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Oltre cento anni di ritratti e personaggi

Piero Braglia si confessa: "Negli ultimi anni ho sbagliato: mi sono occupato, su richiesta, di dare consigli alle società e mi sono trovato sempre male. Adesso, al prossimo contratto, manderò un avvocato che tratti solo le questioni economiche e basta"

27/10/2009 13:55

A sentirlo sembra un po' meno arrabbiato del solito, magari altrettanto amareggiato, ma, poi, dopo un po', ti accorgi che la grinta e l'entusiasmo sono quelli di sempre. Anzi, paradossalmente, elevati all'ennesima potenza. Reduce dall'esonero, se così vogliamo chiamarlo, di Taranto, adesso Piero Braglia, ex allenatore di Frosinone, Pisa, Sangiovannese e, appunto, Lucchese, è a casa, a Chiesina Uzzanese, dove si sta godendo la famiglia cui tiene più di ogni altra cosa al mondo.

Mister, che effetto fa starsene alla finestra?

"Mi riposo e guardo gli altri. Qui a casa sto bene, qui sono sempre tornato e sempre tornerò alla fine di ogni partita. Del resto dopo l'allontanamento da Taranto, dopo appena cinque giornate di campionato, la cosa migliore era tornarsene in mezzo alle persone care".

Più che amareggiato sembra rassegnato.

"No, assolutamente. Sono nel calcio da troppo tempo per non sapere come funzionano, a volte, le cose. Sono stato allontanato per aver semplicemente detto la verità, e cioè che la squadra avrebbe potuto lottare per un posto ai ply-off, non certo per vincere il torneo in beata solitudine. A qualcuno questo non è andato giù, ma io ho spiegato che non mi piace prendere in giro la gente e, in questo caso, i tifosi. Del resto per vincere in passerella ci vogliono tempo e programmazione, altrimenti è meglio essere prudenti. Comunque sia queste mie affermazioni hanno dato fastidio a qualcuno e io sono stato mandato via".

Anche a Lucca non andò bene...

"Quella di Lucca è una storia sulla quale non voglio nemmeno tornare. Tutti sanno com'è andata, non c'è niente da aggiungere".

Però potrebbe rientrare da subito.

"No, anche se io avevo depositato solo una parte della documentazione necessaria e, quindi, potrei o, almeno, rientrare allenando in un'altra squadra. Quindici giorni fa sono stato contattato da una squadra di Prima divisione, poi non se ne è stato fatto nulla perché il rischio di vedermi squalificato era troppo elevato".

A Frosinone, l'anno passato, bella stagione. Come mai non è rimasto là?

"Ottimo presidente e altrattanta capacità di saper operare bene anno dopo anno, vendendo i pezzi pregiati e rinnovandosi sempre. Anche in quella circostanza cose che avevo detto o fatto e al di fuori del mio incarico di allenatore, evidentemente non sono andate giù. Pensavo di avere dalla mia parte diverse persone, ma, poi, mi sono accorto che non era così. Il fatto è che in questo mondo non è facile raccapezzarsi. Tu lavori come un dannato, ti guadagni con il sudore e l'esperienza almeno qualche medaglia e, invece, con una facilità disarmante ti cacciano senza nemmeno che tu sappia perché".

Certo mister, Braglia ha anche un bel caratterino...

"Non lo discuto, ma sono sempre stato una persona sincera, che, su richiesta, ha provato a dare una mano anche sul fronte societario. Ho sbagliato. Da ora in avanti mi occuperò solo di allenare e alla firma del contratto non andrò più io, ma il mio avvocato che tratterà solo di questioni economiche".

La Lucchese vola e da oltre un anno è in testa alla classifica del campionato. Che ne pensa?

"Premetto che non ho mai visto giocare, in questi due anni, la Lucchese, ma sono felice che la società e la squadra stiano andando così bene. Del resto a Lucca credo di aver lasciato un buon ricordo, la gente mi voleva bene perché aveva capito in che situazione ci trovavamo e quanto anche io tenessi a fare bene. Poi, purtroppo, è andata com'è andata. Della rosa attuale rossonera l'unico che ho allenato alla Sangiovannese è Mocarelli".

E che ricordo ne ha conservato?

"Ottimo. Mocarelli con me disputò una stagione eccezionale. E' un giocatore prezioso, generoso, sempre disponibile, che non molla mai. Anche sotto il profilo umano è una persona impagabile. Gli altri giocatori dell'attuale Lucchese non li conosco, ma quanto all'allenatore, è una brava persona e un bravo tecnico che farà sicuramente bene. Io, però, devo dire che vengo informato, soprattutto, dai giornali".

Braglia fermo al palo, dunque?

"Non ci penso nemmeno. Se una squadra mi chiama, volo ad allenarla. Ovviamente devo prima sapere di non correre alcun rischio di squalifica. Comunque sia ora me ne sto a casa e mi godo la cosa più preziosa che c'è al mondo: la mia famiglia. Ho anche deciso, dopo la delusione di Taranto dove ero andato per seguire una persona e un progetto che mi sembravano validi, che non mi allontanerò più di tanto senza garanzie economiche e tecniche precise. Non ne vale la pena. Venti giorni fa sono stato contattato da una società che voleva prendermi, ma la cosa è saltata per il timore di incappare in una eventuale squalifica".

E i suoi due pupilli, Guidi e Nocentini, come vanno?

"Guidi è al Frosinone come terzo difensore e quando viene chiamato a giocare dimostra di meritarselo sempre. Nocentini, purtroppo, è stato messo da parte e non viene preso in considerazione come merita. A Taranto pensano, forse, che perché l'ho portato io non debba essere valorizzato o utilizzato. E' un errore. Nocentini non gioca per Braglia, ma per il Taranto. Vaglielo a far capire...".

Al. Gra.

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