Galleria Rossonera

Oltre cento anni di ritratti e personaggi

Tony-gol ci crede: "A Lucca Russo & company stanno lavorando senza lasciare niente al caso: è tempo di puntare sul settore giovanile"

16/03/2012 19:58

Quando parli di Tony Carruezzo, ti vengono in mente tante cose e soprattutto tanti gol che hanno dato grandi soddisfazioni alla Lucchese nel corso degli anni. Ma anche quella finale contro la Triestina dove ha sbagliato quel rigore che per certi versi ha cambiato la storia rossonera degli ultimi dieci anni. Il bomber ne parla con grande tranquillità anche perchè il gol promozione lo aveva segnato.

"Vi ricordate il cross di Binho dalla destra con il sottoscritto che impatta la palla di testa trafiggendo l'incolpevole Pagotto? Ecco, in quella giornata lasciai comunque il timbro di una stagione indimenticabile. Poi, se quel rigore fosse andato dentro, saremmo andati in Serie B. Ma ormai è acqua passata".

Quali sono stati i suoi gol più belli in maglia rossonera?
"Proprio in quella stagione calcistica ne ricordo due in particolare contro il Treviso, sia all'andata che al ritorno dei play off, uno dei quali lo segnai al volo di destro".

Ha qualche rammarico nella sua carriera da calciatore?
"Direi di no. Dopo il primo anno a Lucca e cioè quello della mancata promozione, sono voluto rimanere in questa città rifiutando molti soldi per cercare di riportare la Lucchese ad alti livelli".

Ma per quale motivo si è interrotta così bruscamente la sua avventura in rossonero?
"Ero il capitano e al terzo anno di Fouzi sono voluto andar via perchè non c'era la società e per dare un segnale alla città. Ho provato un'esperienza diversa a San Marino, ma la mia carriera da calciatore era già terminata quando venni via da Lucca. Con i "titani" mi sono trovato molto bene e la società mi ha appoggiato in tutto, ma dopo quell'anno decisi di appendere le scarpette al chiodo perchè non avevo più stimoli. Il calcio vero per me finì con la maglia della Lucchese. Tutto quello che avevo pronosticato si è avverato dato che ero dell'avviso che con quei personaggi che c'erano allora, la Lucchese non sarebbe andata tanto lontana, infatti c'è stato il fallimento".

Come sta andando la sua carriera da Agente Fifa?
"Bene, ho contatti con moltissime società importanti tra cui Milan, Juventus e Inter. Il mio lavoro viene concentrato all'estero soprattutto in Europa dell'Est e mi riferisco a Ungheria, Repubblica Ceca, Croazia perchè il mio obiettivo è quello di scoprire giovani talenti e poi portarli nelle società italiane tramite provini. In quelle nazioni il calcio non è tanto seguito perchè ci sono poche squadre, ma ci sono tanti elementi giovani che possono fare al caso nostro".

Come organizza il suo lavoro?
"Diciamo che ho collaboratori che mi segnalano i giocatori da andare a visionare. Queste persone sono regolarmente stipendiate dal sottoscritto. Nel momento in cui mi arrivano segnalazioni, mi organizzo per andare a vedere con i miei occhi i giocatori e a quel punto decido se sottoporli a provini con società italiane o meno".

Che differenza c'è tra il Procuratore e l'Agente Fifa?
"Sgombriamo il campo dalle interpretazioni: il procuratore è una denominazione all'italiana, tutti quelli che vogliono fare questo mestiere hanno l'obbligo di fare un corso molto duro e importante per diventare Agente Fifa. Altrimenti, coloro che non sono iscritti all'albo, a mio avviso sono soltanto degli avventurieri. Un procuratore deve essere un consigliere importante nei momenti più bui della carriera di un ragazzo, ma deve conoscere le regole a livello contrattuale per aiutare un calciatore a sviluppare la sua carriera nel migliore dei modi".

