Galleria Rossonera
Oltre cento anni di ritratti e personaggi
Piero Braglia: "Sarei rimasto volentieri alla Lucchese, ma non è stato possibile. Non ce l'ho con nessuno, solo che non sopporto chi si nasconde e non risponde al telefono"
11/11/2008 16:38
Piero Braglia torna a parlare, per la prima volta, di sé e di quello che è accaduto negli ultimi mesi alla Lucchese Libertas. Lo fa senza astio, ma con molta amarezza. Per quello che avrebbe potuto essere e che, invece, non è stato.
Braglia e Frosinone: com'è nata questa scelta?
"E' stata una scelta derivata dal fatto che alla Lucchese non c'era più alcuna possibilità di andare avanti. Inoltre il Frosinone è una squadra di serie B, e per di più erano diversi anni che ci si rincorreva. Sono soddisfatto, posso confrontarmi con un campionato che avevo fatto appena per cinque giornate quando ero a Catanzaro. Se fossi rimasto alla Lucchese avrei potuto restare più vicino alla famiglia, purtroppo non è stato possibile".
Lei, del resto, ha sempre detto che la famiglia viene prima di tutto.
"E lo confermo. Sento degli allenatori che dicono di stare meglio quando la famiglia è a casa, che così possono essere più tranquilli e concentrati. Per me sono delle boiate. uno è tranquillo se ha vicino i suoi cari".
Com'è andata, alla fine, con la Lucchese?
"Io fino all'ultima partita ho sperato che si potesse fare qualcosa. Io ci ho messo più volte anche la faccia, davanti ai giocatori, e alla fine qualcuno me lo ha anche rimproverato con fare risentito. Posso anche capire, ma la verità è che non avevamo alcuna alternativa. Io ho sempre creduto a Magli e a Giusti che avevo avuto con me da giocatore. E' anche per lui che sono venuto a Lucca, così come altri ragazzi sono venuti perché c'ero io".
E con il presidente?
"Con il presidente io ho avuto un bel rapporto per undici mesi. Gli ho sempre portato rispetto e gliene porto anche adesso, nonostante lui non abbia saputo tener fede alle promesse. Io avevo preso degli impegni personali, avevo in testa dei programmi, prima di venire a Lucca ero cercato un po' ovunque, e invece venni qui proprio perché c'era uno come Silvio Giusti. Invece, poi, mi sono ritrovato in mezzo al mare e con me tutti quelli che avevano compiuto la stessa scelta".
Che cosa le ha insegnato l'esperienza a Lucca?
"Nel calcio c'è poco da insegnare. Le difficoltà sono all'ordine del giorno. A Catanzaro, dove fui esonerato, mi riuscì difficile perfino farmi dare quello che avevamo pattuito. Ma lì potevo anche capire, visto che c'era una persona che di calcio comprendeva poco o niente. Qui a Lucca no, era diverso. Invece una cosa di queste proporzioni non mi era mai accaduta. Chi sio prende gli impegni, a m io avviso, deve poi prtarli fino in fondo".
Eppure qualcuno dice che lei sapeva tutto, a cominciare dal mancato pagamento degli F24 alla mancanza di soldi e via dicendo.
"Non sapevo niente. Mi sono sempre fidato. Io facevo l'allenatore e basta. Sì, magari davanti alle mie richieste Magli o Giusti mi dicevano che di lì a quindici giorni si sarebbe aggiustato tutto, ma il tempo passava e i risultati erano sempre gli stessi. In realtà mi hanno sempre detto quello che volevano dirmi".
Ha ricevuto dei soldi dalla Lega come pagamento degli stipendi arretrati?
"Mai ricevuto niente dalla Lega".
Il 18 novembre la Lucchese Libertas potrebbe fallire. Il giudice, infatti, sarà chiamato a decidere sulla richiesta di fallimento avanzata dalla procura della Repubblica. Lei augura a Fouzi Hadj di fallire?
"Io non auguro il male a nessuno. Anzi. A Fouzi Hadj auguro di risolvere i suoi problemi. Non è una persona cattiva, l'unica cosa che avrebbe dovuto fareera rispondere al telefono, non prendere in giro le persone e nascondersi. Può capitare a tutti di avere dei problemi e nella vita, il giorno dopo, siamo tutti in difficoltà. L'unica cosa che mi ha dato fastidio è che non si scappa, non si fugge dalle proprie responsabilità".
Cambiamo argomento. Taranto-Lucchese: c'è ancora chi si domanda come mai fece giocare dal primo minuto Castiglia che non era mai partito titolare.
"Perché secondo me è un ragazzo che aveva delle prospettive. Inoltre mi piace far giocare i giovani. Lui era bravo a inserirsi nel nostro centrocampo. Purtroppo l'emozione lo ha portato ai minimi storicimentre ora, a Cittadella, mi pare stia facendo bene".
Nocentini e Guidi: due ex rossoneri arrivati in serie B grazie a lei.
"Tutti e due stanno facendo bene. La Lucchese ha preso in Lega qualcosa per Guidi, mentre per Nocentini non so come sia andata a finire. Avevo fatto ai dirigenti del rosinone anche i nomi di Masini e Morello, ma non se ne è fatto nulla. Anche Scalise è uno tra quelli che mi ha dato di più la passata stagione".
Che cos'è l'amicizia per Braglia?
"L'amicizia per me è tutto. Se mi do a una persona non mi nasconderei mai. Uno della Lucchese ne ha avuto dimostrazione poco tempo fa. Ho sentito in questi mesi il professore, Tambellini e il massaggiatore Alvaro, amici con cui ho condiviso momenti belli e altri meno belli. Il rapporto che si è avuto con delle persone non verrà mai chiuso. Io, lo ripeto, non ce l''ho con nessuno".
Qual è la differenza tra la serie B e la serie C?
"In serie C l'organizzazione alla lunga porta a fare bene. In serie B, oltre all'organizzazione, se non hai quattro o cinque giocatori che fanno la differenza sono cavoli amari. Sabato, ad esempio, abbiamo perso una gara dominata dall'inizio alla fine.La differenza la fa la qualità delle singole giocate".
I tifosi gialloblù come l'hanno accolta?
"Direi bene, visto che di rompimenti di scatole non me ne hanno mai fatti. La squadra ora sta giocando un buon calcio. E' stata dura all'inizio anche con i giocatori perché qualcuno non aveva mai giocato con il 3-4-3, qualcun altro l'aveva presa male. Io credo che nel calcio, se hai l'umiltà e la pazienza di aspettare, al di là dei moduli e se hai le qualità, i risultati arrivano".
Gazzetta Lucchese