Galleria Rossonera
Oltre cento anni di ritratti e personaggi
Fouzi Hadj, il nuovo stadio e le vecchie polemiche: le verità di Pietro Fazzi. "Fouzi Hadj non mi ha mai chiesto nulla. Il nuovo impianto? Anni che se ne parla. Guai a scoraggiare gli attuali proprietari: questa è una specie di ultima spiaggia"
09/06/2009 09:07
L'ironia del destino: ripartire da dove si era rimasti. Quasi come se il tempo si fosse fermato, almeno per quel che riguarda l'idea di un nuovo stadio. Pietro Fazzi è appena rientrato in Consiglio comunale grazie alle dimissioni di Marco Brancoli Pantera e il suo primo intervento da consigliere si è appuntato sulla questione del nuovo impianto che la società rossonera vorrebbe realizzare a San Donato. Una questione quasi carsica si direbbe, che riemerge periodicamente, ma che nasce proprio sotto la sua gestione. Quella che si è conclusa anticipatamente. Ed è sempre sotto la gestione di Fazzi che Fouzi Hadj approda a Lucca. I motivi per una chiacchierata non mancano. E in effetti i tentativi per sentire la sua versione dei fatti non mancarono già nella calda estate 2008. Solo ora, però, il contatto va in porto. Fazzi riceve nel suo studio in pieno centro storico. Disponibile - si era concordata l'intervista in un battibaleno - si capisce subito che della questione vuole parlare. Anche perché il suo nome per tanto tempo è stato associato, in qualche modo, all'inizio della fine della vecchia società. Una cosa che a Fazzi non va giù. E l'ex sindaco non è tipo da mandarle a dire.
Il suo primo intervento da neo consigliere comunale è stato proprio sulla questione del nuovo stadio: casualità o effettivamente la ritiene una faccenda di particolare interesse?
"Non è stato programmato, il mio ingresso ha semplicemente coinciso con la notizia del nuovo, pressante annuncio di Giuliani nei confronti del sindaco. Il suo ultimatum è giunto insomma proprio in contemporanea al mio rientro e mi è sembrato opportuno manifestare il mio pensiero".
Che si è concentrato soprattutto sui ritardi nella risposta da parte dell'amministrazione comunale.
"E' un ritardo ingiustificabile, incomprensibile. Stiamo parlando di un qualcosa che è lì dal 2005. E siamo nel 2009. Lo stesso Giuliani aveva presentato il primo progetto nella sala degli Specchi nel 2005. E allora, io che ero sindaco, manifestai il mio interesse".
Una situazione però completamente diversa rispetto a quella attuale.
"Vero: ora è cambiato molto, ma il tema è rimasto comunque sul tavolo. Credo di poter affermare che a Favilla già verso la fine del 2006 era stata posta sul tavolo la questione del nuovo stadio da parte dell'allora presidente rossonero Fouzi Hadj, addirittura prima dell'avvio ufficiale della campagna elettorale che lo ha poi visto vincere".
Quindi è stato lo stesso Fouzi Hadj a parlare per primo a Favilla del progetto?
"Sicuramente lui gliene ha parlato ben prima di essere eletto. Tenga presente che nessuno, dal centrodestra al centrosinistra ha mai detto: con Fouzi Hadj non parlo. Eppure le polemiche su questo uomo erano già cominciate. Le dirò di più: era corteggiato da destra e da sinistra e chi non ci riusciva se ne risentiva".
Lei lo ha conosciuto nel 2005: come?
"Mi fu presentato da Aldo Grassi che mi disse più o meno scherzosamente: "mi ha cercato un arabo che è interessato alla Lucchese". Lo incontrai la prima volta con il mitico, almeno per me, professor Scoglio. Davvero una persona molto interessante. Ci vedemmo subito un paio di volte e se non ricordo male era nella tarda primavera del 2005: c'erano da superare alcuni problemi nel rilevare la Lucchese".
Aveva informazioni sullo stato di salute della società?
"A me risultava che la Lucchese fosse già in difficoltà. Avevo fatto fare alcune verifiche informali dalle quali si evidenziavano che ci potevano essere circa 5 milioni di euro di debiti".
Aldo Grassi non le aveva mai detto nulla in merito alla intenzione di passare la mano?
"Mi aveva più volte manifestato l'intenzione di farsi da parte, già dal 2004. Diceva che ci stava spendendo troppo e che la famiglia era contraria".
Dunque lei ha conosciuto Fouzi Hadj nella primavera del 2005: ebbe occasione di prendere informazioni sull'imprenditore armeno-siriano?
