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Oltre cento anni di ritratti e personaggi

Spartaco Landini, il diesse in attesa di una chiamata: "Mi sento ancora in forma: potrei tornare a breve. La Lucchese? Per tutte le società medio-piccole vedo un futuro nero"

14/02/2012 10:30

Ricordare i tempi che furono e che speriamo possano tornare il prima possibile. Lucca sportiva merita altri palcoscenici e questa nuova società sta facendo di tutto per riportare il calcio rossonero ai fasti di un tempo. Parliamo di calcio con un grande intenditore ed ex Direttore Sportivo rossonero, quello Spartaco Landini che arrivò nella nostra città il primo anno di Fouzi e terminò la sua avventura in maniera brusca a metà del secondo anno quando, in pieno caos finanziario, il presidente decise di affidare tutta la gestione sportiva a Fabrizio De Poli, mettendo da parte anche un personaggio come Gigi Simoni. Adesso Landini sta aspettando una chiamata da qualche società per tornare a fare il mestiere che ha sempre amato e che lo ha portato in "piazze" importanti come Genova e Cagliari.

"La mia aspirazione è quella di rientrare nel calcio - ha affermato Landini - e c'è qualcosa che si sta muovendo con una società e potrei tornare a lavorare a breve. Non voglio sbilanciarmi più di tanto perché non c'è niente di sicuro, quello che è certo è che mi sento ancora in forma e penso di essere valido per poter ricoprire questo ruolo".

Ma che cosa ha fatto in tutto questo tempo?
"Ho visto tanto calcio e non mi sono certamente distaccato da questo mondo. Mia figlia fa la procuratrice e ho callaborato con lei andando a vedere dei giovani all'estero, anche in Paraguay. Elementi importanti che potrebbero anche arrivare in Italia grazie all'aiuto del procuratore. Mi sono sempre tenuto informato su tutto e adesso sono a Viareggio per seguire la Coppa Carnevale e valutare quali giovani migliori ci sono in questo torneo".

Per quale motivo ci sono tanti giovani stranieri in Italia?
"Perché le più grandi società vanno a pescare all'estero, dato che il mondo è cambiato e si è più europeizzato rispetto al passato. È ovvio che a tanti nostri giovani vengono "tagliate le ali", ma state certi che quelli più bravi escono fuori".

Com'è cambiato il ruolo di direttore sportivo?
"Quando ho iniziato, un presidente aveva la sua industria e non si occupava di calcio. Il direttore sportivo faceva il tutto ed esponeva al massimo dirigente. Adesso i presidenti entrano nelle questioni tecniche e la figura del DS si è per così dire svilita. Un Direttore è un consigliere del presidente e deve cercare di fargli sbagliare il meno possibile. Una volta esisteva maggiormente il contatto vero e proprio con i giocatori, adesso esiste il procuratore, una figura entrata nel calcio della quale non si può fare a meno perché per acquistare un giocatore devi passare prima dal suo enturage e magari, dopo, puoi parlare anche con lui".

Dall'alto della sua esperienza, come va ricostruito e potenziato un settore giovanile?
"È difficile dirlo su due piedi, ci vogliono le strutture e gli istruttori bravi per poter far crescere i ragazzi nel migliore dei modi. Devo ammettere anche che le più grandi squadre di Serie A stanno perseguendo questa strada con buoni profitti".

Qual è la squadra di calcio nazionale che a livello di gioco le piace di più?
"Sicuramente la Juventus di Conte perché ha incarnato il modo di essere del suo allenatore e poi il progetto Roma tra poco diventerà una sorpresa per tutti. A me piace come si pone Luis Enrique, come parla e come fa lavorare i suoi ragazzi. Sono convinto che anche per la squadra giallorossa i risultati arriveranno presto. Questo è un calcio innovativo e come tale ha bisogno di tempo per potersi imporre".

Che ricordi ha dell'esperienza di Lucca?
"Arrivai con grande entusiasmo e voglia e devo dire che se non avessero interrotto il nostro lavoro (il mio e di Gigi Simoni) a metà del secondo anno, avremmo portato avanti un progetto basato sui giovani più interessanti nel panorama calcistico Nazionale. Nella nostra squadra erano presenti già elementi che poi sono approdati in Serie B come Renzetti, Coralli, etc, etc.".

Il suo parere su ciò che sta facendo Fulvio Pea con il Sassuolo?
"Non sono stupito del suo lavoro. Fulvio è sempre stato un professionista molto capace e una persona seria. Se è arrivato ad allenare con grandi risultati una squadra di Serie B, tutto il merito è suo anche se deve tanto a Gigi Simoni perché è stato il primo a credere nelle sue qualità e a dargli l'opportunità di allenare in Serie C in una "piazza" come Lucca".

Che cosa pensa di quello che è accaduto negli ultimi anni al calcio rossonero?
"Sono dispiaciuto e non avrei voluto che la squadra della vostra città ripartisse da così in basso perché non lo merita. Adesso, soprattutto in Serie C, falliscono molte squadre perché non ci sono soldi da spendere e per le realtà medio-piccole vedo uin futuro sempre più buio. L'unica possibilità è quella di trovare presidenti del posto disposti a spendere "qualche lira" nella squadra di calcio della propria città".

Secondo lei in Lega Pro ci sarà la tanto sospirata riforma dei campionati?
"Credo proprio di sì, perché non ci sarà un'altra via di uscita. Sono convinto che a giugno falliranno altri compagini e allora bisognerà porre un rimedio a tutto questo. Vorrei sottolineare inoltre che sono favorevole alla politica dei giovani perché in questo modo la Lega Pro ha fatto un passo avanti".

Diego Checchi

Fanini Group

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