoca era un giovane di grande prospettiva e poi ha fatto tutta quella carriera che sappiamo. Ne approfitto per salutare Tony Carruezzo, il bomber più forte con il quale abbia mai giocato. In questi anni non ho avuto modo di incontrarlo e di questo sono dispiaciuto. L'anno successivo ci salvammo ai play out e fu una stagione travagliata anche se gli obiettivi erano di provare a vincere subito".
E l'ultimo anno di Fouzi come lo cataloga?
"Fu un peccato per tutto quello che successe. Sapevo da prima di firmare che c'erano problemi societari, ma la mia garanzia era Braglia, un allenatore che nel corso degli anni ha fatto molto bene. Con lui ho avuto un rapporto molto schietto e diretto e a volte abbiamo anche discusso, ma se posso esprimere un desiderio vorrei essere allenato di nuovo da Braglia perché è un tecnico dal quale ho imparato molto".
Perché accettò la Lucchese in quella stagione?
"Perché Lucca per me è una grande piazza e ripeto, all'inizio pensavamo che i problemi societari fossero risolvibili. A gennaio vedemmo un po' di luce dato che sembrava che il presidente sbloccasse i suoi conti e tornasse ad essere buona la situazione finanziaria. Poi è crollato tutto. Forse lo sbaglio di quell'annata da parte della società, è quello di aver fatto il passo più lungo della gamba senza esser riusciti a mantenere gli impegni".
Tornando a parlare di lei, come è cambiato il ruolo del portiere in questi ultimi anni?
"Non è cambiato poi così tanto, credo che queste regole dei giovani penalizzino un po' tutti e sono dell'avviso che un giovane deve giocare se merita. Poi c'è un altro aspetto che voglio sottolineare: i giovani, rispetto a prima, non hanno più fame di calcio, cioè si allenano senza avere un obiettivo ben preciso in testa e questa è una cosa sbagliata".
Lo scorso anno si è allenato con Leandro Casapieri. Ci può parlare di lui?
"È un bravo ragazzo con la mentalità da portiere. Non ha paura quando commette un errore. Non so dove arriverà ma sono sicuro che giocherà a calcio, l'unica cosa che lo penalizza è l'altezza. A proposito di quello che dicevo prima, Leandro è un ragazzo che vuole arrivare e fa sacrifici per ottenere un risultato. Lo avevo segnalato anche a un mio amico che allena nell'altro girone, ma per motivi di scuola il ragazzo ha preferito non spostarsi da casa".
Che cosa vede nel suo futuro quando smetterà di giocare a calcio?
"Vorrei fare l'allenatore dei portieri".
Quanti sacrifici ha fatto per poter diventare calciatore?
"A dire la verità non ho mai pensato a quello che ho rinunciato per poter fare questo mestiere perché non ho avuto nemmeno il tempo di pensarci. A 16 anni ero già protagonista in categorie importanti".
Qual è il giovane che gioca con lei di cui sentiremo parlare?
"Un vostro ex: Diego Vannucci. Nel ruolo di terzino sinistro può diventare un grande giocatore, ha tutti i mezzi e le qualità per poterlo fare, se ne deve soltanto convincere. Ricordo che a Marsala è stato mio compagno di squadra Evrà, il terzino del Manchester United. Non avrei mai immaginato che avrebbe potuto fare dieci anni di Champions League".
Che cosa pensa della nuova società voluta da Bruno Russo? "Sono sicuro che questa società farà bene e sono contento che ne facciano parte due amici come Russo e Tambellini".
Ma se qualcuno la dovesse richiamare che cosa risponderebbe?
"Per Lucca la porta è sempre aperta, mai dire mai".
Diego Checchi