"Guardi se devo concedere un mutuo a un cliente prendo informazioni, ma non certo su di un cittadino che viene a trovarmi in Comune per espormi una sua idea. Il primo a parlare bene di Fouzi Hadj e delle sue disponibilità era Grassi, ovvero il potenziale venditore. Figuriamoci se dovevo prendere informazioni io che non ero il venditore, ma qualcosa di meno che un notaio".
Ma non fece nessun tipo di verifica?
"Fui raggiunto anche dalla telefonata del questore di Napoli Fioriolli che mi rassicurò sulla serietà e bontà dell'imprenditore che voleva rilevare la Lucchese. Non mi pare poco".
Nei colloqui avuti, Fouzi Hadj le rappresentò qualche interesse, qualche richiesta?
"Era interessato alla squadra e mi parlò della prospettiva a sfondo sociale dell'iniziativa. Un qualcosa di simile a quello che stava facendo già in Svizzera. Era convinto che al di là di certi personaggi che ruotano intorno al mondo del calcio si potesse, attraverso di esso, fare qualcosa da un punto di vista sociale. Ebbi la sensazione che questo impegno si ricollegasse in qualche modo alle sue attività in Guinea Conakry".
Ma niente di tangibile, insomma. Niente che in qualche modo lasciasse intravedere interessi da sviluppare a Lucca.
"Non mi ha mai fatto richieste precise. Da parte mia ho sempre detto che non c'erano scambi da fare. Ci tenevo, e ci tengo, alla Lucchese, ma non potevo in alcun modo giocare con la città. Sull'argomento sono stato sempre chiaro e ho avuto modo di ripeterlo più volte a scanso di equivoci".
Eppure le voci su di un possibile interessamento per il nuovo ospedale o per la struttura di Maggiano si sono sprecate.
"L'idea di Maggiano venne da me. Fouzi Hady mi disse che non escludeva investimenti in città e mi limitai a indicare quelli che erano dei possibili contenitori. Al massimo lo avrei potuto portare a parlare con i vertici della Asl. E non avvenne nemmeno questo".
Fouzi Hadj prende la Lucchese e dopo poco iniziano ad uscire fuori in modo dirompente le magagne sui conti del sodalizio rossonero.
"Per me quello è uno dei nodi non sciolti. Ovvero perché abbia comprato nonostante i numeri non fossero confortanti e ritenesse eccessiva la valutazione. Sull'argomento ho come l'idea che ci fosse un qualche accordo tra chi cedeva la società e chi l'acquistava, forse proprio sul tema dello stadio".
Da lì a breve, dovette cedere il passo: nei mesi restanti ebbe altri contatti con Fouzi Hadj?
"Normali contatti, principalmente allo stadio. E una volta ricordo a Pieve Ligure in compagnia proprio di Valentini per la questione del progetto sullo stadio che voleva esporre alla nuova proprietà. Nessun contatto particolare al di fuori di questo, tanto meno impegni".
E sulle sue vicissitudini non aveva nel frattempo saputo nulla?
"Solo le voci che giravano e quello che si leggeva su Internet. Niente di più".
Torniamo allo stadio: lei ha vissuto la prima fase del progetto. Allora, nelle vesti di sindaco, lo riteneva utile alla città?
"Oggi come allora ci sarebbe stato da vedere bene, ma al tempo non si è potuto approfondire. E deve essere fatto oggi. A partire dalla localizzazione. Ma prima di tutto vorrei capire se il sindaco ha preso degli impegni oppure no. La città ha il diritto di sapere".
Ma lei, almeno in via teorica, è favorevole o no all'impianto, per quanto un progetto ancora definitivo non sia stato presentato?
"Non credo debba essere io a prendere posizione per primo. Io sono un consigliere: quello che prima di tutto voglio capire è se il sindaco, che ho anche io votato, vuole farlo o no".
La sensazione è che sul tema, e forse non solo su quello, ci sia un certo immobilismo.
"Personalmente mi sono pentito più volte di non aver preso decisioni, piuttosto che averle prese".
Giuliani e Valentini sono stati abbastanza perentori nell'ultima conferenza stampa di venerdì scorso: e se a un certo punto dovessero gettare la spugna?
"Credo ci dovremmo guardare intorno. Visto che non siamo interessati ad un ruolo di avanguardia e innovazione dovremmo capire cosa sono disposti a dare gli altri per avere una squadra che rappresenti la città. E chiedersi se agli imprenditori lucchesi interessa qualcosa della squadra di calcio locale. Per me è importante non scoraggiare l'attuale gruppo dirigente: questa è una specie di ultima spiaggia e guarda caso sono gli stessi imprenditori che si stanno tirando indietro da Polis e dal Polo fieristico lucchese".
Fabrizio Vincenti