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Di Gennaro torna a Lucca: "Quando cammino per il centro mi emoziono perché questa città mi piace molto"

22/06/2009 22:54

E' tornato. Per qualche giorno, giusto il tempo di salutare la sorella che abita in viale Castracani e per rivedere qualche vecchia conoscenza. Così, in silenzio anche se con una enorme soddisfazione interiore, Francesco Di Gennaro, 27 anni a novembre, professione bomber, si è trovato l'altra mattina a gironzolare per le vie del centro e, in S. Paolino (nella foto), è stato immortalato dalla macchina fotografica. "Quando vengo a Lucca mi emoziono sempre - racconta - Questa è una città che mi piace moltissimo. Ho vissuto due anni indimenticabili, ho conosciuto tanta gente che ancora mi saluta per strada. Ieri ho incontrato una signora lucchese che non conoscevo e che mi ha detto di aver tifato Gallipoli solo perché c'ero io. Purtroppo c'è chi diceva che ero finito, che a Lucca mi ero addormentato e seduto sugli allori. Invece sono reduce da due campionati in cui ho segnato, complessivamente, 28 gol. Quest'anno, finalmente, siamo riusciti a passare in serie B e per me è stata un'esperienza straordinaria".

"Giannini? E' già andato via - continua il centravanti napoletano - Io resto a Gallipoli e giocherò in serie B. Del resto sto bene, il presidente stravede per me, vengo pagato con regolarità, quindi, chi me lo fa fare di emigrare chissà dove e chissà perché? Perché abbiamo vinto il campionato? E' semplice, perché abbiamo pensato solo a giocare a pallone senza preoccuparci di problemi di altra natura. Barba è uno che paga e per un giocatore sapere di poter contare sullo stipendio è fondamentale perché in campo devi andare tranquillo. A Lucca questo non è quasi mai accaduto. Ho visto con piacere che la Lucchese ha vinto in serie D. Le auguro di tornare al più presto dove si trovava al momento della caduta. Fouzi Hadj? Non l'ho più sentito, ma non lo odio. In fondo ci ha rimesso un sacco di soldi in questa avventura".

"L'emozione più intensa? - prosegue Di Gennaro - A Crotone. Eravamo sull'1 a 1. Lo stadio era stracolmo, con alcune centinaia di tifosi venuti da Gallipoli. Mancavano sì e no un paio di minuti alla fine della partita. Mi arriva un pallone che io controllo di testa dopodiché lascio partire un tiro che si insacca nella rete. Non ci ho visto più. Sono corso verso i tifosi e li ho visti impazzire di gioia. Mio fratello ha quasi scavalcato la rete per abbracciarmi. La gente piangeva, c'è chi si è gettato verso di me andando a sbattere contro la recinzione. Nello spogliatoio ci siamo messi a urlare 'serie B serie B'. Francesco Moriero ci è venuto a salutare e a fare i complimenti. Quando mi ha visto mi ha detto che avrebbe voluto avermi con sé, ma che costavo troppo per le possibilità della società. Barba era fuori dallo spogliatoio, seduto su una sedia che si asciugava il sudore della fronte. Respirava a fatica, "Di Gennà, mamma mia che mi hai combinato..." ha detto. Era contento, ora vuole vincere anche in serie B. Il nostro stadio? La prima partita la giocheremo a Lecce, poi torneremo a Gallipoli, stiamo preparando il tutto. Se tornerò a Lucca una volta finita la carriera? Intanto vorrei raggiungere la serie A, magari a trent'anni, poi vedremo. La mia fidanzata vuole che io mi fermi a Pescara, ma nella vita non si sa mai. Di certo la mia permanenza a Lucca ha cambiato il futuro della mia famiglia: mia sorella è venuta per prima, poi è stata la volta di mio fratello Alessandro, che adesso lavora qui e si trova benissimo0. mancano solo mio padre e mia madre. Lui verrebbe di corsa, ma mia madre è ancora profondamente attaccata al quartiere di Napoli dove è cresciuta, il Rione Sanità. Là la gente è più espansiva, c'è più allegria e giovialità, le persone si conoscono da sempre e parlano tra loro ogniqualvolta si incontrano".

A. G.


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