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Oltre cento anni di ritratti e personaggi

Lido Marcucci e una vita colorata di rossonero

10/04/2008 11:31

Tutti lo conoscono, soprattutto, per nome. Per chiunque ami i colori rossoneri lui è e sarà sempre e soltanto Lido. E' lui che si occupa, il lunedì mattina e quando è in ritiro, dell'abbigliamento dei giocatori, provvedere a lavare, asciugare, piegare maglie e pantaloncini, giacche e calzettoni. E' lui che raccoglie, spesso, battute e confidenze dei calciatori, persino qualche sfogo; è lui che ascolta, vede, osserva e pensa. E' ancora lui che, gira anche questa voce, a fine stagione lascerà questo lavoro che ha portato avanti per anni, incontrando e raccogliendo calore e amicizia. "E' una voce fasulla - risponde - Resterò qui, alla Lucchese, anche se non so bene con quale incarico perché tutto dipenderà dal direttore sportivo Silvio Giusti con il quale mi incontrerò. Non posso e non voglio lasciare la Lucchese che, per me, è una seconda famiglia".

Come sta vivendo questo momento?

"Bene, sono tranquillo e beato. Tutti mi vogliono bene e mi rispettano. Quanto alla squadra, io credo di andare in serie B e domenica sarà una gara decisiva. Se dovessimo vincere, sarebbe tutto più facile, altrimenti ci sarà da soffrire".

Da quando segue la Lucchese?

"Come magazziniere dal 1994, ma prima ero stato nel settore giovanile come accompagnatore. Il calcio mi è sempre piaciuto, ho lavorato ventiquattro anni alla Cantoni, ma la domenica non perdevo occasione di andare allo stadio per controllare i biglietti. La prima partita? Non me la ricordo, ero un bimbetto di tredici, quattordici anni, mi ci portò mio fratello Ferdinando Marcucci grande invalido di guerra. Io ho sempre vissuto a San Lorenzo a Vaccoli, sono sposato e ho una figlia, Annalisa".

Le belle e le brutte cose del suo lavoro.

"Di brutte, a dire la verità, non ne ricordo, anche perché se fai questo lavoro con passione, tutto ti sembra bello. Di soddisfazioni, invece, ne ricevo ogni giorno. Penso ai giocatori e ai loro regali, per Natale, per il compleanno. Ho avuto un telefonino, una bicicletta e tanta amicizia. L'aspetto umano è fondamentale, inoltre la passione, per queste cose, è tutto, senza quella non fai niente. Anche perché devi essere a disposizione della società ventiquattro ore su ventiquattro, se ti chiamano durante la notte devi essere pronto e il sabato parti per tornare la domenica. Ti devi scordare, in sostanza, casa e famiglia".

E moglie e figlia cosa dicono?

"La moglie all'inizio non l'ha presa tanto bene, ma, poi, sia lei sia Annalisa sono contente perché hanno capito che per me è una grande passione. Mia figlia non vuole nemmeno sentir parlare dell'ipotesi che possa smettere".

Quali le emozioni più belle in tutti questi anni?

"Quando siamo con gli amici, tutti, insieme a tavola,, si scherza e si ride tra noi, con i giocatori. Con il mister, poi, c'è un rapporto speciale. Mi vuole un bene di vita. Braglia è una brava persona, bastasaperci stare, non bisogna prenderlo in giro perché altrimenti si arrabbia sul serio. Chi ne dice male non lo conosce e non sa stare con la gente che lavora".

E Ciccio Bellucci?

"Con Ciccio siamo come fratelli, così come con Alvaro. Ma sto bene anche con l'allenatore in seconda".

La delusione più forte.

"Quando si vede che siamo tutti riuniti e convinti di poter vincere e, invece, succede il contrario. Io le partite le vedo poco perché soffro troppo, così quando mi accorgo che qualcosa non va, rientro nello spogliatoio e mi capita anche di piangere. Sono affezionato a questi colori e vorrei vedere la squadra in B".

Qual è il giocatore che le è più affezionato?

"Non ce n'è uno solo, diciamo Giusti, Carruezzo, Tosto, ma anche altri, non sarebbe giusto fare delle distinzioni".

Qual è stato il calciatore rossonero più simpatico?

"Massimo Rastelli, uno che era sempre sereno, scherzoso".

Lo rivedrà a Sorrento.

"Sì, e io ne farò caso. Mi dispiacerà un po', ma spero che la Lucchese vada là e vinca".

Domenica a Taranto sarà dura.

"Speriamo bene. Vorrei vincere, ma anche un pareggio potrebbe bastare. Se andasse bene, al ritorno, mi piacerebbe anche bere un pochino".

Al. Gra.

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