Galleria Rossonera

Oltre cento anni di ritratti e personaggi

Paolo Castelli e quell'Arezzo-Lucchese tra i pali, a difendere la porta rossonera: "Una partita che non posso dimenticare"

24/07/2012 11:10

Un personaggio che non è salito certamente alla ribalta delle cronache per il calcio rossonero ma che, comunque, ha dato il suo contributo per due stagioni. Ci riferiamo a Paolo Castelli, portiere classe 1980, che fu acquistato dalla Lucchese dell'allora direttore tecnico Gigi Simoni e dell'allenatore Pea dopo il grave infortunio al ginocchio di Moreau. In quella stagione, a parte la Coppa Italia, Castelli giocò solo una partita di campionato a Cremona quando sulla panchina rossonera arrivò Paolo Stringara. Nell'anno successivo Castelli fu confermato come vice di Gazzoli. Chi lo conosce, ne apprezza la serietà e la caparbietà durante gli allenamenti. La stagione scorsa era a Monza e, purtroppo, la sua squadrà è retrocessa dopo i play-out. Adesso, molto probabilmente, Catselli rimarrà con i brianzoli con la speranza di un ripescaggio oppure di tentare la scalata alla Prima Divisione.

Che ricordi ha di Lucca?
"Molto piacevoli, ho vissuto due anni splendidi e ricordo la città con affetto, ma se devo dire qual è stato l'anno migliore dei due non esito ad affermare che nel secondo avremmo potuto avere grandi soddisfazioni. Secondo me, con Braglia in panchina, si sarebbe potuto puntare alla promozione ma le mancanze societarie non ci hanno permesso di arrivare fino in fondo con la dovuta tranquillità e infatti, poi, è andata come è andata, visto che c'è stato il fallimento".

Dopo l'esperienza di Lucca, per lei si sono aperti orizzonti importanti...
"È vero, sono andato al Modena, in Serie B, è ho avuto modo di giocare diverse partite togliendomi parecchie soddisfazioni".

Qual è il rimpianto più grande, fino ad ora, nella sua carriera?
"Devo dire di aver giocato in piazze importanti, anche se tra i 25 e i 30 anni sono stato sempre un comprimario e ho giocato poco, nelle ultime stagioni ho trovato più continuita da titolare e questo mi riempie di orgoglio".

Quanti anni vorrebbe ancora giocare a calcio?
"A me piacerebbe farlo ancora per tanto, ma bisogerà vedere fino a quando sarà possibile... perché tutto dipende dalle opportunità che mi si potranno presentare in futuro. Il calcio, in LegaPro, è diventato molto più difficile rispetto al passato perché ci sono regole che impongono alle società di dover far giocare i giovani per poter ottenere i contributi federali ed allora si tende a puntare su un estremo difensore giovane".

Qual è l'allenatore di portieri con cui si è trovato meglio?
"Ho avuto buoni rapporti con tutti, ma se devo scelglierne uno faccio il nome di Luigi Brivio, che ho avuto a Monza quest'anno e che ha giocato molti anni in Serie A con il Vicenza. Lui è bravo e molto puntiglioso".

Se dovesse definire le sue caratteristiche da portiere, come lo farebbe?
"Mi definirei un portiere vecchio stampo, uno che tende sempre a fare le cose semplici senza, magari, essere tanto spettacolare".

Tornando alla Lucchese, qual è stata la sua partita più bella in maglia rossonera?

"Non posso dimenticare un Arezzo-Lucchese del secondo anno, lottavamo per i play-off e ricordo che, in quella partita, giocai perché Gazzoli era squalificato. Feci molto bene e salvai il risultato".

Cosa sa delle vicende attuali della Lucchese?
"Sono stato informato sulle vicende da Antonio Magnani, so che ha vinto il campionato di Eccellenza, ma non mi so spiegare come ci possa essere stato un altro fallimento l'anno scorso. Una cosa però, la voglio dire: Lucca non si merita queste categorie e spero che possa tornare nel calcio che conta il più presto possibile".

Diego Checchi

Fanini Group

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