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Oltre cento anni di ritratti e personaggi

Angelo Turrini: per sempre arbitro, ma con la maglia rossonera cucita indosso

30/04/2012 19:08

Ci sono delle persone che hanno speso gran parte della loro vita nel calcio rossonero. Una di queste è Angelo Turrini, l'ex arbitro che dalla stagione 1990/91 è stato fino allo scorso anno una colonna portante della Lucchese. Ha ricoperto sia il ruolo di accompagnatore delle giovanili sia quello di addetto all'arbitro, prima con i giovani e poi con la prima squadra. Ne ha viste tante e ha cercato di mettere al servizio della società la sua esperienza: "L'ho fatto soltanto per passione e per aiutare la squadra della mia città. Non ho mai voluto una lira e mi sono sempre prodigato perché le cose andassero nel migliore dei modi".

Ci può spiegare perché è entrato nella Lucchese?
"Era la stagione calcistica '90/'91 che coincideva con il primo anno di Serie B della Lucchese dell'era Maestrelli e Grassi. Mi ero appena dimesso dal consiglio provinciale di Lucca perché c'erano situazioni poco chiare. Fu il compianto Professor Alessandro Bianchi a coinvolgermi e portarmi dentro la Lucchese per fare l'accompagnatore delle formazioni giovanili. Ho vissuto diverse esperienze e ricordo che in una stagione facevamo gli Juniores Nazionali dove ero accompagnatore. Giocammo una partita contro la Juventus e perdemmo 6 a 0. Durante il pranzo in albergo dopo la partita, l'allora allenatore D'Annibale fece i complimenti alla squadra rossonera. In quell'istante non ci vidi più e gli feci capire che per l'onore della società non era giusto che parlasse in quel modo. Lo riferii subito al Professor Bianchi e allora venni spostato in un'altra squadra e l'anno dopo, D'Annibale, amico del figlio di Maestrelli, fu mandato via. Ho sempre cercato di essere corretto con tutti e di avere un rapporto leale con chiunque. Fino allo scorso anno ho arbitrato per 21 anni le amichevoli della prima squadra il giovedì e con tutti gli allenatori che si sono succeduti ho sempre avuto un grande rapporto di amicizia e di stima, tanto è vero che con alcuni mi ci sento ancora".

Che cosa pensa della nuova società attuale?
"Che Bruno Russo ha fatto grandi cose, i risultati gli stanno dando ragione e spero che questi soci possano essere affiancati da qualche altra persona in modo da ritornare nel più breve tempo possibile nei professionisti. Credo che sia una cosa facile, anche perché molte società che sono in Lega Pro stanno vivendo momenti difficili a livello finanziario".

Adesso cosa sta facendo nel calcio?
"Niente e vi dico la verità: la domenica prendo la macchina e vado a mangiare fuori con la mia famiglia. Non seguo più assiduamente le partite. Credo che questo sia stato il mio primo anno senza calcio dopo una vita dove tutte le domeniche sono stato sui campi con varie mansioni diverse".

Pensa di rientrare in questo mondo?
"A volte mi manca il calcio e allora vengo a vedere gli allenamenti per distrarmi un po'. Sono dispiaciuto che nessuno mi abbia chiamato in questa nuova società. Bruno Russo mi conosce e sa quello che ho dato per questi colori, con lui c'è un buon rapporto e se vorrà sarò sempre a disposizione. Se rientro nel calcio lo farò soltanto per i colori rossoneri. Sapete quante società mi hanno cercato per andare a fare il Direttore Sportivo o cos'altro? Prima tra tutte il Porta a Lucca dove mio genero è presidente. Io ho ringraziato e declinato l'invito".

Secondo lei perché ci sono stati tutti questi fallimenti nel calcio rossonero?
"Sono rimasto scottato da quello che è successo l'anno scorso. Non avrei mai pensato che fosse andata a finire così. Con Giuliani e Valentini avevamo tutti ritirato su il calcio rossonero e poi è andata come è andata. Per quanto riguarda il primo fallimento, non mi so ancora spiegare quello che sia successo. Forse Fouzi è stato preso in giro da qualcuno o raggirato. Certo è che ha speso molti soldi e in quegli anni si sono viste ottime squadre, respirando aria di grande calcio. A mio avviso la morte di Scoglio è stata senz'altro deleteria per tutti e anche per Fouzi Hadj perché lui era venuto grazie ai consigli del professore e voleva riportare Lucca ad alti livelli".

Ci racconti la sua esperienza da arbitro.
"Ho iniziato per gioco tanti anni fa e fu il presidente della Vigor, la squadra dove giocavo, Cipriano Lillo a farmi capire che il ruolo di arbitro era il mio mestiere. Fui costretto a smettere di giocare perché mi si formò un soprosso sul ginocchio e avrei dovuti operarmi ma ebbi paura. Allora feci il corso di arbitro a Pisa e la domenica successiva ero subito in campo. Fare l'arbitro per me è stata una grande esperienza di vita e una grande crescita dal punto di vista umano. Sono arrivato fino alla Serie D e poi sono andato a fare il guardalinee prima a Betti di Siena e poi a Novi di Pisa ed è con lui che mi sono tolto delle grandi soddisfazioni visto che con il mio aiuto e quello di Franco Piattelli "lo abbiamo fatto arrivare" in Serie B e poi A, anche se io mi sono fermato alla Serie C. Come arbitro ho diretto tutte le gare più importanti dei Dilettanti in Toscana e devo dire che ero desiderato dalle squadre che giocavano fuori casa perché ero un direttore di gara equo e corretto".

Quali caratteristiche deve avere un arbitro per essere bravo?
"Deve sbagliare poco e cercare di non entrare nell'occhio. Ora c'è troppa pressione attorno ai direttori di gara anche per questioni televisive. Una volta non c'era tutta questa pressione a livello mediatico, ma la pressione veniva data dal pubblico sugli spalti visto che ero abituato ad andare a fare il guardalinee in incontri al sud Italia".

Come si deve preparare un arbitro a una partita?
"Lasciando tutti i suoi problemi da parte e concentrandosi soltanto su quello che deve andare a fare. Per quanto mi riguarda sentivo la tensione già prima della partita e non riuscivo a mangiare niente perché mi si chiudeva lo stomaco prima di andare in campo".

Anche in Federazione ha lasciato un ottimo ricordo.
"Penso di sì. L'ultimo anno arrivammo 3° in Italia con la Rappresentativa dopo aver sbaragliato tutte le squadre della Toscana. Sono veramente felice per quello che ho fatto e non rimpiango nessuna scelta, anche perchè ho avuto una moglie che mi ha appoggiato in tutto e per tutto".

Diego Checchi

Fanini Group

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