Galleria Rossonera
Oltre cento anni di ritratti e personaggi
Giuliani: "Noi facciamo i fatti, Fouzi Hadj paga con le dichiarazioni". I progetti e le speranze del proprietario della Sporting
16/08/2008 15:46
Ferragosto sui generis per Giuliano Giuliani che, un anno
fa di questi tempi, probabilmente si sarebbe immaginato tutto meno che
di passare la giornata principe dell'estate su di un campo da calcio e
per di più nelle vesti di patron di una squadra. Ma la vita, si sa, è
strana e lui, in una giornata caratterizzata dai nuvoloni e qualche
goccia di pioggia, si è trovato, come ogni presidente che si rispetti,
al campo di Porcari per assistere all'allenamento della sua squadra, la
Sporting Lucchese. Arrivato da solo, telefonino alla mano, si piazza,
sempre da solo, in tribuna. Giusto il tempo di dare un'occhiata al
campo e già il cronista gli è addosso per i convenevoli.
"Un'intervista? Certo volentieri, ma prima guardiamoci un attimo
l'allenamento" è la risposta di Giuliani. E' veramente un attimo,
perché già nel commentare a ruota libera le fasi dell'allenamento in
realtà il giaccio si rompe e gli argomenti arrivano a grappoli. A
partire dalla punta che manca.
"La prenderemo, ci mancherebbe - attacca Giuliani - anche se ho
sperato fino all'ultimo che accettasse Toni Carruezzo. Ma lui lo ha detto con grande onestà: di rimettersi gli scarpini non
se la sente più. Ho apprezzato la sincerità e sono contento che
comunque abbia detto di essere disponibile a darci una mano a livello
societario. Ci rivedremo in settimana prossima per provare a definire
il tutto".
L'argomento del giorno è però la mancata iscrizione o, per meglio dire, il suo slittamento alla prossima settimana.
"Si sapeva, sino a lunedì almeno non ci saranno novità. E' possibile
persino che si arrivi a martedì. Fibrillazioni? Sicuramente in questi
giorni ce ne sono state e non per nostra responsabilità. Noi stiamo
solo pensando ad iscriverci e lo stiamo dimostrando sul campo - dice
Giuliani indicando i calciatori impegnati nella partitella - sarebbe
clamoroso non ci iscrivessero con tutto quello che stiamo facendo per
provare a far ripartire il calcio a Lucca. Fouzi Hadj sta pagando con
le dichiarazioni, noi con i fatti".
Si parla insistemente di una sorta di "tassa di ingresso" che la
FIGC avrebbe richiesto ai nuovi clubs per costituire una sorta di fondo
di garanzia a favore di allenatori e giocatori, che le risulta?
"Qualcosa mi è giunto, ma della questione si sta occupando Ugo
Giurlani, è lui l'esperto in materia. In ogni caso mi paiono notizie
ancora frammentarie".
Notizia che parlano però, se confermate, di un versamento nell'ordine dei 2-300mila euro: se fosse così cosa fareste?
"Se fosse fondamentale lo faremmo. Alternative in quel caso non ne
vedremmo. Di certo non manderemmo tutto all'aria per quello. Tenga
conto che ci siamo impegnati nel progetto presentato in Federazione a
devolvere 100mila euro per promuovere il calcio nelle scuole".
Lei è tranquillo sull'iscrizione alla serie D?
"Io sono abbastanza tranquillo; anche se Fouzi Hadj - che sta
continuando a fare comunicati stampa sulla carta intestata con il
nostro marchio dopo che il contratto di sponsorizzazione è scaduto il
30 giugno - continua a fare azioni di disturbo. Io penso a lavorare,
lui a fare dichiarazioni, oltre ad avere lasciato una situazione
disastrosa. Le dico solo un paio di aneddoti per far capire quanto sia
stato devastante l'ultimo anno. Magnani, contattato da noi, ha
ringraziato e ci ha detto che doveva cambiare aria perché era con le
pile troppo scariche per restare qui. Abbiamo provato anche a
riprendere Antonio Magli come segretario, ma anche lui ci ha detto che è
a pezzi e dopo un anno del genere porta su di sé le ripercussioni.
Questa è la situazione ".
Fouzi Hadj sostiene che il settore sportivo della Lucchese
Libertas può essere ceduto senza accollarsi il resto dei debiti e che
quindi sta cercando di salvare il salvabile e un titolo che vale tanto
per la gente.
"A me dispiace la fine della Lucchese Libertas, ma non ci sono
soluzioni. Non esiste che si prenda solo un pezzo della società, ovvero
il ramo sportivo. Chi si prende la Lucchese, si prende tutto. E solo un
folle lo avrebbe potuto fare. Non lo dico solo io, pensi all'intervista
di qualche tempo fa, quando ancora era in ballo l'iscrizione alla serie
C, rilasciata da Pino Vitale. Fouzi Hadj sta giocando con i sentimenti
della gente verso la Libertas".
