Galleria Rossonera

Oltre cento anni di ritratti e personaggi

Favilla e la Lucchese: un amore sbocciato sessant'anni fa

08/11/2007 09:26

Mauro Favilla è da qualche mese nuovamente sindaco di Lucca. La sua vita personale e politica si è più volte intrecciata con quella della Lucchese. In passato, è stato sindaco in uno dei momenti più bui della storia rossonera, nei primi anni ottanta, quando sembrava che la pantera fosse davvero a un passo dalla scomparsa. Ma con la Lucchese, e il calcio in generale, Favilla ha un rapporto che viene da più lontano e risale agli anni d'oro: quelli dei rossoneri in serie A, per intenderci. Abbiamo provato a farlo parlare di tutto ciò che riguarda il mondo rossonero, spaziando tra i suoi ricordi, ma senza trascurare i problemi che attanagliano lo sport a Lucca -con la sua imprenditoria storica assente dalla scena- e le prospettive future. Che sono dietro l'angolo.

Qual è il suo rapporto con il calcio ed in particolare con la Lucchese?
'Da buon italiano è lo sport che ho sempre prediletto, e da ragazzo fino ai quarant'anni ho sempre giocato per passione. Ricordo con piacere una delle ultime partite professori/studenti, che facevamo nell'ambito dell'Istituto Tecnico "F. Carrara". Per la cronaca noi professori avevamo vinto. La Lucchese l'ho nel cuore, sono andato spesso allo stadio e ho iniziato da giovanissimo'.

Quando ha iniziato a seguire i rossoneri allo stadio? Ricorda la sua prima partita al Porta Elisa?
'Negli anni d'oro quando, in tre anni dalla serie C giunse in A e vinse. La prima volta al Porta Elisa?... Certo: Lucca Montevarchi, chiusasi con un 9 a 0, e sempre in quegli anni quella che mi piacque di più fu Lucchese-Fiorentina 4 a 0, ero pressato alla rete, senza fiato. Era una Lucchese dove giocava il trio Viola Bertuccelli e Cuscera tutti della nazionale'.

Le capita spesso, o le è capitato spesso in passato di essere sulle tribune del Porta Elisa? In questo campionato quanto volte ha avuto occasione di vedere la Lucchese?
'Devo confessare che gli impegni istituzionali da una parte e quelli familiari dall'altra non mi lasciano moltissime domeniche per venire allo stadio. Comunque, quando posso cerco di non mancare. Finora, purtroppo, ho potuto assistere solo a quattro partite'.

Ricorda qualche giocatore, tecnico o presidente che si sono succeduti a Lucca con particolare affetto?
'Oltre a quelli che ho detto, Fascetti, Lippi... poi altri giocatori come Conti, certamente Paci e altri ancora'.

Oltre alla Lucchese ha simpatie per altre squadre o la Lucchese le basta e avanza visti anche alcuni grattacapi che in passato ha avuto per causa sua? 'Sinceramente non tifo per altre in particolare, ma mi fa molto piacere quando le nostre squadre giocano in campo internazionale'.

Lei è stato Sindaco anche in un momento molto drammatico per la società rossonera, nei primi anni ottanta con il fallimento davvero dietro l'angolo. Che ricordi ha di quel periodo?
'E' stato abbastanza preoccupante, perché volevamo mantenere la squadra della Lucchese, ma al tempo stesso non volevamo intervenire direttamente, come amministrazione, perché il calcio comporta degli impegni finanziari molto elevati. Dopo due anni di gestione travagliata, vi fu per fortuna l'intervento di Maestrelli e Grassi: rilevarono la gestione e garantirono alla città un impegno finanziario consistente e una carica di entusiasmo per tentare di far crescere la squadra'.

La Lucchese di oggi naviga nel limbo della serie C, mentre il resto della Toscana è minimo in serie B. Con il campanile che c'è da queste parti non è un boccone che si digerisce facilmente...
'Intanto non è l'unica perché ci sono Massa, Pistoia... insomma la Lucchese è in buona compagnia, l'importante però è guardare avanti e creare le condizioni per il passaggio di categoria'.

