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Oltre cento anni di ritratti e personaggi

Fulvio Pea, tanto amore e qualche rimpianto

26/12/2007 20:20

Dici Fulvio Pea e pensi a una persona onesta, qualcuno ha detto anche troppo buona, innamorata del suo lavoro e della Lucchese, vissuto per metà della stagione scorsa tra l'incudine - la società - e il martello - la squadra - e costretto ad andarsene per colpe non certamente soltanto sue. Pensi a Fulvio Pea e ti viene in mente Gigi Simoni, il suo nume tutelare, colui che lo ha traghettato sulla panchina rossonera in una soluzione che, sin dall'inizio, è apparsa difficile da gestire. I fatti e il tempo hanno dato ragione a chi la riteneva ambigua non nelle persone che avrebbero dovuto portarla avanti, ma nei ruoli e nelle rispettive responsabilità. Poi, a dicembre, l'avvento di Fabrizio De Poli e il siluramento del tecnico di Casalpusterlengo. Una pagina amara della storia recente rossonera. E quelle che sono seguite non hanno certo cambiato le cose. Anzi. Solo con l'avvento di Silvio Giusti e Piero Braglia si è avuta una decisa sterzata. Fulvio Pea, però, è rimasto nel cuore dei lucchesi se non altro per la sua modestia.

Fulvio Pea, domenica contro il Pescara era in tribuna al Porta Elisa. Come ha visto la Lucchese?

'Ho visto una buona squadra, che mi è piaciuta, fatta di giocatori anche di categoria superiore. Poi ho visto anche una squadra che gioca bene al calcio. Un plauso, quindi, al presidente, a Silvio Giusti e all'allenatore che hanno fatto una squadra forte e stanno ottenendo i risultati sperati'.

Che emozione ha provato sedendo in questo stadio?

'Nessun tipo di emozione, solo un po' di rammarico perché l'anno scorso non mi hanno fatto finire, ingiustamente, il mio lavoro, perché ho pagato per problemi che non erano di natura calcistica. Infatti quest'anno la società è stata brava oltre che a fare una squadra fortissima, anche ad eliminare tutti gli altri problemi'.

Lucca e la Lucchese: un binomio a cui è particolarmente affezionato.

'Io ho lavorato due anni a Lucca e penso di averlo fatto sentendomi addosso questi colori, con affetto, con amore e con entusiasmo'.

Ricorda quando, dopo l'esonero, aveva timore e si vergognava ad uscire per le strade?

'Sì, forse perché nelle settimane precedenti chi mi stava a fianco erano persone che non hanno fatto il mio bene. E, poi, lo si è visto quando mi hanno esonerato abusando un po' della mia bontà e dell'amore per il mio lavoro'.

Com'è, ora, il suo rapporto con Gigi Simoni?

'E' buono, ci si sente ogni tanto, comunque è rimasto dell'affetto, anche perché l'anno scorso lui ha pagato prima di me per la confusione che si era creata'.

Lei è alla Sampdoria. Come si trova?

'Benissimo, ho ritrovato anche l'amore per questo lavoro che l'anno passato avevo quasi smarrito. Sono tornato a divertirmi, ho ritrovato il piacere di stare sul campo e lavorare. Non posso lamentarmi, l'ambiente è ideale per lavorare, ci sono pochissimi dirigenti e sono persone meravigliose, corrette e molto leali. E poi, a parte che non sono io a scoprirli, sono persone che fanno questo lavoro da venticinque anni: Marrotta e Asmini, amministratore delegato e direttore sportivo della Sampdoria'.

Se potesse spostare indietro le lancette dell'orologio, che cosa non farebbe?

'Farei più o meno le stesse cose che ho fatto. Non mi sento, infatti, di aver sbagliato qualcosa, ho fatto le mie partite nella bagarre che c'era a livello societario e, nonostante questo, a Natale eravamo terzi a tre punti dalla prima. Avrei forse dovuto allontanare due elemeti che ho invece tenuto nello spogliatoio'.

I nomi?

'Lasciamo perdere, è acqua passata'.

Che cosa, invece, farebbe se tornasse indietro?

'Sarei ancora più severo nel mercato di giugno. Perché, come invece hanno fatto giustamente quelli di quest'anno che hanno costruito una squadra forte senza pensare a spendere, io in qualche circostanza mi sono accontentato, sbagliando. La squadra di quest'anno è ancora più forte di quella dell'anno passato'.

C'è qualche giocatore con il quale si sente?

'A Natale ho distribuito gli auguri a quasi tutti perché io, comunque, con loro ho sempre avuto un buon rapporto. Anche se a Lucca vogliono un allenatore cattivo e severo io, al contrario, credo che i giocatori siano persone che prima di essere calciatori sono esseri umani e, quindi, non c'è bisogno di usare il bastone, Mi hanno accusato, infatti, di essere stato troppo buono, ma io penso che le problematiche si risolvono dentro lo spogliatoio'.

C'è un augurio che vorrebbe fare a Lucca e alla Lucchese?

'L'augurio è quello, sicuramente, di arrivare in alto e se due anni non sono bastati, questo potrebbe essere l'anno buono. Il presidente ha cercato di allestire una squadra ancora più forte e ora sta dimostrando che il progetto può avere successo. Auguro ai lucchesi, l'anno prossimo, di partecipare ad un altro tipo di campionato'.

Al. Gra.

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