Per quale motivo il ruolo dell'Agente Fifa a volte è visto come una figura di intralcio tra una società e un calciatore?
"La figura dell'Agente Fifa viene rovinata dagli avventurieri che superano l'esame ma non hanno la personalità per svolgere questo lavoro. Lo praticano soltanto perchè pensano sia un modo facile per guadagnare".

Non vogliamo sapere nomi in particolare, ma ha in procura dei giovani interessanti?
"Sì, due o tre ragazzi che giocano in Lega Pro tra qualche anno potranno essere protagonisti in categorie superiori".

Tornando a parlare del calcio a Lucca, come ha vissuto la promozione rossonera dall'Eccellenza alla Serie D?
"Non sono stato direttamente protagonista, ma ho vissuto tutta la stagione stando in contatto con Bruno Russo. Inoltre qui a Lucca c'è Stefano De Vita che è un mio assistito. La nuova società che ha portato la Lucchese dall'Eccellenza alla Serie D ha come obiettivo soltanto il progetto sportivo e non altre cose che c'entrano poco con il calcio. Soltanto così si potranno fare cose importanti e anche se è stato vinto soltanto un campionato di Eccellenza, qui a Lucca si sta lavorando come dei professionisti e soprattutto con gente attenta ai minimi dettagli che non lascia niente al caso. Un altro aspetto fondamentale di questo progetto è la ricostruzione del settore giovanile: quando sono stato alla Lucchese non ho mai visto una società che puntasse al vivaio e questo è stato l'errore più grande delle precedenti gestioni. Nel calcio di oggi il settore giovanile deve essere una fonte importante di reddito e soprattutto è giusto provare a costruire giocatori per la prima squadra in "casa propria". Le grandi squadre come Juventus, Milan e Inter, hanno settori giovanili all'avanguardia e puntano molto sul far crescere i loro ragazzi per poi valorizzarli nel migliore dei modi. Non vedo perchè questo processo non lo abbia mai potuto attuare la Lucchese".

Secondo lei per quale motivo molte società, soprattutto di Lega Pro, non mettono come obiettivo prioritario il settore giovanile?
"È sempre una questione di opportunità e di volontà da parte degli imprenditori che investono nel calcio. Se un presidente chiama un direttore sportivo e gli fa un contratto di un solo anno, è chiaro che il dirigente non si mette nemmeno a fare qualcosa per il settore giovanile. Ci vorrebbe continuità nel progetto e bisognerebbe dare la possibilità a un direttore sportivo di poter stare in una società per molti anni. In quel caso, questa persona, potrebbe fare un progetto di un certo tipo".

Che tipo di allenatori ci vogliono nel settore giovanile?
"Degli istruttori qualificati che abbiano voglia di mettersi in gioco nella società per la quale lavorano non pensando alla propria escalation professionale. Vi faccio un esempio per farvi capire meglio: se un tecnico è alla Lucchese non deve pensare che se fa bene il suo lavoro potrebbe essere chiamato da altre società importanti, ma deve pensare solamente a fare il bene della Lucchese perchè è stato chiamato solo per quello. Quindi un allenatore del settore giovanile deve essere un'aziendalista".

A suo avviso di che cosa ha bisogno l'Fc Lucca 2011 per fare bene anche in Serie D?
"Innanzi tutto è stata una fortuna quella di aver vinto così presto il campionato perchè in questo modo i dirigenti hanno il tempo di programmare e trovare giovani ben selezionati. È ovvio che oltre ai giovani ci vogliono giocatori esperti molto motivati che devono essere il valore aggiunto della squadra".

Che cosa ne pensa della possibile riforma dei campionati?
"Sono favorevole perchè molte società di Lega Pro non ce la fanno più a resistere. Giocare adesso in Lega Pro per un calciatore è come "fare la fame", quindi è giusto che continuino le società con le giuste forze economiche".

Diego Checchi

Fanini Group

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