L'attuale gestione societaria, nonostante gli ingenti investimenti effettuati, non è ancora riuscita a togliere la Lucchese da questa categoria e, anzi, spesso è stata oggetto di dure critiche: qual è il suo giudizio sull'operato di Fouzi Hadj?
'Fouzi fin dall'inizio ha esposto un progetto di sviluppo che mi è parso apprezzabile e realistico, anche se per lui si frappongono di continuo difficoltà, che ne frenano la realizzazione, è innegabile però il forte impegno che ha dimostrato fino ad oggi'.

La Lucchese, con i suoi oltre cento anni di storia, è uno dei patrimoni cittadini, ma la sensazione è che la città troppo spesso non se ne accorga; e non ci riferiamo solo alle presenze allo stadio, ma, piuttosto, alla assenza quasi trentennale di attenzioni da parte del suo ceto imprenditoriale.
'Purtroppo alcune forti difficoltà finanziarie a cui sono andati incontro, nel passato, gli imprenditori che avevano in carico la Lucchese hanno scoraggiato l'imprenditoria lucchese dall'affrontare questa avventura. L'unica soluzione che anche nel passato ho suggerito, è quella di realizzare una cordata ampia di imprenditori disposti a mettere a rischio un capitale complessivamente elevato, ma con rischi ridotti per i singoli. Potrebbe essere questa una via anche nel futuro per sostenere Fouzi, ed operare al suo fianco'.

Ritiene che le istituzioni possano fare qualcosa, nel concreto, per abbattere un muro di indifferenza che arriva persino a far sì che nemmeno la principale banca cittadina faccia pubblicità allo stadio o che si contino sulle dita di poche mani gli imprenditori che sottoscrivono abbonamenti alla Lucchese?
'E' indispensabile superare quel clima di diffidenza che si è creato in alcuni settori della città verso l'attuale gestione, solo così è possibile unire le forze e dare un nuovo slancio alla Lucchese'.

Perchè è cosi difficile fare sport a Lucca? Non pare un caso se la città non emerge in nessuna disciplina sportiva a differenza di tutte le altre città della regione, anche più piccole, che hanno trovato una collocazione di tutto rispetto nel calcio come in tanti altri sport. Lucca, no: niente basket di alto livello, nessun atleta di fama nazionale dopo Cipollini - e anche prima aggiungiamo noi - , niente presenze in serie A negli sport cosiddetti minori. E' un caso o forse è un certo distacco che troppo spesso pare attanagliare i lucchesi lasciandoli in una aurea tranquillità?
'Mi sembra invece che di esempi ne abbiamo tanti: oggi c'è l'atletica Virtus in seria A, e una volta è stata campione nazionale, nel tennis tavolo si fa onore il Villaggio, abbiamo Nadia Centoni pallavolista olimpionica, la pallacanestro femminile in serie B, recentemente un team con alcuni lucchesi che ha vinto i campionati nelle arti marziali. Ci sono poi atleti come Gori, e se allarghiamo lo sguardo alla provincia, Martini e Pera nel tiro, Per non parlare del.... gruppo Vezzoni...diciamo la verità, tendiamo a guardare troppo al calcio'.

Capitolo stadio: se la Lucchese, come tutti si augurano dovesse tornare ai fasti di un tempo ritiene che il Porta Elisa potrebbe ancora essere il luogo dove ospitare gli eventi sportivi? E nel caso che sia propenso ad una nuova sistemazione che ne sarebbe di un pezzo importante della città, oltretutto di proprietà comunale? L'attenderebbe il degrado e il non utilizzo, come successo da altre parti?
'Sono disponibile a valutare l'ipotesi per la realizzazione di un nuovo stadio da parte di privati, purché la collocazione sia in un'area vasta, aperta, facilmente accessibile e non nell'immediata periferia urbana. Ritengo che un eventuale nuovo impianto abbia un interesse che travalica l'ambito comunale e dovrebbe essere oggetto di un'intesa a più vasta dimensione territoriale'.

Una promessa che si sente di fare da primo cittadino se la Lucchese dovesse fare il salto di categoria...
'Ovviamente andrò a fare festa per le strade e nelle piazze insieme ai tifosi rossoneri..'.

Fabrizio Vincenti

Fanini Group

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