Eppure lei, nello scorso autunno fu avvicinato al consiglio di
amministrazione della società guidata da Fouzi Hadj. Già allora i
rapporti si erano guastati?
"E' vero lo confermo, mi fu proposto ma non me la sentii. Peraltro i
problemi della società erano già in qualche modo evidenti. Con la
Lucchese, dopo la sponsorizzazione di due anni fa, i rapporti si sono
rarefatti e poi sono diventati inesistenti".
Ma era così impossibile salvarla? Mi viene da pensare al tentativo messo in atto dal Comitato per esempio.
"Si sarebbero dovuti sobbarcare tutto anche loro e la situazione era davvero compromessa".
Ma lei fu contattato dal Comitato?
"Solo
l'ultimo giorno. Prima di allora nessuno, men che mai dalla cordata di
Fanciullacci. In ogni caso non vorrei passasse il messaggio che ora è
colpa nostra se è la Libertas non è stata iscritta e che abbiamo atteso
solo per ritrovarci sul pulito".
Il rischio è evidente, però.
"Diciamo
che il sindaco ha creato le premesse perché sorgesse una nuova società
perché in quella vecchia non era davvero possibile entrare. A quel
punto abbiamo dichiarato che eravamo disponibili e interessati. Senza
dimenticare che erano quatto anni che ci eravamo avvicinati alla
Lucchese, c'era ancora Grassi allora, con il progetto del nuovo stadio".
Torniamo
alla Lucchese Libertas, una larga parte degli sportivi tiene in modo
particolare al nome ed alla sua storia, che si sente di promettere?
"Posso
dire che ora non è possibile, ci sono altre preoccupazioni. A tempo
debito faremo di tutto per riprendere quel nome e quel marchio, ma non
so dire quando accadrà e in che modi".
Sempre per quanto
riguarda i tifosi, avete in mente iniziative volte a riavvicinarli, ad
esempio con abbonamenti o biglietti a prezzi particolarmente contenuti?
"Sinceramente non ne abbiamo ancora parlato, vedremo".
Veniamo
al pezzo forte del suo ingresso da protagonista nel mondo del calcio:
il nuovo stadio. Pensa che ci siano gli argomenti giusti per convincere
quella parte della città, a partire dagli schieramenti politici per
finire alla associazioni di categoria, che pare scettica sulla
necessità di un nuovo impianto?
"Il progetto risale a quattro
anni fa, è evidente che va attualizzato. Ma non voglio passare il tempo
a chiacchierare inutilmente. Il progetto non è in discussione nella sua
realizzazione, va semmai migliorato. E' su questo che cerco un
confronto, come ho detto già in comune durante la conferenza stampa".
E se le resistenze fossero consistenti?
"L'ho
detto, lo ripeto: io il prossimo anno tiro una riga. La costruzione
dello stadio è un momento fondamentale per rilanciare la Lucchese, per
dotarla di un reddito che le consenta di non dipendere dal presidente
di turno. E non scordiamoci che in questo progetto, oltre allo stadio,
ci sarebbero tante e tali attività che crerebbero una ricaduta sul
territorio. Sto parlando di un centro commerciale, di palestre, di
piscine, di un hotel , di un cinema multisala".
La proprietà di tutto questo non sarebbe della Lucchese, in che termini la società sportiva ne trarrebbe beneficio?
"Solo
dalla gestione per venti anni dell'impianto fotovoltaico e dei
parcheggi dell'area, quattro anni fa calcolammo in circa due milioni e
mezzo di euro gli introiti annuali per la soci".
In questi giorni si sono fatti i nomi di alcuni possibili ingressi
di personaggi noti del mondo del calcio nella sua società, a che punto
stiamo?
"Giovanni
Galli, con il quale c'è un buon rapporto, ci darà una mano, ma è troppo
impegnato con le televisioni per poterci seguire da vicino. Con Luca
Baraldi ci dobbiamo rivedere. In ogni caso abbiamo nei nostri quadri un
dirigente come Paolo Giovannini che sta dando l'anima e sta facendo
indiscitubilmente bene. Si sta lavorando per creare una organizzazione
per risalire in serie C1. Credo che la categoria giusta per la Lucchese
sia questa, con magari la possibilità di alternarla alla serie B".
Avete un modello di società a cui ispirarvi?
"Senza
dubbio l'Empoli. Con Pino Vitale ci consultiamo e a lui chiedo
consigli. Mi ci sono confrontato anche per la situazione della Lucchese
Libertas ricevendo l'invito a lasciar perdere".
Fabrizio Vincenti